Opinioni, analisi e i miei libri: il mondo del basket americano visto da me
di Claudio Limardi
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martedì 14 marzo 2017
Barnes e Green in quintetto: la "Mossa" di Kerr
Fu chiaro fin
dall’inizio. Non ci furono dubbi. I Warriors erano pronti. La mossa di Kerr,
Barnes in quintetto al posto di Iguodala, venne accolta nel modo corretto da
ambedue i giocatori, mentre l’infortunio di David Lee passò semplicemente
inosservato. Con Draymond Green in quintetto, recuperato Marreese Speights, i
Warriors cominciarono la stagione 2014/15 con 10 vinte nelle prime 12 gare. Tra
metà novembre e metà dicembre vinsero 16 partite di fila. Mai successo nella
storia della franchigia. Sul 21-2, era già chiaro quale sarebbe stata la
squadra da battere. Vinsero 19 gare di fila in casa e quando toccarono la
vittoria stagionale numero 60 quella rappresentò anche il nuovo record di
franchigia. Il massimo fino ad allora era stato di 59 successi. I Warriors
sarebbero arrivati a 67. Il 23 gennaio, Klay
Thompson, uno dei due “Splash Brothers”, segnò 52 punti in una gara ma
soprattutto ne fece 37 in un solo quarto. Record NBA di tutti i tempi. Avversari
i Sacramento Kings. Il periodo magico fu il terzo. E non era una serata facile.
Quando lo show prese corpo, Sacramento era addirittura avanti nel punteggio. E’
chiaro che la performance balistica di Thompson sia stata fenomenale e per
certi aspetti unica. Tuttavia, l’analisi di quei tiri suggerisce qualche altra
considerazione. La scoperta dell’utilità
di usare in modo massiccio il tiro da tre è un fatto relativamente recente. Il
mondo del baseball è stato rivoluzionato dai “nerd” di Harvard che hanno
indicato quanto fossero sbagliate certe convinzioni secolari circa l’importanza
di rubare una base o il poco significato attribuito ai battitori “pazienti”,
quelli che non girano la mazza subito e preferiscono raggiungere la prima base
“camminando” (walk) piuttosto che rischiare l’eliminazione per eccesso di
agonismo o testosterone. Il libro “Moneyball” ha rivoluzionato lo scouting e
sotto certi aspetti anche il modo di giocare nel baseball. Il basket l’ha
seguito a ruota. Fino a qualche anno fa i puristi lamentavano la dilagante
carenza di tiratori efficaci dalla media distanza. Ma le statistiche dimostrano
che i tiri da due dalla media sono i meno produttivi, sono da evitare a tutti i
costi. Sono tiri a bassa percentuale e fruttano due punti. Le squadre più
moderne tirano da tre o arrivano al ferro e sono giocatori preziosissimi quelli
che vanno tanto in lunetta. Di qui tutta una serie di analisi e correzioni di
cui i Golden State Warriors – non solo – e soprattutto giocatori come Stephen
Curry e Klay Thompson sono il frutto migliore... Continua a leggere "Golden Times" acquistando l'e-book su Amazon.
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