Bisogna prima di tutto ricordare che ogni scambio NBA non è
mai solo una questione tecnica. Ci sono sempre implicazioni salariali, piani
futuri da ricordare. Perché a prima vista la decisione dei New York Knicks di
puntare su Derrick Rose sembra molto simile a quelle maturate a loro tempo di
puntare su Steve Francis, Baron Davis, Jason Kidd o – per uscire dal rango dei
playmaker – su Tracy McGrady o persino Penny Hardaway. Siamo solo un gradino
meglio, visto che parliamo comunque di un giocatore di 27 anni da 16.4 punti di
media nell’ultima stagione.
In realtà va riconosciuto a Phil Jackson di non aver mai seguito la strada del “fuoricampo” a basi piene puntando su un giocatore di nome e ovvio talento a costo di sacrificare il futuro e alzando il livello del rischio fino ad altezze inaudite. Derrick Rose ha un anno di contratto a circa 21 milioni di dollari. Se dovesse andare male, non verrebbe confermato e i Knicks aprirebbero una voragine di soldi sotto il salary cap in un mercato – quello del 2017 – nel quale non mancheranno le star cui offrirli. Russell Westbrook prima di tutti (peraltro al momento la forza dei Knicks è limitata: Kevin Durant non li ha neanche ricevuti). Se dovesse andare in un certo modo potrebbero provare a estenderlo a meno soldi per attirare altri free-agent. Onestamente, è stata una mossa condivisibile.
In realtà va riconosciuto a Phil Jackson di non aver mai seguito la strada del “fuoricampo” a basi piene puntando su un giocatore di nome e ovvio talento a costo di sacrificare il futuro e alzando il livello del rischio fino ad altezze inaudite. Derrick Rose ha un anno di contratto a circa 21 milioni di dollari. Se dovesse andare male, non verrebbe confermato e i Knicks aprirebbero una voragine di soldi sotto il salary cap in un mercato – quello del 2017 – nel quale non mancheranno le star cui offrirli. Russell Westbrook prima di tutti (peraltro al momento la forza dei Knicks è limitata: Kevin Durant non li ha neanche ricevuti). Se dovesse andare in un certo modo potrebbero provare a estenderlo a meno soldi per attirare altri free-agent. Onestamente, è stata una mossa condivisibile.
Derrick Rose al top della condizione atletica era un
point-man esplosivo, più veloce, con più stacco da terra e forza di qualunque
altro. Non a caso è stato MVP della Lega nel 2011: aveva 21 anni. Nessuno era
mai stato MVP più giovane di lui. Era già stato numero 1 del draft, rookie dell’anno
e uomo-franchigia a Chicago. C’era un legame fortissimo tra la città e Derrick
Rose. Chicago ha sempre prodotto giocatori fortissimi ma non li aveva mai visti
indossare la maglia dei Bulls. Il migliore di tutti, Isiah Thomas, addirittura
era diventato un nemico giurato, a Detroit. Rose era speciale.
Nel 2011, da MVP, Rose portò i Bulls fino alla finale di
conference quando persero contro i Miami Heat dei Superfriends
LeBron-Wade-Bosh. Nella stagione seguente, sempre al top, Rose si frantumò il
ginocchio nel primo round dei playoffs contro Philadelphia. I Bulls vennero
eliminati e non sarebbero più stati gli stessi. Vale anche per Rose. Nei due
anni successivi ha giocato 10 partite totali. La luna di miele con Chicago e i
Bulls cessò quando rinviò il suo rientro per prudenza. In America, è considerato un peccato
capitale. Lui cercò più tardi di spiegare che non voleva sacrificare tutto,
anche la sua salute fisica nel post carriera, per dimostrare di essere un duro.
Comprensibile dal punto di vista umano. Ma nel mondo ricco di testosterone
della NBA sarebbe stato meglio non pronunciare mai quella frase.
In tutto, Rose è stato sottoposto a tre operazioni ed è
inutile aspettarsi che possa tornare quello di prima, un MVP. Realisticamente,
se tornasse tra i primi 7-8 point-men della NBA – è un ruolo straricco di
talento – i Knicks sarebbero molto più che felici. Negli ultimi quattro anni –
sottolineano gli scettici – Rose ha saltato 201 partite, più di quelle che ha
giocato. Vero ma due anni fa ne ha giocate 51 e l’anno scorso 66. Negli ultimi
due anni ha giocato 117 partite e ne ha saltate 45. E’ già più incoraggiante. Nella
sua ultima apparizione nei playoffs ha segnato 20.3 punti a partita con 6.5
assist e 4.8 rimbalzi. E' successo due anni fa.
Per i Knicks anche il Rose dell’ultima stagione, da 66
partite, sarebbe un netto “upgrade” rispetto a Josè Calderon. New York non
aveva nessuno in grado di attaccare dal palleggio, penetrare una difesa,
arrivare al ferro. Rose non lo farà come se fosse il 2011, ma da solo nell’ultima
stagione ha eseguito oltre nove penetrazioni al ferro contro le 15 di tutti i
Knicks. Significano tiri ravvicinati, contropiede (i Knicks erano terz’ultimi
in punti segnati in contropiede), falli subiti, più tiri liberi, bonus forzato
prima. Insomma, è stata una mossa che nel corto termine ha senso e ha
migliorato la squadra. A lungo termine potrebbe essere ininfluente. La chiave è
questa: nella NBA di oggi o fai il colpo o devi fare in modo di non farti un
autogol. Per questo i contratti a lunga scadenza valgono solo per le grandi
star o i giocatori molto giovani. E' più impegnativo viceversa il contratto lungo riconosciuto a Joakim Noah, necessario per sostituire Robin Lopez ma condizionante per più tempo. Se cercate motivi di scetticismo nei confronti dei Knicks, l'affare Noah merita la vostra attenzione più di Rose.
DERRICK ROSE: LA TIMELINE
Anno
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Evento
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1988
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Nasce a Chicago, Illinois
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2007
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Mr. Basketball nell’Illinois
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2008
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Scelto al n.1 dopo un anno a Memphis
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2009
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Rookie dell’anno a Chicago
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2010
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Oro Mondiale in Turchia
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2011
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MVP della NBA con i Bulls
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2012
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Terzo All-Star Game in carriera
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2012
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Si rompe il ginocchio
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2013
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Salta tutta la stagione 2012-13
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2014
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Oro Mondiale in Spagna
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2015
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51 gare con i Bulls, 20.3 di media nei playoffs
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2016
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Scambiato ai Knicks
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2017
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Scade il contratto con un ultimo anno da 21.3 milioni
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