martedì 12 luglio 2016

Perché Derrick Rose a New York non sarà un autogol




Bisogna prima di tutto ricordare che ogni scambio NBA non è mai solo una questione tecnica. Ci sono sempre implicazioni salariali, piani futuri da ricordare. Perché a prima vista la decisione dei New York Knicks di puntare su Derrick Rose sembra molto simile a quelle maturate a loro tempo di puntare su Steve Francis, Baron Davis, Jason Kidd o – per uscire dal rango dei playmaker – su Tracy McGrady o persino Penny Hardaway. Siamo solo un gradino meglio, visto che parliamo comunque di un giocatore di 27 anni da 16.4 punti di media nell’ultima stagione.
In realtà va riconosciuto a Phil Jackson di non aver mai seguito la strada del “fuoricampo” a basi piene puntando su un giocatore di nome e ovvio talento a costo di sacrificare il futuro e alzando il livello del rischio fino ad altezze inaudite. Derrick Rose ha un anno di contratto a circa 21 milioni di dollari. Se dovesse andare male, non verrebbe confermato e i Knicks aprirebbero una voragine di soldi sotto il salary cap in un mercato – quello del 2017 – nel quale non mancheranno le star cui offrirli. Russell Westbrook prima di tutti (peraltro al momento la forza dei Knicks è limitata: Kevin Durant non li ha neanche ricevuti). Se dovesse andare in un certo modo potrebbero provare a estenderlo a meno soldi per attirare altri free-agent. Onestamente, è stata una mossa condivisibile.

Derrick Rose al top della condizione atletica era un point-man esplosivo, più veloce, con più stacco da terra e forza di qualunque altro. Non a caso è stato MVP della Lega nel 2011: aveva 21 anni. Nessuno era mai stato MVP più giovane di lui. Era già stato numero 1 del draft, rookie dell’anno e uomo-franchigia a Chicago. C’era un legame fortissimo tra la città e Derrick Rose. Chicago ha sempre prodotto giocatori fortissimi ma non li aveva mai visti indossare la maglia dei Bulls. Il migliore di tutti, Isiah Thomas, addirittura era diventato un nemico giurato, a Detroit. Rose era speciale.

Nel 2011, da MVP, Rose portò i Bulls fino alla finale di conference quando persero contro i Miami Heat dei Superfriends LeBron-Wade-Bosh. Nella stagione seguente, sempre al top, Rose si frantumò il ginocchio nel primo round dei playoffs contro Philadelphia. I Bulls vennero eliminati e non sarebbero più stati gli stessi. Vale anche per Rose. Nei due anni successivi ha giocato 10 partite totali. La luna di miele con Chicago e i Bulls cessò quando rinviò il suo rientro per prudenza. In America, è considerato un peccato capitale. Lui cercò più tardi di spiegare che non voleva sacrificare tutto, anche la sua salute fisica nel post carriera, per dimostrare di essere un duro. Comprensibile dal punto di vista umano. Ma nel mondo ricco di testosterone della NBA sarebbe stato meglio non pronunciare mai quella frase.

In tutto, Rose è stato sottoposto a tre operazioni ed è inutile aspettarsi che possa tornare quello di prima, un MVP. Realisticamente, se tornasse tra i primi 7-8 point-men della NBA – è un ruolo straricco di talento – i Knicks sarebbero molto più che felici. Negli ultimi quattro anni – sottolineano gli scettici – Rose ha saltato 201 partite, più di quelle che ha giocato. Vero ma due anni fa ne ha giocate 51 e l’anno scorso 66. Negli ultimi due anni ha giocato 117 partite e ne ha saltate 45. E’ già più incoraggiante. Nella sua ultima apparizione nei playoffs ha segnato 20.3 punti a partita con 6.5 assist e 4.8 rimbalzi. E' successo due anni fa.


Per i Knicks anche il Rose dell’ultima stagione, da 66 partite, sarebbe un netto “upgrade” rispetto a Josè Calderon. New York non aveva nessuno in grado di attaccare dal palleggio, penetrare una difesa, arrivare al ferro. Rose non lo farà come se fosse il 2011, ma da solo nell’ultima stagione ha eseguito oltre nove penetrazioni al ferro contro le 15 di tutti i Knicks. Significano tiri ravvicinati, contropiede (i Knicks erano terz’ultimi in punti segnati in contropiede), falli subiti, più tiri liberi, bonus forzato prima. Insomma, è stata una mossa che nel corto termine ha senso e ha migliorato la squadra. A lungo termine potrebbe essere ininfluente. La chiave è questa: nella NBA di oggi o fai il colpo o devi fare in modo di non farti un autogol. Per questo i contratti a lunga scadenza valgono solo per le grandi star o i giocatori molto giovani. E' più impegnativo viceversa il contratto lungo riconosciuto a Joakim Noah, necessario per sostituire Robin Lopez ma condizionante per più tempo. Se cercate motivi di scetticismo nei confronti dei Knicks, l'affare Noah merita la vostra attenzione più di Rose.

DERRICK ROSE: LA TIMELINE

Anno
Evento
1988
Nasce a Chicago, Illinois
2007
Mr. Basketball nell’Illinois
2008
Scelto al n.1 dopo un anno a Memphis
2009
Rookie dell’anno a Chicago
2010
Oro Mondiale in Turchia
2011
MVP della NBA con i Bulls
2012
Terzo All-Star Game in carriera
2012
Si rompe il ginocchio
2013
Salta tutta la stagione 2012-13
2014
Oro Mondiale in Spagna
2015
51 gare con i Bulls, 20.3 di media nei playoffs
2016
Scambiato ai Knicks
2017
Scade il contratto con un ultimo anno da 21.3 milioni

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