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lunedì 8 maggio 2017

L'enigma Butler e il futuro di Wade nell'estate dei Bulls

Il problema dei Chicago Bulls non è tanto decidere se tenere o scambiare Jimmy Butler ma avere un'idea chiara su quale direzione prendere. L'estate scorsa i Bulls passarono dalla rifondazione alla scelta di provare a fare subito qualcosa di importante. Cedettero l'uomo franchigia Derrick Rose e lasciarono andare Joakim Noah, mosse che normalmente segnalano una svolta. Quello era forse il momento giusto per cedere Butler a Boston. Se Kevin Durant avesse scelto i Celtics, Boston sarebbe entrata subito in modalità vinci ora e avrebbero sacrificato tranquillamente almeno una delle scelte di Brooklyn del 2017 e 2018 per confezionare un pacco dono attraente per i Bulls.
Immaginate un quintetto con Isaiah Thomas, Jimmy Butler, Kevin Durant, Al Horford e lo stesso Amir Johnson a Boston. Chicago avrebbe potuto avere Michael Carter-Williams, Avery Bradley, Jae Crowder, Taj Gibson/Nikola Mirotic, Robin Lopez, più una scelta di Lotteria propria e la numero 1/4 del draft 2017 l'anno prossimo, un'effettiva ripartenza con una star di 19 anni piuttosto che un 28enne come Butler.
Ma i Bulls non hanno resistito alla suggestione di portare a casa Dwyane Wade e a quel punto eseguire un'inversione a U con permanenza di Butler e anzi invecchiamento del roster con Rajon Rondo è stato automatico. Il risultato è stato una chimica disastrosa, un anno di polemiche via social tra Wade e Butler e il resto della squadra, con Rondo a difendere "il resto" e il debole Coach Fred Hoiberg a fare da testimone scomodo. Una stagione così complessa che raggiungere i playoffs ad un certo punto è parso più un prolungamento dell'agonia che un buon risultato.
La stessa cessione di Taj Gibson prima che diventasse free-agent è stata una mossa incomprensibile visto che la contropartita - pur con la rinuncia anche a Doug McDermott - è stata insignificante  (Cameron Payne quando è stato testato è stato un disastro da point-man).
Ma i playoffs hanno complicato tutto un'altra volta perché da un lato i Bulls hanno sperperato un vantaggio di 2-0 conquistato in trasferta e dall'altro hanno dominato i Celtics finché Rondo - superbo negli ultimi due mesi di stagione - è stato disponibile. Quindi cosa fare adesso? Riprovarci con lo stesso nucleo o ritornare ad un anno fa quindi cedere Butler, lasciar partire Rondo (opzione da oltre 13 milioni a disposizione del club) e magari invitare Wade a trovarsi un'altra squadra?
Wade ha un'opzione a suo favore da 23.9 milioni di dollari che mettendosi sul mercato da free-agent non otterrebbe mai. Per quanto non sia più il Wade di una volta il mercato non propone nulla di superiore a lui nel ruolo di guardia ma cifre superiori a 20 milioni le possono rastrellare solo squadre lontane dalla zona che conta. E Wade difficilmente andrà a giocare in club mediocri a questo punto della carriera. Le alternative reali alla sua permanenza sono una firma da free-agent sotto pagato a Cleveland (o al limite ai Clippers) o una cessione dell'ultimo anno di contratto. Ma a chi? Chi può confezionare 23 milioni di contratti cedibili e non condizionanti per il futuro dei Bulls? Alla fine Wade dovrà scegliere tra i soldi nella sua città e una squadra da titolo senza tanti soldi mentre Chicago dovrà prendere una decisione su Butler senza farsi condizionare da Wade. Se davvero i Bulls eserciteranno la clausola per estendere Rondo, allora è probabile che diano a questo gruppo un'ultima chance. Mossa debole ma probabile. A meno che non arrivi un'offerta corleronesca alla quale sarebbe impossibile dire no.
Una decisione importante dovranno prenderla anche su Nikola Mirotic: al suo terzo anno nella Lega non ha mostrato i progressi attesi. Come ala forte ha limiti difensivi, non è un rimbalzista e come Stretch 4 è alterno. In carriera ha il 35% da tre. Essendo Restricted free-agent Chicago ha tutte le carte in mano ma la sensazione è che ci sia delusione sul suo conto e se avrà buone offerte non si sveneranno per pareggiarle. Qualcuno proverà a prenderlo. Chicago ha troppa carne al fuoco. Alla fine è probabile che scelga la strada più semplice.

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