giovedì 14 dicembre 2017

The Lake Show, i più grandi: Odom, Goodrich e Norm The Storm



13 Lamar Odom

(2 titoli, 13.7 ppg, 3.7 apg, 9.5 rpg, sesto uomo dell’anno)

Altro giocatore difficile da collocare in questa classifica. Nei Lakers del triennio 2008/2010, due titoli e tre finali consecutive, era il terzo giocatore della squadra dopo Kobe e Pau Gasol, ma è stato uno starter a tempo pieno solo nel primo anno (nelle 21 gare di playoffs il quintetto era Fisher, Kobe, Odom, Gasol e Radmanovic), nel secondo con l’innesto di Andrew Bynum in quintetto lui è diventato il sesto uomo della squadra che aveva normalmente Trevor Ariza da ala piccola; nel terzo anno non c’era più Ariza ma c’era Ron Artest (o Metta World Peace). E l’anomalia conclusiva è che è stato il sesto uomo dell’anno nel 2011 quando quel ciclo dei Lakers volgeva al termine. Dei suoi anni ai Lakers (il top della carriera anche se giocò molto bene a Miami e anzi servì agli Heat per permettere loro di arrivare a Shaq e vincere il titolo del 2006), vanno notati i rimbalzi, davvero tanti per un giocatore più di fioretto, di classe che ruvido. Odom è sempre stato un all-around, non abbastanza affamato di canestri per sprigionare un potenziale formidabile. La sua carriera sarebbe sbagliato definirla incompiuta perché ha vinto, ha giocato ad alto livello, guadagnato tantissimo e confezionato molte stagioni strepitose. Resta solo il dubbio di cosa sarebbe stato se la vita fosse stata più clemente nei suoi confronti o se lui avesse saputo gestire le avversità diversamente.