sabato 23 luglio 2016

New York Basketball Stories 2.0: Kareem Abdul-Jabbar




Da "New York Basketball Stories 2.0", capitolo "Kareem".
"Stai giocando come un negro". Jack Donohue, coach della Power Memorial Academy a Manhattan, non era un razzista o quantomeno non ci sono motivi per pensare che lo fosse. Ma la sua squadra, che sarebbe stata votata anni dopo come la migliore di sempre a livello liceale, aveva pochi ragazzi di colore. Il migliore di tutti si chiamava Lewis Alcindor e veniva dai projects di Dyckman Street, nella sezione di Manhattan nota come Inwood, vicino ad Harlem. Era un predestinato. Altissimo e coordinato. Un atleta. Alla St.Jude, la sua scuola elementare, era stato immarcabile e quando arrivò a Power Memorial, adesso tristemente chiusa, era già una piccola celebrità. Donohue usò quella frase per motivarlo dopo un primo tempo opaco. Ma aveva superato il limite. Nella testa del giovane Alcindor negli anni '60 quella era una frase che non poteva essere tollerata.

Il piccolo Alcindor era cresciuto in un ambiente misto, ma conosceva tanti bambini o ragazzi bianchi. Alle elementari era l'unico ragazzo di colore nella sua classe. Aveva già sofferto qualche episodio di intolleranza e maturato grande sensibilità nei confronti delle questioni razziali. In seguito avrebbe studiato la storia della sua gente, avrebbe scritto libri e preso posizioni forti pubblicamente. Nel 1968 fu uno degli atleti che si mossero per boicottare le Olimpiadi di Città del Messico: alla fine aveva prevalso la volontà di andare, protestando in modi diversi come fecero i velocisti Tommy Smith e John Carlos – il pugno guantato di nero sul podio - o il quattrocentista Lee Evans. Ma lui non era andato del tutto, solo che gli USA vinsero l’oro lo stesso e la sua protesta passò sommato sotto traccia. Ovviamente la sua percezione pubblica cambiò insieme al suo nome, quando smise di essere Alcindor e si trasformò in Kareem Abdul-Jabbar (“Generoso e Potente Servo di Allah”). Era un musulmano americano che per qualche tempo mantenne riserbo sulla sua decisione. Diventò pubblica durante la permanenza a Milwaukee.

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