lunedì 20 febbraio 2017

Lo scambio di DMC dal punto di vista dei Pelicans

La realtà degli scambi nella NBA è perversa e ciò che oggi sembra evidente magari viene ribaltato nel corso degli anni anche perché la possibilità di includere scelte negli affari rende i contorni di una contropartita chiari solo dopo anni. E poi gli scambi sono strategici. Non è che a Sacramento pensino di essere più forti oggi che non hanno più DeMarcus Cousins ma prima di definire la sua cessione un suicidio bisogna aspettare che il piano si completi.

DeMarcus Cousins è uno dei primi 15 giocatori della Lega, un All-Star, statistiche alla mano un giocatore da 27.8 punti, 10.7 rimbalzi e 4.9 assist di media, che va in lunetta 10 volte a partita, tira da tre, è anche uno dei primi 10 se non meglio addirittura. In più ha 26 anni ed è probabile che le stagioni migliori della sua carriera siano le prossime.
La vecchia regola degli scambi NBA era: "vince" la trade chi prende il giocatore migliore. Un'altra regola: non si scambia mai un "big man" per uno o più esterni di talento paragonabile. Ma queste regole sono state modificate dai tempi, i regolamenti, la programmazione. New Orleans ha fatto il colpo che doveva fare: si è assicurata un giocatore giovane, di altissimo livello, sacrificando pochissimo. Per quanto è possibile - non probabile - che Buddy Hield esploda nei prossimi anni pur essendo un rookie di 23 anni che non sta incantando, nessuno ha da ridire sulla sua inclusione, per cui il vero sacrificio è la prima scelta dei prossimi draft, profondi secondo gli esperti. Ma il general manager Dell Demps è riuscito a rendere questa scelta protetta per le prime tre posizioni quindi i rischi sono ridotti. I Pelicans pensano, con Cousins, di poter fare una volatone che li porti nei playoffs e fuori dalla lotteria. Se non ci ruscissero, salterebbero per aria in tanti a cominciare da Demps per continuare con il coach Alvin Gentry (sotto). La contropartita è sopportabile. Non prendi uno come Cousins rinunciando a meno di così.

Il rischio semmai è che Cousins non firmi l'estensione e vada a scadenza nell'estate del 2018. Opinione generale è che i Pels siano abbastanza sicuri di convincere Cousins a restare, tanto più che hanno più di un anno per chiarirsi le idee. Lo scambio a Cousins è costato circa 30 milioni: con il nuovo contratto collettivo, avrebbe potuto firmare per un contratto del valore globale di 209 milioni di dollari per cinque anni ma quel contratto da "Designated Player" a New Orleans o altrove non potrà averlo perché non si trova nella franchigia originale quindi quell'etichetta (come per Kevin Durant a Golden State ad esempio) non si applica. Il massimo per lui saranno 180 milioni globali. Ma, se l'accoppiata Cousins-Anthony Davis dovesse funzionare, perché Cousins dopo aver speso la prima parte della carriera giocando accanto a del talento marginale dovrebbe andarsene?
Che poi la coppia Cousins-Davis funzioni è da vedere. Nella storia della NBA quante "Twin Towers" hanno funzionato? Ralph Sampson e Hakeem Olajuwon insieme hanno portato Houston ad una Finale NBA ma nessun titolo. Tim Duncan e David Robinson hanno vinto due titoli a San Antonio. Tuttavi da allora il basket si è mosso diversamente, verso l'era degli "Stretch 4", dei quintetti piccoli, l'impatto dei lunghi è stato ridotto dal gioco e dagli allenatori. New Orleans ha mosso un passo deciso in direzione opposta ma con qualche ragione. Nessuno dei due è un centro puro, anzi Davis reclamava la possibilità di giocare da ala forte. DMC è un eccellente tiratore da tre punti e sa manovrare la palla o passarla. Davis è un fenomeno dinamico, che tira dalla media. DMC è un formidabile giocatore di post basso. Davis un grande "finisher" nel pick and roll. Potrebbero giocare il pick and roll insieme, con il centro nominale a portare palla e l'ala forte a "rollare". Che impatto possano avere insieme due "big man" con queste caratteristiche è oggetto di speculazioni e pronostici ma nessuno ne è certo. Cousins ha giocato solo da centro fino a questa stagione in cui viceversa ha speso il 40% del proprio minutaggio da ala grande. Al contrario, quest'anno Davis ha fatto il centro nel 73% del tempo passato in campo. Ora le cose dovrebbero invertirsi con DMC impiegato solo da centro e AD da ala forte tranne quando il compagno sarà in panchina. Se in attacco la coppia funziona, in difesa può essere devastante. I Kings con Cousins concedevano 105 punti ogni 100 possessi; i Pelicans con Davis 101. New Orleans aveva già una delle prime 10 difese della Lega. I due insieme possono rendere i Pels irresistibile a rimbalzo d'attacco laddove ad esempio sono vulnerabili i Warriors in un ipotetico primo turno di playoffs che resta segnato ma potrebbe rivelarsi molto intrigante.

Un altro "plus" per New Orleans: con una squadra diventata improvvisamente attraente sarà più facile convincere Jrue Holiday (sopra) a restare quest'estate. In ogni caso un colpo andava fatto per rinforzare la convinzione di Davis di trovarsi nel posto giusto allontanando quelle voci sempre smentite ma potenzialmente anche sempre più pericolose di un suo desiderio di fuga in avanti. Demps e Gentry erano/sono discussi: questa mossa può trasformare la loro storia a New Orleans.
Fino a ieri i Pelicans erano una squadra mediocre senza un'identità attorno ad uno dei primi cinque o sei giocatori della Lega (quanti sono i primi cinque-sei? In realtà molti di più ma direi che LeBron, Durant, Westbrook, Harden, Curry, Leonard e Davis rappresentano la prima linea della Lega attuale), adesso hanno due superstar vere che non arrivano ai 50 anni in coppia.
(1-continua)
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