giovedì 22 giugno 2017

Dwight Howard: il declino suo e dei centri classici

Nel 2009 Dwight Howard era il miglior giocatore di una squadra da Finale NBA. I suoi Orlando Magic eliminarono in finale di conference i Cavaliers di LeBron James. Nel 2012 venne ceduto ai Los Angeles Lakers in un maxiscambio che coinvolse 11 giocatori. I Lakers lo consideravano l'ultimo di una catena di centri dominanti che ha costellato tutta la loro storia da George Mikan a Wilt Chamberlain, da Kareem Abdul-Jabbar a Shaquille O'Neal. Ma il Superteam dei Lakers aveva uno Steve Nash ormai improponibile ed era allenato dall'allenatore meno adatto a gestire una squadra che aveva un centro teoricamente dominante ovvero Mike D'Antoni. Un anno dopo Howard lasciò i Lakers da free-agent per andare a Houston, mossa senza precedenti. I Rockets festeggiarono la supercoppia Harden-Howard. Era il 2013. Avrebbero giocato una finale di conference. Nel 2016 i Rockets hanno lasciato che Howard se ne andasse da free-agent senza fare una piega anzi assumendo, subito prima, proprio D'Antoni. Implicitamente chiarendo di non essere più interessati a lui. Nel 2017 gli Atlanta Hawks l'hanno ceduto dopo un anno e un utilizzo superficiale nei playoffs a Charlotte.

Il graduale ma incessante declino di Howard da un lato prova quanto sia regredito lui spprattutto come considerazione ma soprattutto è la dimostrazione di quanto la NBA si sia allontanata da una certa tipologia di centro per deviare verso caratteristiche completamente differenti.
A Orlando, Howard era uno straordinario rimbalzista difensivo, proteggeva il ferro in difesa ed era in grado di segnare dentro l'area grazie a forza fisica e atletismo. Stan Van Gundy aveva spostato Rashard Lewis all'ala forte per aprire il campo e rendere virtualmente impossibile raddoppiare Howard dentro l'area. Lui e Jameer Nelson in un attacco molto spaziato giocavano un eccellente pick and roll centrale. Howard sarà utilizzato così anche a Charlotte, che ha un sistema di orientamento difensivo e il cui allenatore Steve Clifford era nello staff di Van Gundy a Orlando. Al top della carriera Howard era una versione di qualità inferiore ma di altissimo livello di Shaquille O'Neal. Nel 2009 era il miglior stoppatore, il miglior rimbalzista e con lui in campo i Magic subivano 95 punti ogni 100 possessi. Era il miglior rating difensivo della Lega.
Poi però sono arrivati i nuovi centri, gli unicorni, i giocatori senza ruolo e di fatto l'efficacia degli Howard è stata dimezzata. Il mercato per giocatori di questo tipo si è prosciugato. Per rendere problematico l'utilizzo di questo elementi in difesa è sufficiente coinvolgerli a ripetizione in un pick and roll con un lungo che sappia tirare dalla media o da tre punti. Howard non può cambiare su un piccolo quindi può solo contenere proteggendo il ferro. Ma così si espone al tiro, alla capacità di muovere la palla o alla velocità dei vari Joel Embiid, Karl-Anthony Towns, Antrhony Davis o addirittura Nikola Jokic che di certo non è veloce e non è atletico. I quintetti small di fatto eliminano dal gioco i giocatori tipo Howard che non possono difendere sul perimetro. Se fossero in grado di punire i piccoli in attacco il gioco potrebbe ancora pagare. Fino a tre anni fa nessuno avrebbe osato difendere su Howard con Kevin Love o anche Draymond Green. Adesso lo fanno. I suoi limiti come tiratore di liberi sono un altro problema nel quarto periodo.
Ci sono centri tipo Marc Gasol o Brook Lopez che si sono modernizzati aggiungendo il tiro da tre al loro arsenale. Per quanto strano anche Howard dicono ci stesse lavorando. Ma la verità aldilà dei 31 anni è che rappresenta una razza in via di estinzione, quella dei centri di posizione.
La sua stagione ad Atlanta non è stata negativa. Ha catturato oltre 12 rimbalzi di media e il 31.7% di quelli disponibili sotto il proprio tabellone, il secondo miglior dato della carriera. Stoppa molto meno ma è normale: una volta per contenerlo gli avrebbero posto un corpo, ora per neutralizzarlo gli oppongono un tiratore. La sua difesa al ferro resta di elite ma viene sfidata molto meno. Gli Hawks erano +15 con lui im campo ogni 100 possessi ma +3 nei playoffs quando l'aspetto  tattico è esasperato e ogni debolezza esposta. Nel quarto periodo non giocava più.
Tuttavia Atlanta non l'ha ceduto pensando di rinforzarsi. Ieri con Howard era una squadra migliore di quanto lo sia oggi con Miles Plumlee. E la difesa, i rimbalzi di Howard rendono Charlotte molto più dura come squadra.
Ma Atlanta aveva cominciato da tempo a smantellare dando via prima Jeff Teague poi Kyle Korver e mettendo sul mercato con ripensamento terminale Paul Millsap. Il nuovo regime dirigenziale ha imboccato questa strada im modo più deciso di fatto dando adesso il via libera allo stesso Millsap, eccellente anche se non giovane premio di consolazione per chi volesse un'ala forte moderna ma non riuscisse a prendere Blake Griffin.

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