I draft del 1984 hanno
segnato la storia del basket NBA ma soprattutto dei Portland Trail Blazers. Per
molti esperti sono stati i draft più profondi nella storia della Lega, con una
classe di rookie superiore a quella del 2003 (LeBron James, Dwyane Wade,
Carmelo Anthony, Chris Bosh). Quell’anno vennero scelti Hakeem Olajuwon, Michael
Jordan, Charles Barkley e John Stockton. Quello del 1984 fu
l’ultimo draft senza Lotteria. Le peggiori squadre della Eastern Conference e
della Western Conference praticamente venivano convocate dal Commissioner,
David Stern (anche lui era al debutto). Una sceglieva testa e l’altra croce. La
monetina decideva chi avrebbe scelto all’1 e chi al 2.
Gli Indiana Pacers e gli
Houston Rockets erano le squadre con i peggiori record nel 1984. Houston aveva
scelto all’1 l’anno precedente, prendendo Ralph Sampson. Questi venne nominato
rookie dell’anno ma non fu abbastanza per portare la squadra fuori dall’ultima
casella della Western Conference. Indiana invece aveva ceduto il suo diritto ai
Portland Trail Blazers nel 1981 in cambio di un centro bravino di nome Tom
Owens, newyorkese da South Carolina. Un anno dopo fu ceduto a Detroit, due anni
dopo giocava in Italia, a Fabriano. Per averlo, i Pacers cedettero a Portland
la prima scelta del 1984. Una leggerezza incredibile ma comune ai tempi.
Quando venne lanciata la
monetina, entrambe le squadre avevano già deciso che avrebbero scelto comunque
Olajuwon, il nigeriano che aveva appena lasciato l’università di Houston. Su
questo tutte le testimonianze convergono. Vinsero i Rockets.
Secondo alcune ricostruzioni,
questi erano pronti a cedere Sampson a Portland – che aveva urgente bisogno di
un centro e come guardia-ala aveva selezionato un anno prima il fenomeno Clyde
Drexler – in cambio della scelta numero 2 e di Drexler. Se i Blazers avessero
accettato, Houston avrebbe poi chiamato Michael Jordan con il numero 2
componendo una sorta di giovanissimo Dream Team, con Jordan, Drexler e
Olajuwon. Ma questo scenario non fu mai vicino a concretizzarsi perché a quei
tempi i centri erano considerati oro e le azioni di Sampson erano al top.
Portland poteva essere più interessata dei Rockets all’affare ma non poteva
rinunciare a Drexler perché avrebbe tappato un buco aprendone un altro.
Il draft del 1984 è
considerato quello in cui Portland preferì Sam Bowie, centro da Kentucky che
era stato fermo due anni per infortunio, a Michael Jordan. In realtà i Blazers
non erano interessati a Jordan proprio perché avevano Drexler. L’alternativa a
Bowie era Charles Barkley che i Sixers scelsero con riluttanza al numero 5,
tanto che nelle ore precedenti il draft tentarono di acquistare la scelta
numero 3 dai Bulls offrendo la 5 e Andrew Toney, vecchio guerriero in parabola
discendente. Se i Bulls avessero accettato, Jordan avrebbe cominciato la sua
carriera accanto a Julius Erving. A Philadelphia.
Chicago però non era
interessata a Toney, così come non era interessata a Terry Cummings che venne
proposto dai Clippers o a Tree Rollins, offerto da Atlanta per la scelta 3 e
quindi per Jordan. Viceversa era interessata a Jack Sikma allora 28enne centro
di Chicago che aveva vinto un titolo a Seattle. Lo chiamavano il Martello. The
Hammer. Chicago lo voleva. Seattle però non voleva Jordan bensì Sam Bowie. La
condizione indispensabile perché l’affare andasse in porto era che il lancio
della monetina premiasse Portland (avrebbe scelto Olajuwon): Houston non aveva interesse
per Bowie e avrebbe preso Michael Jordan accoppiandolo a Ralph Sampson, i Bulls
avrebbero avuto Sikma e i Sonics si sarebbero buttati su Bowie. Ma il lanciò
andò diversamente.
Tornando a Portland:
avendo disperato bisogno di un centro, tentò di convincere il junior Patrick
Ewing a lasciare Georgetown con un anno di anticipo. Se l’avesse fatto,
Portland avrebbe avuto Ewing anziché Bowie. Stern scoprì la manovra, illegale,
e multò i Blazers di 250.000 dollari, cifra-record ai tempi.
Quello che è certo è che
Jordan non fu mai vicino ad andare a Portland, fu molto più vicino ad andare a
Houston con o senza Olajuwon e al limite a Philadelphia. Ma se i Blazers
avessero scelto Barkley invece di Bowie è probabile che la loro storia sarebbe
stata molto più vincente in ogni caso.
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