lunedì 7 novembre 2016

NBA WEEK 2/a: i Knicks e il numero 55 di Dikembe Mutombo




Ritengo che i New York Knicks non saranno molto diversi da quelli delle prime partite. Possono andare a Chicago e vincere in modo convincente salvo perdere due giorni dopo in casa contro Utah (della quale ci sarebbe molto da dire). Il problema panchina – altra squadra afflitta dallo stesso difetto è Houston – è enorme. 

Con i cinque big in campo, i Knicks producono 112.5 punti ogni 100 possessi e concedono 107.1 punti. Ma tutti gli altri quintetti perdono consistenza non appena deve uscire uno di loro. Il quintetto ha giocato finora 88 minuti. Nessun altro assetto ha toccato i 14 minuti totali. Ovviamente Jeff Hornacek mescola le carte per evitare di avere in campo più di due riserve, spesso gliene basta una. Ma con quattro uomini oltre i 30 minuti per necessità è dura arrivare ai playoffs. Derrick Rose è ancora capace di accelerare in campo aperto, Kristaps Porzingis quando tira da tre sul pick and pop è uno spettacolo. I suoi 220 centimetri di coordinazione non hanno limiti. Courtney Lee come prevedibile è stato l’acquisto migliore. Tuttavia le cifre sono impietose e non promettono nulla di buono. I Knicks segnano 100.8 punti di media, ne concedono 109. Il “defensive rating” di 112.7 punti concessi su 100 possessi li colloca al penultimo posto nella Lega. Porzingis è il giocatore più efficace in attacco perché allunga le difese, segna, corre, crea spazi (121 punti per 100 possessi con lui in campo), il che relega in secondo piano i suoi dati difensivi che sono mediocri (113 punti concessi per 100 possessi, il saldo resta attivo e non di poco). Joakim Noah, unico starter dal minutaggio umano, aiuta la difesa più di tutti coprendo tanti limiti. Lui e il lettone sono i giocatori più importanti, quelli che fanno funzionare meglio la squadra. Il problema sono le due star che in difesa si adeguano alla cronica mediocrità generale ma in attacco contrariamente a quanto si potrebbe pensare sono negativi. 
Con Carmelo Anthony, i Knicks segnano 101 punti ogni 100 possessi. Il motivo: tira cinque triple a partita con il 28.0% e perde 3.0 palloni di media. Con Derrick Rose, i Knicks segnano 95.0 punti ogni 100 possessi. Anche il suo plus/minus è negativo. Rose e Anthony tirano 33.8 volte a partita, entrambi più di Porzingis, con il 43.2% globale (gli altri tre starters hanno 25.2 tiri di media, e tutti e tre tirano meglio, Lee ha addirittura il 53.3% dal campo). Anthony ha più palle perse che recuperate. Rose come point-guard si ferma a 4.2 assist di media, 0.8 a partita in meno di Noah. Kyle O’Quinn e Brandon Jennings sono gli unici cambi affidabili per ora, perché Lance Thomas quello che dà in difesa lo lascia in attacco dov’è tragico. I segnali sono negativi anche ignorando il rischio infortuni con minutaggi così alti per giocatori logori come Rose e Noah. 
La sensazione è che il tentativo di fare i playoffs e una stagione di alto livello contando su sei-sette uomini di spessore non sarà un tentativo vincente. I Knicks fortunatamente non hanno ipotecato il futuro per costruire questa squadra. Ma ancora una volta costruire attraverso il draft attorno a Porzingis sembra l’unica via percorribile. E nell’attesa bisogna fare quello che si può sviluppando qualche giocatore (Justin Holiday) e forse puntare di più su Jennings in generale, su Porzingis come prima opzione. Hornacek voleva un attacco più rapido e lo sta utilizzando. Ma la difesa se possibile è peggiore di quanto lo fosse l’anno scorso.


MUTOMBO 55
Dikembe Mutombo avrà la maglia numero 55 dei Denver Nuggets ritirata. È la seconda squadra dopo Atlanta a ritirare il suo numero, un fatto notevole per un giocatore che non ha mai vinto un titolo e l'unica finale l'ha giocata con una terza squadra, Philadelphia. È il quinto giocatore dei Nuggets a ricevere l'onore ma il primo che non facesse parte della squadra estrosa degli anni '80 (Alex English, Dan Issel e David Thompson), allenata da Doug Moe, a sua volta onorato con il numero 432 ovvero le partite vinte da allenatore. Il quarto giocatore il cui numero 40 è stato ritirato è Byron Beck che è stato uno dei sei giocatori che hanno disputato tutte le nove stagioni di esistenza della ABA sempre a Denver. Mutombo ha giocato cinque anni a Denver. Li lasciò da free-agent nel 1996 per andare ad Atlanta. Resta famosa la sua immagine, sdraiato in terra abbracciando la palla della vittoria dei Nuggets a Seattle in gara 5. Diventarono la prima numero 8 del tabellone a eliminare la 1. Lo fecero rimontando da 0-2 e vincendo gara 5 in trasferta. Era il 1994. Pochi ricordano che i Nugs nel secondo turno andarono 0-3 con Utah salvo impattare sul 3-3. Persero gara 7 ma fu una rimonta clamorosa anche quella.


LA CLASSE DEL 2013
Otto giocatori della classe dei draft 2013 hanno firmato estensioni contrattuali che prevarranno il conseguimento dello status di restricted free-agent. In quattro hanno firmato per 100 milioni o poco più in quattro anni.
Giannis Antetokounmpo a Milwaukee, CJ McCollum a Portland, Rudy Gobert a Utah e Steven Adams a OKC. Seguono Victor Oladipo, Dennis Schroder, Gorgui Dieng e Cody Zeller. A posteriori fu un draft valutato malissimo in cui il numero 1 Anthony Bennett è già ora un giocatore irrilevante e il 3 fu Otto Porter di Washington. Il 5 Alex Len a Phoenix. Tre dei primi cinque non hanno estensione e non per loro scelta ma anche nove dei primi 10 (il 10 fu appunto McCollum, 37 punti record carriera a Memphis domenica sera).

Nessun commento: