sabato 22 aprile 2017

Stevens vince small: gli aggiustamenti sono il sale dei playoffs

Gli aggiustamenti tra una gara e l'altra sono il sale dei playoffs e anche motivo di discussione perché non sapremo mai quanto un singolo adeguamento abbia cambiato o meno la storia di una serie o una partita. Ad esempio Boston ha vinto gara 3 perché Kevin Garnett ha parlato via video alla squadra, perché Rajon Rondo non ha potuto giocare, perché Jimmy Butler non ha giocato da Butler o perché Brad Stevens a dispetto dei problemi interni della sua squadra ha scelto di giocare small con Gerald Green in quintetto al posto del centro Amir Johnson e Jae Crowder da ala forte nominale?

E Oklahoma City ha vinto gara 3 sprecando ancora un vantaggio ampio perché James Harden ha sbagliato la tripla della vittoria, perché Billy Donovan ha rimesso a sedere Kyle Singler e Semaj Christon riesumando Norris Cole o perché Westbrook ha giocato un po' più insieme ai compagni (devastante Taj Gibson con i suoi tiri dalla media)? Houston ha accumulato la miseria di 10 assist per la gara quindi troppo uno contro uno e tiri di posizione. D'Antoni come tende a fare da sempre ha ristretto la rotazione a otto giocatori appena. Ma se solo Harden avesse segnato l'ultimo tiro di una gara da 44 punti avrebbe vinto ancora. È tutto aleatorio.
Ma gli infortuni sono in agguato. Solo Golden State sembra in grado di poterli sopportare. Anche l'assenza di un Sam Dekker (a Houston) può incidere.  Figuriamoci quella di Rajon Rondo ai Bulls o di Rudy Gobert a Utah o di Blake Griffin  (fuori nel secondo tempo di gara 3).

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