mercoledì 26 aprile 2017

Ora OKC torna nelle mani di Russell Westbrook

(Aggiornamento dopo i playoffs). Considero Billy Donovan un candidato credibile come allenatore dell'anno perché a dispetto della presenza di Russell Westbrook, i Thunder avevano difetti enormi che di norma nella NBA non riesci a soverchiare: uno starter nella posizione di ala piccola che gioca fuori ruolo ed è offensivamente impresentabile (Andre Roberson è un tiratore inguardabile - va detto anche dopo una serie in cui a tratti ha tirato in modo sorprendent da tre - ed una delle poche guardie della storia NBA su cui puoi efficacemente fare "hacking") per quanto sia difensore da primo o secondo quintetto All-Defense; uno dei roster più giovani della Lega (almeno sei giocatori della rotazione sono Under 25), una panchina da D-League (senza Westbrook OKC non poteva quasi stare in campo e la totale assenza di un point-man credibile contro Houston è stata letale) e la totale assenza di tiro da tre che ha permesso alle avversarie di riempire l'area eliminando il pick and roll Westbrook-Adams. Con una buona difesa, tanto contropiede, le scorribande di Westbrook e il tiro dalla media di Oladipo, una squadra con difetti enormi e facilmente individuabili ha raggiunto i playoffs ed è stata competitiva in quattro gare su cinque. Ha vinto anche 47 partite. Nell'anno in cui hai perso un Kevin Durant fare di più sarebbe stato eroico.

Le mosse concepite nell'ultimo giorno di mercato hanno avuto il potere di rinforzare la squadra nell'immediato, specie con Taj Gibson, procedimento necessario per mantenere alto il morale di Westbrook che nel 2018 avrà di nuovo la possibilità di testare il mercato da free-agent. McDermott ha funzionato meno.
I Thunder sono in un momento particolare della loro storia. La bomba Kevin Durant li ha esclusi dal lotto delle contendenti ma non li ha azzerati come successe a Cleveland quando LeBron andò a Miami. La presenza di Westbrook garantisce un livello di competitività altissimo ma lui non è eterno quindi il brillante general manager Sam Presti deve inventarsi qualcosa per provare a vincere presto a dispetto della catastrofica fuga di Durant oppure porsi il problema - oggi un'eresia - di ripartire. Inutile cavalcare il Westbrook-show per essere eliminati al primo turno per i prossimi anni.
Se i Thunder mettessero Westbrook sul mercato ricaverebbero asset per 10 anni. Boston non avrebbe problemi probabilmente a progettare un'offerta mostruosa.
Ma gli asset - vale anche per i Celtics e per i Sixers - ad un certo punto devono diventare giocatori che devono tradurre l'impegno in vittorie. I Thunder potrebbero accumulare un patrimonio di asset cedendo Westbrook ma ripartirebbero da zero. Mentre adesso sono ad una superstar di distanza dal tornare competitivi anche per il titolo. Questa è la strada che hanno scelto di percorrere almeno per ora. 
Westbrook è eleggibile per un'estensione quinquennale da giocatore designato. Può diventare il primo giocatore da 40 milioni all'anno e legare ai Thunder tutta la sua carriera. Ma senza garanzie di giocare mai più per il titolo. Victor Oladipo e Steven Adams sono due titolari credibili. I Thunder sono forti nello scouting e nello sviluppo dei giocatori. È probabile che Alex Abrines con il suo tiro da tre possa essere l'ala piccola titolare l'anno prossimo. Jerami Grant è una combo-forward di un atletismo sconfinato. Domantas Sabonis è scomparso nei playoffs ma per metà stagione era stato in quintetto. Ma serve più tiro, serve un buon point-man e due giocatori del quintetto sono free-agent. Roberson è il miglior difensore della squadra ma un problema offensivo enorme. Gibson è un tiratore ma dalla media e probabilmente costerà troppo. I Thunder hanno scarso spazio salariale e preferirebbero legare a lunga scadenza Westbrook. I 18 milioni di Enes Kanter possono essere scambiati per un tiratore. Lo dice la logica visto che come difensore il turco resta mediocre e da ala grande riesce a giocare solo contro poche squadre nei playoffs quando ogni difetto viene smascherato. Ma proprio per questo le sue quotazioni sono minime. 
Il che ci riconduce a Westbrook perché se l'estensione non arrivasse OKC avrebbe appena tempo fino a febbraio per scambiarlo. Tutto indica che Westbrook si senta una bandiera e al centro del progetto. Ma se così non fosse e se volesse prendere tempo, le opzioni si ridurrebbero per Sam Presti. I Thunder sono sopravvissuti bene a Durant perché avevano Westbrook e un roster giovane. Ora ne hanno uno ancora più giovane ma solo Westbrook e scarso appeal con i free-agent. Sono nella stessa situazione del 5 luglio scorso, giorno uno dopo Durant. Hanno bisogno che Westbrook si impegni. Ancora una volta la palla è nelle sue mani.
Quest'estate sono free-agent Blake Griffin e Gordon Hayward. Nel 2018 tocca a lui e Paul George poi Jimmy Butler. Con i Warriors ancorati da un talento enorme per vincere il titolo servono i Superteam. Qualcuno potrebbe pensarci soprattutto con il nuovo corso dei Lakers. Le squadre possono difendersi solo anticipando i giocatori. Westbrook sembra uno di altri tempi, intenzionato a fare tutto sempre con i Thunder. Ma non ci sono garanzie. Per questo da oggi riparte il Westbrook Watch.

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