lunedì 19 giugno 2017

Tra Paul George e i Lakers c'è Cleveland

La questione Paul George va affrontata subito. In fretta. Perché potrebbe svoltare di nuovo in un'ora, un giorno o un mese. Avevo già detto dopo l'eliminazione dei Pacers che la sua cessione sarebbe stata inevitabile. George non ha alcun motivo se non quello economico per restare a Indiana. Adesso ha confermato ufficialmente che andrà via nel 2018 da free-agent. Mossa impopolare ma onesta. Di fatto ha chiesto di essere ceduto. Tutti sanno che vorrebbe andare ai Lakers. E a Indiana conviene imbastire subito una trattativa con loro. Si ripete un po' il caso Carmelo Anthony-Denver-New York. Melo aveva espresso il desiderio di giocare nei Knicks. I Knicks potevano aspettare che diventasse free-agent e prenderlo liberamente. I Nuggets coinvolsero i Nets e James Dolan, il proprietario dei Knicks, temendo di perderlo per mano dei vicini di casa, decise di scambiare subito sacrificando mezza squadra. Soprattutto Danilo Gallinari e Wilson Chandler. I Lakers devono evitare di commettere lo stesso errore.
Ma hanno anche loro un certo interesse a prendere George subito ed è questo che permette a Indiana di avere ancora un minimo di potere in fase di trattativa. I Lakers non avranno la loro prima scelta nel 2018. Se fosse la 1 andrebbe a Philadelphia. Se fosse dalla 6 in poi andrebbe a Philadelphia. Se fosse dalla 2 alla 5 andrebbe a Boston. Quindi i Lakers non hanno alcun interesse a perdere come invece è accaduto nell'ultima stagione. Con George il salto di qualità sarebbe immediato. In più in un anno possono succedere tante cose: finché George resta a Indiana, i Lakers possono stare tranquilli. Ma George non resterà a Indiana per un altro anno. Semplicemente non ha senso.
Con lui i Pacers non potrebbero fare tanking perché non riuscirebbero a perdere abbastanza. Sarebbe una stagione persa per arrivare all'1 luglio 2018 senza nulla in mano. L'obiettivo del general manager Kevin Pritchard è forzare la mano ai Lakers coinvolgendo altre squadre nella trattativa.
Sarà difficile ricevere una contropartita adeguata senza un impegno pluriennale   da parte del giocatore ma di sicuro non è questo che fermerebbe i Cavaliers.
Più di qualunque altra squadra Cleveland non è minimamente preoccupata del futuro. Il futuro è adesso. I Cavs devono vincere il più possibile con LeBron in squadra e Paul George è il miglior acquisto che possano fare. È un giocatore polifunzionale che incide sia in attacco che in difesa. Uno scambio con Kevin Love non è l'ideale ma è tollerabile. George migliorerebbe la difesa, è adatto a giocare in quintetti small e in attacco può creare da solo, molto più di Love che gioca sulla creatività di LeBron e Kyrie Irving. Cleveland può permettersi di prenderlo per un anno perché tra un anno andrà a scadenza anche LeBron. Per convincerlo a restare deve dargli la possibilità di vincere ancora perché questo è il mondo che LeBron si è costruito. Nel 2018 andranno via tutti e due. Oppure resteranno tutti e due per vincere ancora. È questo che spaventa i Lakers. Se i Cavs affitteranno George per un anno, loro perderanno il controllo dell'intera operazione.
Stesso rischio lo correrebbero se intervenisse Boston. I Celtics finora sono stati freddi nei confronti di George e forse hanno altre idee che andremo a scoprire nei prossimi giorni/settimane/mesi. Rispetto a Cleveland non hanno simile urgenza di miglioramento del roster. E quindi è probabile che non abbiano alcuna voglia di scambiare per George e spendere un anno chiedendosi se resterà o meno. Ma è anche vero che avrebbero interesse a 1) non farlo andare a Cleveland rendendo inutili per almeno un altro anno gli sforzi che si apprestano a produrre per avere Hayward o Griffin o Butler (via scambio) e 2) non farlo andare ai Lakers per ricevere la loro scelta via Sixers (accadrà se sarà compresa tra il numero 2 e il 5). Appassionante vero?

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