E’ molto probabile che a South Philly quest’anno si
giocheranno partite di playoffs. Magari non molte, partendo dalla posizione
attuale, la settima nella Eastern Conference, ma è significativo perché per la
prima volta da molti anni i Sixers non stanno giocando solo per il futuro. Un
possibile scontro di post-season con i Boston Celtics sarebbe un trionfo per i
nostalgici dell’era in cui due delle franchigie storiche della Lega si
contendevano su base annua l’accesso alla Finale NBA. Per otto anni, dal 1980
al 1987, l’Est è stato rappresentato in Finale dai Sixers o dai Celtics. L’ultimo
titolo vinto da Philadelphia risale al 1983, l’ultima Finale al 2001, all’apice
dell’era firmata da Allen Iverson. Non è un mistero che il futuro dei Sixers
sia spettacolare: tre dei giocatori del quintetto base hanno 23 anni o meno,
due di essi hanno potenziale da MVP (Joel Embiid e Ben Simmons; il terzo uomo è Dario Saric), un quarto ha
27 anni (Robert Covington). In altre parole, hanno il personale e l’età per
competere al vertice per i prossimi 10 anni con una squadra costruita attorno a
tre o quattro giocatori già presenti nel roster tra i quali solo Covington è
già al top del proprio rendimento. L’unica vera incognita è rappresentata dal
fisico di Embiid, che tecnicamente sarebbe al quarto anno nella Lega ma di
fatto è poco più di un rookie.
Opinioni, analisi e i miei libri: il mondo del basket americano visto da me di Claudio Limardi
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sabato 24 febbraio 2018
martedì 20 giugno 2017
La sorpresa dei Celtics e il Baby Superteam dei 76ers
È stata molto sorprendente la mossa di Danny Ainge di scambiare la scelta numero 1 del draft. Nella storia è accaduto molto raramente. I Celtics ne furono già protagonisti nel 1980. Girarono di fatto Joe Barry Carroll (numero 1) a Golden State e in cambio ebbero la scelta numero 3 ovvero Kevin McHale e Robert Parish. I Sixers cedettero la scelta numero 1 a Cleveland in cambio di Roy Hinson e fu un errore catastrofico. I Cavs la usarono per Brad Daugherty. Era il 1986. Cleveland cedette Andrew Wiggins nel 2014 a Minnesota ma dopo averlo scelto. Doveva avere Kevin Love. Era un ordine che veniva dall'alto, da LeBron. Ma il caso più simile a questo si è verificato nel 1993: Orlando voleva Penny Hardaway e si rese conto che avrebbe potuto averlo anche al numero 3 così scelse all'1 Chris Webber solo per cederlo a Golden State e avere in cambio Hardaway e tre future prime scelte.
venerdì 24 febbraio 2017
NBA WEEK 18: la frettolosa cessione di Nerlens Noel
È molto improbabile che i Mavericks raggiungano i playoffs con l'innesto di un giocatore acerbo e comunque con dei limiti quale Nerlens Noel ma esserselo assicurato in cambio di Justin Anderson (ala atletica e difensiva che nella NBA non ha ancora mostrato nulla come tiratore quindi non è un 3andD) e di due seconde scelte è un colpo (Andrew Bogut non rientrava più nei piani di Dallas e non rientra in quelli dei Sixers).
mercoledì 28 dicembre 2016
Joel Embiid un rookie avvantaggiato ma unico per i Sixers
Joel Embiid vincerà il trofeo di rookie dell'anno. La corsa non è neppure cominciata. Il suo dominio è schiacciante. Ha un vantaggio netto sulla concorrenza, quello di essere stato scelto due anni fa. Pur non avendo giocato, ha due anni di più, ha potuto maturare fisicamente e tecnicamente, è stato esposto per due anni ai ritmi di lavoro, al contesto di un club NBA. Potrebbe essere discutibile la regola ma ne hanno beneficiato altri prima di lui. David Robinson ad esempio debuttò a San Antonio due anni dopo la scelta e a differenza di Embiid non era nemmeno infortunato. O Blake Griffin.
giovedì 27 ottobre 2016
NBA Notes: Trust the Process, Joel Embiid alla Michael Jordan
E’ come se i Philadelphia 76ers potessero schierare nella
stessa stagione due “numeri 1” del draft. Joel Embiid non lo è stato solo
perché i problemi fisici (piede destro) che gli avrebbero fatto saltare due
intere stagioni erano stati interpretati come “terrorizzanti” ovviamente. In
realtà con Ben Simmons fermo per infortunio alcuni mesi, i Sixers devono “accontentarsi”
di vedere in campo solo Embiid. Ma è un bel vedere.
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