giovedì 10 novembre 2016

Golden Times: quando da Brooklyn arrivò Chris Mullin...



Nel 1985, l’ultimo draft dell’era Mieuli portò a Oakland uno dei più grandi giocatori nella storia della franchigia. Chris Mullin era stato giocatore dell’anno a St.John’s. Aveva le chiavi della palestra, era legatissimo alla famiglia, la fidanzata Liz veniva dallo stesso quartiere e tutto quello di cui aveva bisogno per stare bene era un canestro, un pallone e una birra irlandese.
Nel 1984 vinse la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Los Angeles: Michael Jordan era la star della squadra, ma Mullin finì il torneo come secondo realizzatore. Fece un ultimo anno a St.John’s con Lou Carnesecca allenatore e infine entrò nei draft NBA con la speranza non tanto segreta di giocare per i Knicks, la squadra della sua città. Al numero 7 lo selezionarono invece i Golden State Warriors. “Dov’è Golden State?”, chiese Liz. “A Oakland”, rispose Chris. “E Oakland invece dove si trova?”.
Il suo primo allenatore fu John Bach, il suo approccio con il basket NBA traumatico. Joe Barry Carroll era appena rientrato dall’Italia, la squadra era scarsa e nessuno condivideva nulla. Finito l’allenamento, Chris provava a fare quello che aveva sempre fatto: fermarsi a tirare. Un veterano lo approcciò dopo qualche giorno: “Ci fai fare brutta figura: finito l’allenamento devi andartene come tutti noi”. Non era un buon ambiente. 

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