Se Russell Westbrook avesse deciso di lasciare Oklahoma City all'indomani della fuga di Kevin Durant di fatto avrebbe messo al tappeto un'intera organizzazione. Ma nessuno avrebbe potuto accusarlo di alto tradimento. Durant gli ha servito un assist. Avrebbe potuto andare a scadenza e scegliere la nuova destinazione. Neppure uno scambio gli avrebbe forzato la mano. Anzi essendo subordinato ad un suo impegno successivo avrebbe potuto scegliersi la squadra in anticipo. Che abbia scelto anche dopo la defezione di Kevin Durant di impegnarsi con OKC rinunciando allo status di free-agent è stato rigenerante dopo un'estate di scelte economiche o di comodo.
Opinioni, analisi e i miei libri: il mondo del basket americano visto da me di Claudio Limardi
mercoledì 10 agosto 2016
NY Basketball Stories: la storia di Earl The Pearl Monroe
Earl Monroe veniva da Philadelphia, figlio di un
cantante e lui stesso con il pallino della musica al punto che la sua
professione, nel dopo basket, è stata quella di discografico. Il baseball era
stato il suo primo amore e fino a 14 anni di età non ha praticamente mai preso
in mano un pallone da basket. Ma era già alto 1.85 e quando alla John Bartram
High School di Philadelphia se ne resero conto lo portarono di forza in campo.
A Bartram High, Monroe giocò tutti i ruoli, guardia, ala ma soprattutto centro.
Crebbe ancora un po’ ma solo fino a 191 centimetri e gradualmente spostò il suo
gioco sempre più distante dal canestro.
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