martedì 30 gennaio 2018

Blake Griffin: il punto di vista dei Clippers



La fine di “Lob City”, sancita dalla defezione di Chris Paul, aveva messo i Clippers in una situazione molto difficile in estate, in mezzo al guado tra la ricostruzione o il tentativo di rimanere ancora competitivi a dispetto di una perdita devastante come quella del cosiddetto “Point-God” con cui – va ricordato – comunque i Clippers non sono mai andati oltre il secondo turno dei playoffs. In estate i Clippers non erano pronti ad arrendersi e accettare un ruolo minore, per tanti motivi, alcuni commerciali (prezzi dei biglietti alzati, trattative in corso per un nuovo impianto, la battaglia per la torta televisiva nella zona di Los Angeles, i Lakers del nuovo corso), e altri più strettamente agonistici. In fondo si erano illusi di essere più forti di quello che erano o forse erano stati solo più sfortunati di altre squadre. Fatto sta che la perdita di Paul, in minima parte compensata dai giocatori arrivati da Houston principalmente Lou Williams, non ha convinto Steve Ballmer, il supermiliardario proprietario del club, a staccare la spina e ripartire. I Clippers hanno provato a rimanere rilevanti prendendo Danilo Gallinari – e non sono stati fortunati, visto che praticamente per ora non ha giocato – e soprattutto estendendo Blake Griffin.