lunedì 25 luglio 2016

Il sogno proibito di Boston: Butler, Horford e Durant


Danny Ainge costruì l'ultimo titolo NBA dei suoi Celtics in un'estate. Nel 2007 aveva in squadra Paul Pierce e il giovane Rajon Rondo. Convinse il primo a restare andando a prendere gli altri due. Il si di Ray Allen da free-agent era subordinato a quello di Kevin Garnett cui Minnesota aveva dato via libera ma sostanzialmente poteva scegliersi la propria squadra. Ainge sperava di poter fare qualcosa di simile quest'estate. Aveva Isaiah Thomas, voleva firmare Al Horford da free-agent e sfruttando la sua amicizia e la condivisione dell'agente ottenere Kevin Durant. Nel frattempo sperava di avere Jimmy Butler da Chicago via trade. Il quintetto dei sogni era Thomas, Butler, Durant, Horford e Kelly Olynik o Tyler Zeller o chiunque altro da centro. Per avere Butler avrebbe dovuto sacrificare numerosi degli assets accumulati nelle ultime stagioni. Non è chiaro ma è possibile che avrebbe dovuto rinunciare anche a giocatori che oggi fanno parte del "core" dei Celtics. Marcus Smart o Jae Crowder. Avery Bradley. O la scelta numero 3 di questo draft, Jaylen Brown.
Il piano questa volta non è riuscito ma con l'addizione di Horford, Boston può legittimamente considerarsi la squadra numero due della Eastern conference in competizione - ma non dietro - Toronto e Atlanta, non Miami ovviamente e in attesa di valutare meglio New York e Chicago. Di sicuro Ainge ha raddoppiato il numero di giocatori da All-Star Game con Horford accanto a Thomas,  ha migliorato la squadra davanti e non ha rinunciato a nessuno dei suoi top players per il momento (non giurerei non sia ancora attivo sul fronte di potenziali scambi).
I Celtics restano in ogni caso una delle squadre con più margine per esplodere della Lega. Con sei prime scelte nei prossimi tre anni sono da considerare in prima linea per ogni potenziale trade che coinvolga giocatori del primo livello. E i suoi giocatori sono giovani, in crescita e quindi appetibili per chiunque anche se Thomas è un teorico fattore di rallentamento - quasi quanto il suo tiro da tre precipitato dal 33 al 25% tra primo e secondo anno nella Lega - dell'evoluzione di Marcus Smart. Inoltre hanno il fattore Brad Stevens che in molti ambienti NBA è considerato un possibile aspirante al platonico titolo di miglior coach della Lega.
Proprio Stevens ha indicato nel tiro da fuori il più serio motivo di preoccupazione in vista della prossima stagione al punto che i media hanno suggerito un tentativo di strappare ai Cavaliers addirittura JR Smith uno dei giocatori la cui reputazione è cambiata in meglio in modo drastico negli ultimi 18-24 mesi forse meno considerando da dove proveniva. Ma la sensazione è che Ainge non si fidi anche se Smith è uomo da 40% in una stagione in cui ha eseguito 6.6 tentativi di media. Nei Celtics dell'anno scorso unico oltre il 40% è stato il centro Olynik. Il teorico specialista RJ Hunter sul quale contano molto è rimasto al 30% e il giovane Terry Rozier non ci prova mai anche se in generale ha avuto una strepitosa summer league. Quindi la mossa avrebbe senso.
Ma i Celtics sono da seguire soprattutto per come saranno sempre vigili sul mercato. Sempre ad una mossa dal diventare una vera minaccia per Cleveland.

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