mercoledì 5 luglio 2017

Griffin più Gallinari, l'asse dei nuovi Clippers del dopo Paul

Tanti in Italia avrebbero voluto vedere Danilo Gallinari giocare in una squadra da titolo ma i Clippers non sono la barzelletta che erano sotto la gestione di Donald Sterling. Nelle ultime cinque stagioni hanno vinto regolarmente più di 50 partite, soglia dell'eccellenza, il proprietario Steve Ballmer è il più facoltoso dell'intera NBA e a bordo è appena arrivato da Golden State un personaggio fantastico come Jerry West. Gallinari è in una grande organizzazione che tra l'altro aveva in altri momenti cercato di prenderlo.

Golden Times Aggiornato: Kevin Durant



Joe Lacob aveva rilasciato una dichiarazione che sembrava già una minaccia. Nei minuti successivi di gara 7 aveva detto che i Golden State Warriors sarebbero stati estremamente aggressivi sul mercato per migliorare ulteriormente la squadra, anche sull’onda della delusione. Quella dichiarazione d’intenti, suffragata dalla successiva firma di Kevin Durant, è stata un segnale. I Golden State Warriors hanno raggiunto uno status che nella loro storia non avevano mai, mai, neppure avvicinato. Sono una franchigia modello, cui nessuno dice no a priori.

Gli intrecci tra i Lakers e il futuro hanno spinto Hill ai Kings

È curioso notare che i Los Angeles Lakers e i Sacramento Kings avevano avuto la stessa idea: firmare George Hill per dare al loro rookie point-man il miglior mentore possibile per navigare nelle acque della NBA da teen-ager. È un ruolo un tantino limitativo per un giocatore reduce da una stagione tormentata ma molto rispettato, di qualità, un giocatore che può fare il titolare ad un livello molto più alto più quello attuale di Lakers e Kings. Ad esempio gli Spurs l'avrebbero preso volentieri se avessero avuto lo spazio salariale per includerlo nel roster senza dover smembrare una parte di squadra,  ovvero quanto pensavano di fare per arrivare a Chris Paul (ipotesi abortita).