I Chicago Bulls vengono da una stagione catastrofica in cui sono stati
forse il più "disfunctional team" di tutta la NBA, con un coach
promettente come Fred Hoiberg, probabilmente non ancora pronto per
gestire uno spogliatoio complicato, diviso dall'ascesa di Jimmy Butler, e
un roster indebolito dalle 68 partite di assenza di Joakim Noah,
l'ancora della difesa. Le prime mosse della post-season sono state una
dichiarazione chiara di smobilitazione. La cessione di Derrick Rose a
New York poi la rinuncia senza condizioni a Noah e allo stesso Pau
Gasol, poi le voci riguardanti la cessione dello stesso Butler
sembravano operazioni in puro stile Sixers.
E infine è cambiato tutto. Difficile pensare ad un disegno preordinato, più
probabile che i Bulls abbiano banalmente cambiato rotta cogliendo
l'attimo. Se non avessero avuto la possibilità di prendere Dwyane Wade
ovvero una delle più brillanti stelle NBA degli ultimi 15 anni ma
soprattutto un prodotto di Chicago con ogni probabilità avrebbero
ricostruito. Invece hanno tenuto Butler e aggiunto Rajon Rondo
componendo una squadra da "win now". Di solito queste operazioni si
rivelano inefficaci o addirittura catastrofiche. I Bulls sperano che in
una Eastern conference con un solo team inarrivabile possano diventare
squadra da finale di conference o comunque abbastanza competitiva da
poter poi usare la stagione e il carisma di Wade per rastrellare un
free-agent del primo livello tra un anno. Può funzionare?