lunedì 25 luglio 2016

New York Basketball Stories 2.0: Earl Manigault




Earl Manigault è stato così il giocatore di playground più famoso della storia, non necessariamente perché sia stato il migliore – quanti l’hanno visto giocare tra chi ne racconta le imprese? – ma perché attorno a lui sono fiorite le leggende più accattivanti e perché la sua storia presenta un tasso di drammaticità molto elevato. Inoltre la sua vita fu portata alla luce da un libro famosissimo uscito nel 1971, “The City Game”, appunto, di Pete Axthelm. Da quel momento non si può parlare di playground o di basket da strada senza citare le gesta di Earl Manigault. L’ha fatto Rick Telander, con un altro straordinario volume, “Heaven is a Playground”, l’hanno fatto Lars Anderson e Chad Millman in “Pick Up Artists”. Su di lui è stato prodotto persino un film, “Rebound”. E quando è morto, vinto da un cuore indebolito dagli stravizi di gioventù, a 53 anni, la notizia ha fatto il giro del mondo ed è finita su tutti i giornali di New York. E non solo…

Il sogno proibito di Boston: Butler, Horford e Durant


Danny Ainge costruì l'ultimo titolo NBA dei suoi Celtics in un'estate. Nel 2007 aveva in squadra Paul Pierce e il giovane Rajon Rondo. Convinse il primo a restare andando a prendere gli altri due. Il si di Ray Allen da free-agent era subordinato a quello di Kevin Garnett cui Minnesota aveva dato via libera ma sostanzialmente poteva scegliersi la propria squadra. Ainge sperava di poter fare qualcosa di simile quest'estate. Aveva Isaiah Thomas, voleva firmare Al Horford da free-agent e sfruttando la sua amicizia e la condivisione dell'agente ottenere Kevin Durant. Nel frattempo sperava di avere Jimmy Butler da Chicago via trade. Il quintetto dei sogni era Thomas, Butler, Durant, Horford e Kelly Olynik o Tyler Zeller o chiunque altro da centro. Per avere Butler avrebbe dovuto sacrificare numerosi degli assets accumulati nelle ultime stagioni. Non è chiaro ma è possibile che avrebbe dovuto rinunciare anche a giocatori che oggi fanno parte del "core" dei Celtics. Marcus Smart o Jae Crowder. Avery Bradley. O la scelta numero 3 di questo draft, Jaylen Brown.