martedì 1 novembre 2016

NBA Notes: i nuovi ricchi Adams, Gobert e non solo...




Il 31 ottobre è sempre l’ultimo giorno in cui i giocatori della classe dei rookie di quattro anni prima possono firmare un’estensione con la squadra che li ha scelti. Se non lo fanno, a fine stagione, diventano “Restricted Free-Agent”: dal momento che la loro squadra continua a detenerne i cosiddetti “Bird Rights” il rischio di perdere il giocatore non è altissimo perché esiste sempre la possibilità di pareggiare l’offerta. Ma con un mercato imprevedibile come quello attuale non è mai prudente trovarsi nella condizione di dover pareggiare un’offerta. Oppure no?

Come nacque la "Linsanity"




Con il senno di poi ha perfettamente senso che la più incredibilmente rapida ascesa dal nulla a fenomeno globale – con ridiscesa sul pianeta Terra ma comunque sempre nel regno dei milionari dei canestri della NBA – sia andata in scena nella più incredibile città del mondo. Nell’inverno del 2011, un playmaker di origini taiwanesi, fresco di laurea ad Harvard, università tra le più note al mondo ma non certo per la produzione di giocatori di basket, Jeremy Lin aveva già raggiunto un accordo con la squadra italiana di Teramo. Era in corso il lock-out e Lin pensò che quella fosse la sua strada.