martedì 31 gennaio 2017

Golden Times: il draft di Harrison Barnes



L’Iowa non è territorio di cestisti, per cui fa un po’ impressione che due giocatori NBA abbiano giocato nello stesso liceo negli stessi anni. Harrison Barnes alla Ames High School faceva coppia con il bianco massiccio Doug McDermott. Quando erano junior vinsero 26 partite di fila e il titolo dello stato. L’anno successivo di gare ne vinsero 27 e si ripeterono. Barnes era considerato il miglior giocatore del paese. Fecero la guerra per assicurarselo. 

lunedì 30 gennaio 2017

NBA WEEK 14/b: tra i centri dell'Est è già futuro con Joel Embiid



La situazione centri a Est è molto meno florida di quanto lo sia a Ovest per questo è corretto limitare la scelta a due giocatori. Uno come Steven Adams che a Ovest non viene neppure considerato tra i primi del ruolo, qui sarebbe almeno da tenere in considerazione. È da menzionare che dei cinque candidati forse solo uno giocherà i playoffs.

NBA WEEK 14/a: l'Ovest è ricco di centri e due fenomeni



La scelta mia personale di selezionare tre centri per la squadra dell'Ovest del prossimo All-Star Game serve per fare il punto sulla situazione di un ruolo che prima stava sparendo e poi si è evoluto con l'arrivo di giocatori utilizzabili in due posizioni per tecnica e dinamismo, quindi moderni. Tuttavia ad Ovest il ruolo ha toccato livelli di profondità interessanti con interpreti molto diversi tra loro. Marc Gasol e Rudy Gobert sono centri ambedue ma quanto sono differenti?


I CANDIDATI - Karl-Anthony Towns  (Minnesota), DeMarcus Cousins (Sacramento), Rudy Gobert  (Utah), DeAndre Jordan  (Clippers), LaMarcus Aldridge (San Antonio), Marc Gasol (Memphis), Anthony Davis (New Orleans), Nikola Jokic  (Denver). Qui le cifre.

Giocatore
Ppg
Rpg
Apg
St
%
%tl
L.Aldridge
17.5
7.5
2.3
1.0
49.5
81.5
D.Cousins
28.1
10.1
4.4
1.4
45.3
76.9
A.Davis
27.8
12.1
2.2
2.3
50.0
79.3
N.Jokic
15.5
8.5
4.0
0.8
59.3
81.7
R.Gobert
12.8
12.6
0.9
2.6
66.1
64.5
D.Jordan
12.6
14.0
1.1
1.8
69.0
51.4
M.Gasol
20.8
6.1
4.2
1.5
46.7
83.0
K.Towns
22.7
11.9
3.0
1.5
50.4
81.5


I RIM PROTECTORS - DeAndre Jordan e Rudy Gobert sono i centri più facili da considerare "puri". Nessuno dei due tira da fuori, tutti e due giocano stabilmente a centro area, tutti e due stoppano, intimidiscono, proteggono il ferro e convertono a rimbalzo d'attacco e in situazioni di pick and roll. Rischierebbero di diventare obsoleti se non avessero il dinamismo e la velocità per non dover soltanto "contenere" nelle situazioni difensive in cui gli avversari si abbassano come fa Golden State con Draymond Green da 5 e come fa Cleveland con Kevin Love.  Ma chi è il migliore? Quando Jordan è in campo i Clippers concedono appena 93 punti ogni 100 possessi; con Gobert, Utah ne concede 98. Ma i limiti di Jordan come attaccante (vedi tiri liberi) sono il motivo per cui i Clippers con lui in campo segnano 10 punti per 100 possessi in meno di quanti ne segnino i Jazz con Gobert. 
I COMBO - Karl-Anthony Towns a Minnesota parte da ala forte con Gorgui Dieng da centro. Ma se lo consideriamo un centro, è il più moderno e futuribile che ci sia assieme a Joel Embiid di Philadelphia. Towns può difendere ovunque, intimidisce e tira da fuori. È un giocatore totale. LaMarcus Aldridge è un ibrido. Gioca dentro e fuori. In attacco ha un range inferiore a quello di Towns, più limitato al gomito della lunetta, mentre non è un rimbalzista top. Quest'anno San Antonio lo accoppia in quintetto con David Lee, altro ibrido ma molto meno atletico soprattutto con l'avanzare degli anni.
I PLAYMAKERS - Marc Gasol è un giocatore polifunzionale. Ormai tira da tre come se la sua vita dipendesse da questo. In più è il miglior centro passatore della Lega. Nikola Jokic è il suo erede anche se tira meno bene dall'arco. Se Denver lo avesse promosso in quintetto prima, sottraendolo alla combinazione impossibile con Jusuf Nurkic, la sua stagione sarebbe stata addirittura memorabile non solo rivelatoria. Jokic però ha limiti difensivi importanti. Con lui ad ancorare la difesa Denver concede 110 punti ogni 100 possessi, il dato peggiore tra questi centri, ma in attacco segna 129 punti ogni 100 possessi, un numero che proiettato su una gara intera trasformerebbe i Nuggets (con Wilson Chandler e Danilo Gallinari alle ali) nella miglior squadra offensiva della Lega. DeMarcus Cousins può figurare sia qui che tra gli ibridi vista la poliedricità. Qualcuno potrebbe pensare di metterlo anche sotto, come fenomeno, che in effetti lo è, con tutti i suoi limiti temperamentali.
I FENOMENI - Anthony Davis: non a caso ormai gioca solo da centro attorniato di tiratori. Davis compete al top della Lega per punti, rimbalzi e stoppate. Può segnare correndo, al ferro e tirando dalla media senza disdegnare il tiro da tre. Quindi fa tutto al livello dei migliori. Probabilmente in una squadra più forte di quanto siano i Pelicans potrebbe tirare di meno, segnare di meno, alzare le percentuali. DeMarcus Cousins come Davis gioca in una squadra mediocre e il carico di responsabilità offensive che si accolla è eccessivo e grava sulle percentuali. Però rispetto a Davis, pur essendo meno difensore e intimidatore, è un passatore migliore e ha maggior “range”.
LE SCELTE - Con Aldridge o Towns (ma prenderei Towns) creerei una squadra più equilibrata visto che tra le quattro ali figurerebbe solo un vero power forward (Green) ma trovo impossibile dopo Davis non trovare posto per DeMarcus Cousins e almeno uno dei due Rim Protector. Ma quale? DeAndre Jordan perché prevale a rimbalzo, passa un po’ meglio la palla, ha vinto qualche partita in più con i Clippers nonostante gli infortuni a Griffin e Paul (anche Utah ha avuto la sua sequela di infortuni per la verità) ma è davvero una scelta sul filo di lana. L’alternativa sarebbe Marc Gasol ma il prezzo da pagare al suo tiro da tre è che a rimbalzo è il minimo in carriera. Per un centro dovrebbe contare.
MY WEST ALL-STAR TEAM
Quintetto: Russell Westbrook, James Harden, Kawhi Leonard, Kevin Durant, Anthony Davis.
Panchina: Damian Lillard, Stephen Curry, Chris Paul (sostituito da CJ McCollum per infortunio), Gordon Hayward, Draymond Green, DeMarcus Cousins, DeAndre Jordan.

domenica 29 gennaio 2017

Non dimenticheremo mai il 1991 di Shackleford

Charles Shackleford ha giocato a Caserta in due riprese, ha giocato all'Aris Salonicco vincendo la Coppa Korac, a Istanbul, al Paok, a North Carolina State e nella NBA. Ma non importa cosa dicono le cifre la Sua stagione è quella dello scudetto di Caserta nel 1991. Di lui si ricordano i numeri: irreali. Era un rimbalzista fantastico, forse il migliore specialista che ci sia mai stato in Italia. Ma era anche un grande giocatore di post basso. Non dominava con la stazza ma con la forza e il fisico e l'atletismo. Voglio ricordare alcune cose di quella stagione.

sabato 28 gennaio 2017

Le pretese impossibili del general manager LeBron James



I Cleveland Cavaliers dovranno prendere almeno un giocatore perché l'ha chiesto LeBron James e a LeBron James non puoi dire di no. I Cavs hanno il monte salari più alto della Lega e pagano una fortuna di luxury tax (54 milioni l’anno scorso, 27 in questa stagione) anche perché hanno strapagato giocatori graditi a LeBron come Tristan Thompson nel 2015 e JR Smith nel 2016. Per mantenere una parvenza di dignità ad un payroll enorme (127 milioni quest’anno) hanno dovuto lasciar andare Timofey Mozgov - sacrificio modesto nel sistema di gioco di Tyronn Lue - e Matthew DellaVedova che invece sarebbe stato utile. Nonostante questo sono stati in grado di prendere Kyle Korver da Atlanta, un'addizione generalmente considerata vincente.

mercoledì 25 gennaio 2017

NBA WEEK 13/c: la funzionalità di Zaza Pachulia


Zaza Pachulia ha fatto notizia la scorsa settimana per il fallo su Russell Westbrook che ha generato polemiche, alimentato il sangue amaro esistente tra due squadre al momento di statura differente (Golden State è la favorita proibitiva nella corsa al titolo, Oklahoma City difficilmente potrà aspirare al secondo turno dei playoffs anche se raggiungerli con un roster carente in due ruoli, ala piccola e ala forte, quest'ultima posizione coperta dal rookie Domantas Sabonis), e le minacce di ritorsione arrivate da Westbrook e per la verità accolte da Pachulia. Ma il centro georgiano è forse il giocatore più sottovalutato dei Warriors.

martedì 24 gennaio 2017

NBA WEEK 13: la caccia a Big O, Oscar Robertson

Quando Oscar Robertson viaggiò in tripla doppia media ebbe 41 gare in tripla doppia. Per Russell Westbrook sarà più facile chiudere l'anno in tripla che eguagliare le 41 triple doppie di Big  O che sono primato di ogni epoca. (Nella foto Big O quando giocava al college, a Cincinnati: vogliamo parlare di atletismo...)

lunedì 23 gennaio 2017

New York Knicks: analisi di un ventennio di fallimenti

La storia vincente dei Knicks che pur senza essere davvero tale era durata per tutti gli anni '90 fini il 29 giugno 1999 quando la squadra, persa la seconda Finale del decennio contro gli Spurs, sbagliò in modo pacchiano la propria prima scelta.

NBA WEEK 13/b: le ali della Western poche e "piccole"





La situazione ali nella Western Conference è molto particolare. La profondità del ruolo è relativa, nelle ali grandi addirittura inesistente. Scegliendo il mio All-Star Team personale metterei quattro ali anziché le canoniche cinque per tenere tre slot per la posizione di centro che viceversa a Ovest presenta tantissime diverse opzioni. Basti pensare a DeAndre Jordan, Anthony Davis (che può essere collocato anche come ala), LaMarcus Aldridge (lo considero un 4-5), Rudy Gobert, Karl-Anthony Towns, Marc Gasol e Nikola Jokic. Restiamo però tra le ali.

domenica 22 gennaio 2017

NBA WEEK 13/a: le ali della Eastern Conference dopo LeBron



Il ruolo di ala nella Eastern Conference è LeBron James e tutti gli altri, nessuno dei quali particolarmente esaltante incluso Paul George. Designando un eventuale All-Star Team vanno considerati giocatori protagonisti di stagioni al di sotto delle aspettative come Carmelo Anthony o Paul Millsap. Lo scenario potrebbe cambiare includendo Jimmy Butler o Giannis Antetokoumnpo tra le ali in modo improprio, ma tant’è. Prima le ali piccole.

martedì 17 gennaio 2017

NBA WEEK 12/d: le guardie del West per l'All-Star Game



Quando nella stessa conference hai Russell Westbrook e James Harden per quanto quest'ultimo sia anche lui un point-man le scelte sono fatte in partenza. I due stanno devastando record inimmaginabili. L'aspetto più inquietante è che con il tipo di stagione che stanno vivendo uno dei due non sarà comunque l'MVP. E invece lo meriterebbero tutti e due. Proiettandoli entrambi come titolari, nella Western occorre mantenere unica la posizione di guardia generica e cercare i due cambi.

NBA WEEK 12/e: se Draymond Green andasse in tripla doppia media?




James Harden ha piazzato due triple doppie consecutive contenenti almeno 40 punti segnati. Prima di lui c'erano riusciti Pete Maravich, Michael Jordan e Russell Westbrook. I Rockets hanno conosciuto la prima mini striscia perdente la scorsa settimana ma si sono ripresi andando a segnare 140 punti a Brooklyn.

lunedì 16 gennaio 2017

NBA WEEK 12/c: le guardie dell'East per l'All-Star Game



Scegliere le guardie della squadra della Eastern Conference per il prossimo All-Star Game è esercizio complicato perché il ruolo attraversa una sorta di età dell'oro in cui la profondità è padrona e le tipologie di giocatore differiscono. Quante guardie credibili giocano a Est? E Giannis Antetokounmpo va considerato uno di loro nel suo ruolo spurio di point-guard che gioca accanto ad un'altra point-guard? DeMar DeRozan è chiaramente la miglior shooting-guard della conference e merita di partire in quintetto ma il problema è tenere fuori diversi dei primi 25 giocatori in assoluto della Lega.

NBA WEEK 12/b: quando il numero 1 del draft fallisce

I Nets hanno tagliato Anthony Bennett, il centro canadese che giocò un solo anno a UNLV prima di essere chiamato sorprendentemente al numero 1 dei draft da Cleveland. Bennett non ha avuto alcun impatto nella NBA. È solo servito ai Cavs per creare il pacchetto da mandare a Minnesota per Kevin Love. E adesso gioca al Fenerbahce. In Eurolega ha i numeri atletici per ricostruirsi una carriera. Non è caduto male. Anzi.

NBA WEEK 12/a: i Lakers in difesa del "terzo" pick

Non tutte le crisi vanno considerate negativamente. I Lakers avevano illuso inizialmente di poter essere una squadra competitiva nella Western Conference e invece non lo sono. Che questo sia un male non è detto. La prima scelta dei Lakers nel prossimo draft andrà infatti a Philadelphia se non sarà tra le prime tre.

Golden Times: perché i Warriors presero Andrew Bogut


Andrew Bogut nel 2012 si ruppe una caviglia e mentre era rotto fu acquistato dai Golden State Warriors. Fu lui involontariamente a determinare la prima – unica in realtà – contestazione contro Joe Lacob. Era stato lui il giocatore acquistato in cambio di Monta Ellis. Questa era la colpa. Illogico, senza senso, ma comprensibile nell’ottica del tifoso.

venerdì 13 gennaio 2017

New York Basketball Stories 2.0: la nascita dei Just Ballin' guys



Pat Riley lasciò i New York Knicks per andare ad allenare i Miami Heat che gli permettevano un potere molto più ampio e un ruolo anche dirigenziale. La sua partenza sancì la fine di un ciclo ma a New York ricostruire non è mai stato possibile. Le aspettative sono sempre molto alte e prendere la scorciatoia una tentazione troppo forte che però non garantisce mai alcun risultato.

mercoledì 11 gennaio 2017

NBA WEEK 11/d: Chris Paul un "throwback player" ma non prenderà mai Stockton

Chris Paul è diventato il decimo giocatore della storia con almeno 8.000 assist. Ha avuto bisogno di 806 partite per riuscirci, di fatto ha una media carriera di quasi 10.0 assist per gara che ne legittima il rango di point-man - nel senso meno inquinato del termine - più forte degli ultimi dieci anni di NBA, anche se il ruolo si è evoluto in direzione realizzativa per cui anche i migliori assist-man del momento accumulano assist giocando, speculando, sulle loro doti realizzative, di giocatori che possono prendersi un vantaggio dall'uno contro uno. Anche per i compagni. Vedi James Harden a Houston, Russell Westbrook a Oklahoma City, lo stesso Stephen Curry a Golden State. Nessuno dei tre giocava da point-man reale al college. Harden non era mai stato etichettato come point-guard fino a tre mesi fa. Ma il concetto si può estendere a George Hill di Utah, ad Isaiah Thomas di Boston e Kyrie Irving di Cleveland che addirittura smazza meno della metà degli assist di Harden. Quindi Chris Paul è una specie di "throwback player".

martedì 10 gennaio 2017

NBA WEEK 11/Toronto sarebbe perfetta per Paul Millsap

Atlanta ha preso una decisione chiara, che è quella di ricostruire usceno dal limbo attuale che nonla porterà mai da nessuna parte. Questo gruppo ha toccato l'apice due anni fa quando vinse 60 partite. La scorsa estate la cessione di Jeff Teague poteva essee considerata necessaria per valorizzare il più giovane Dennis Schroder. Ma oltre a lui se n'è andato anche Al Horford, da free-agent, rimpiazzato da Dwight Howard ma la direzione presa della squadra non è quella auspicata. Cedere i giocatori migliori ma non giovani permette di accumulare scelte. Ed è questa la strada che gli Hawks hanno deciso di percorrere. Di qui la cessione di Kyle Korver, a sei mesi dallo status di free-agent, per ottenere una prima scelta. Non sarà di pregiata qualità (Cleveland sceglierà nelle ultime posizioni) ma è comunque una prima scelta. Per Paul Millsap però chiede qualcosa di più. Da precisare che al momento è stato ritirato dal mercato anche se la mossa potrebbe essere strategica.