Ricordo che ai tempi delle due Finali consecutive degli Utah
Jazz contro i Chicago Bulls si stava facendo largo la corrente di pensiero
secondo cui Karl Malone era da considerare la miglior ala forte nella storia
del basket. In realtà la legittima candidatura di Malone risentiva della
vecchia interpretazione del ruolo. Le migliori ali forte per molti anni erano stati
giocatori di fatica, fisici, grandi combattenti e rimbalzisti ma raramente
grandi giocatori. Il ruolo si è evoluto. Elvin Hayes, prodotto della Houston
University, è stato una delle migliori ali forti della storia. Bob McAdoo che
ha ottenuto però i migliori risultati di squadra quando si è trasferito ai
Lakers con un ruolo inferiore rispetto a quello dominante – ma perdente – degli
anni di Buffalo e New York. Spencer Haywood a Seattle. Ancora prima Dave
Debusschere a New York che era un giocatore moderno perché oltre ad essere un
ruvido rimbalzista e un difensore era anche un eccellente tiratore. Ce ne sono
stati altri. Poi all’inizio degli anni ’80 ci sono stati Larry Bird – ma la sua
carriera è stata spesa soprattutto all’ala piccola, oggi probabilmente non
potrebbe farlo – e Kevin McHale.
Tim Duncan si è ritirato dopo 19 anni nella stessa squadra,
a San Antonio. E’ stato la miglior ala grande della storia? Parliamo degli
ultimi trent’anni, da quando il ruolo ha avuto un’evoluzione verso la
modernità. Ci sono stati strepitosi interpreti. Tom Chambers, Seattle e
Phoenix, forse il più grande saltatore bianco della storia. Shawn Kemp, The
Rain Man di Seattle, poi Larry Johnson, Chris Webber, magari lo stesso Dennis
Rodman, irreale come rimbalzista, strepitoso difensore ma scarso in attacco.
Ma se vogliamo analizzare Tim Duncan o i migliori di sempre
possiamo fermarci a cinque nomi, tutti relativamente “giovani”. Dirk Nowitzki,
Kevin Garnett, Charles Barkley, Karl Malone e Tim Duncan hanno una cosa in
comune: hanno tutti vinto il trofeo di MVP. Nessun’altra ala grande l’ha fatto.
Incluso McHale. Difficile includerlo perché tutta la carriera l’ha spesa a
Boston in una squadra fortissima nella quale non era il miglior giocatore – si trattava
di Larry Bird – e non necessariamente era il secondo (Robert Parish? In qualche
momento Dennis Johnson?).
Dirk Nowitzki è stato l’ultima ala forte a venire nominato
MVP, nel 2007. Come Duncan, ha un’altra medaglia da mettersi al petto: è stato
MVP della Finale NBA quando l’ha vinta nel 2011. Nowitzki ha giocato solo nei
Dallas Mavericks, ha giocato due Finali, ne ha vinta una. Quattro volte è stato
primo quintetto All-NBA, cinque volte secondo quintetto. In 13 stagioni ha
segnato almeno 20 punti di media a partita. Delle cinque ali forti considerate,
ha la terza media punti in carriera ma di tutti è stato largamente il meno
decisivo a rimbalzo. Non ha mai toccato i 10 di media in una stagione. E non è
mai stato All-Defensive.
Kevin Garnett è stato MVP nel 2004, prima che arrivasse a
Boston e vincesse il titolo del 2008 (più una Finale nel 2010, in sette partite).
E’ stato quattro volte All-NBA, tre volte secondo quintetto, ha segnato meno
dei cinque (la lunga carriera però incide, perché comunque ha toccato i 20 di
media per nove anni di fila). I 10.0 rimbalzi di media scenderanno alla fine
della prossima stagione, è inevitabile, ma come rimbalzista ha il diritto di
considerarsi forse il migliore di tutti. Non solo ha avuto nove stagioni oltre
i 10 di media ma quattro volte è stato il miglior rimbalzista della Lega. Vanta
anche nove inclusioni nel primo quintetto difensivo. E a differenza di tutti
gli altri è stato Difensore dell’anno nel 2000.
Charles Barkley è stato MVP nel 1993, anno in cui andò a
Phoenix e portò i Suns alla sesta partita contro i Bulls. Dei cinque è stato il
migliore a rimbalzo, 11.7 per gara in carriera, il migliore negli assist (3.9).
Barkley non era un difensore, mai incluso nei quintetti difensivi, è stato
cinque volte primo quintetto e quattro volte secondo quintetto. I numeri sono
impressionanti: Barkley ha avuto 11 stagioni oltre i 20 punti e 15 oltre i 10
rimbalzi con un top di 14.7 (gli valse il primo posto in graduatoria).
Karl Malone è stato MVP due volte come Duncan, ma ha perso
le tre Finali che ha giocato anche se l’ultima, ai Lakers ultimo anno di
carriera, conta poco (aveva 42 anni, era la squadra lesionata dal rapporto tra
Shaq e Kobe, non era lui a doverla portare al successo e infine si fece anche
male in Finale, contro Detroit). Karl è stato tra i cinque il miglior
realizzatore. Non è solo una questione dettata dai 25.7 di media (Nowitzki, Barkley
e Garnett avevano più raggio di tiro, lui era il migliore dalla media), ha
avuto 17 stagioni – 17! – oltre i 20 punti per gara e 11 volte primo quintetto
All-NBA. Malone ha avuto 10.2 rimbalzi per gara in carriera e tre volte, senza
essere uno specialista, è stato incluso nel primo quintetto difensivo.
Arriviamo a Tim Duncan: per essere un passatore sublime, è
bassa la media di 2.8 assist per gara, ma dopo Barkley è stato il più
consistente a rimbalzo, ha segnato più di Garnett, è stato due volte MVP come
Malone, ha segnato almeno 20 di media in tutte le sue prime otto stagioni nella
Lega e ha catturato almeno 10 rimbalzi in tutte le prime 13. Dieci volte è
stato primo quintetto All-NBA, otto volte primo quintetto difensivo.
Ecco il confronto.
Giocatore
|
Tit.
|
MVP
|
MF
|
1° T
|
Def
|
Ppg
|
Rpg
|
Apg
|
Tim Duncan
|
5
|
2
|
3
|
10
|
8
|
19.0
|
10.8
|
2.8
|
Karl Malone
|
-
|
2
|
-
|
11
|
3
|
25.4
|
10.2
|
3.6
|
Charles Barkley
|
-
|
1
|
-
|
5
|
-
|
22.1
|
11.7
|
3.9
|
Kevin Garnett
|
1
|
1
|
-
|
4
|
9
|
17.8
|
10.0
|
3.7
|
Dirk Nowitzki
|
1
|
1
|
1
|
4
|
-
|
22.0
|
7.9
|
2.5
|
Eliminerei Nowitzki: è il miglior tiratore dei cinque, ma
sono stati tutti in modo diverso grandi tiratori. Lui non è stato un
rimbalzista o un difensore competitivo rispetto agli altri. Garnett e Duncan
sono stati i migliori difensori: Duncan ha ancorato per tutta la vita la difesa
degli Spurs, che è stata consistentemente una delle prime tre della Lega, ma KG
ha imposto la stessa cultura prima a Minnesota partendo quasi da zero e poi a
Boston. Barkley è stato il miglior rimbalzista, un passatore incredibile e una
macchina da canestri, ma un difensore sotto media. La squadra più forte in cui
ha giocato, Phoenix, era una squadra offensiva, non difensiva. Malone era il
più fisico di tutti. Ha stupito la sua straordinaria forza fisica abbinata ad
una tecnica che con il tempo è diventata sorprendente: tiro dalla media, gioco
in post basso, difesa, esecuzione. Grazie alla sua tenuta fisica ha giocato a
livelli incredibili per un periodo lunghissimo.
Se guardiamo alla completezza, Duncan e Garnett sono stati i
migliori sui due lati del campo (KG sei stagioni oltre i 5.0 assist di media),
Malone il più costante e potente. Duncan però ha una cosa che lo rende unico ed
è il motivo per cui viene considerato il migliore di tutti. Esatto: cinque
titoli NBA vinti di cui tre da MVP della Finale, lungo un arco di carriera di
18 anni. Definire Duncan il migliore di tutti, il più solido è legittimo, ma se
parliamo di consistenza quella l’hanno avuta anche gli altri. Duncan si fa
preferire per le vittorie, ma è anche vero che Malone, Barkley e Garnett non
hanno avuto la fortuna di finire in una squadra da finale di conference - minimo
- fin da quando erano rookie (a Duncan è successo: chi ha debuttato accanto a
David Robinson). Vorrei aggiungere che non ha mai giocato una Finale NBA contro
Michael Jordan e i suoi Bulls ma è vero che ha combattuto ad Ovest contro la
dinastia dei Lakers di Shaq e Kobe Bryant che vinsero tre titoli di fila prima
che lui si prendesse il secondo. Non è detto che Duncan sia stato il migliore
ma sostenerlo è legittimo. Li batte cinque contro due (tutti assieme) nei
titoli vinti. Non è tutto ma è molto.
1 commento:
Duncan è un giocatore migliore di Malone, ma Duncan ha quasi sempre giocato Centro.
La miglior Ala Forte è quindi Malone.
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