Quando si parla di NBA, Carmelo Anthony dev’essere definito
una delle grandi star che non hanno mai trasformato contratti (230 milioni di dollari di guadagni quando scadrà l'attuale accordo con i Knicks), reputazione e
statistiche in vittorie. Melo arrivò nella NBA nei leggendari draft del 2003.
LeBron James e Dwyane Wade hanno vinto tre titoli NBA, lui non ha mai giocato
una Finale. Il massimo che gli sia riuscito è stata una finale di conference a
Denver.
Ma quando si parla di Nazionale, Carmelo può legittimamente
considerarsi uno dei giocatori più significativi della storia. A Rio diventerà
il primo giocatore americano a disputare la quarta Olimpiade: è un record.
Una
volta la squadra statunitense veniva formata attraverso i giocatori di college
quindi è normale che le apparizioni fossero sporadiche. Nel 1992 è cambiato
tutto. Ma quattro Olimpiadi sono davvero tante. Anthony venne convocato
prematuramente per quelle del 2004, per il disastro di Atene: ci furono
numerose defezioni per infortuni veri, problemi personali e timori relativi
alla situazione internazionale, così in extremis la squadra venne rimpolpata
con tanti giovani di enorme potenziale.
LeBron James, 19 anni, era il più
giovane. Anthony aveva 20 anni. Ma c’erano anche Dwyane Wade, 22 anni ma un
rookie anche lui, più Amar’e Stoudemire. Della squadra che avrebbe dovuto
andare in campo i vecchi draghi sopravvissuti erano Allen Iverson e Tim Duncan.
Nessuno dei due legò con il resto del gruppo. Fu una bruttissima edizione della
Nazionale USA. Duncan a fine competizione dichiarò di aver chiuso con gli
arbitri FIBA. Non era riuscito a capire il metro, cosa si potesse fare e non
fare. C’era anche Lamar Odom, c’era Stephon Marbury.
Carmelo Anthony segnò 2.4 punti di media ad Atene, ma a
Pechino ne fece 11.5, tanti in un sistema basato sulla profondità. Fece 21
nella semifinale con l’Argentina che vendicò la sconfitta di Atene. A Londra,
ha segnato 16.2 punti per gara in 17.8 minuti di utilizzo con 4.8 rimbalzi.
Fece 37 punti contro la Nigeria. Carmelo può diventare il primo a vincere tre
ori olimpici di nel basket. E’ a 35 punti di distanza dal primato di punti
olimpici di LeBron James. E’ a 41 rimbalzi da David Robinson come primo di
sempre anche in questa specialità. Quando giocherà la seconda partita del
torneo, toccherà quota 25 presenze olimpiche e supererà Robinson e James che ne
hanno 24. LeBron come Carmelo ha giocato nelle ultime tre edizioni dei Giochi.
Robinson giocò nel 1988 a Seul da collegiale, poi da Dream Teamer nel 1992 e
nel 1996. Anche lui ha due ori e un bronzo. Anthony vinse anche il bronzo nel
2006 ai Mondiali. Con 19.9 punti di media fu il capocannoniere della squadra
davanti a LeBron e Wade.
A Rio de Janeiro sarà un po’ il volto della squadra, il
veterano, la coscienza del gruppo. Anthony è maturato molto rispetto ai tempi
di Denver: ha lanciato una crociata degli atleti per contestare gli abusi delle
forze dell’ordine contro le minoranze; ha forzato la mano ai Knicks perché
confezionassero una squadra in grado di assecondare le sue ambizioni ma senza
minacce, nel modo giusto. Ma è in Nazionale che finora ha raccolto le
soddisfazioni migliori, dove il suo gioco sembra più efficace. Jim Boeheim, il
suo allenatore al college di Syracuse (un anno e un titolo NCAA nel 2003), da
sempre uno degli scudieri di Coach Krzyzewski ha ammesso che probabilmente le
regole e lo stile di gioco FIBA aiutano Carmelo. E’ leggermente più efficace
con un arco del tiro da tre più ravvicinato (in carriera ha il 34.4%, a Londra
aveva 23/46 quindi il 50.0%) e una superiorità fisica che è devastante quando
gioca da ala piccola in termini di mismatch ma diventa anche più marcata quando
può giocare da ala forte e aprire il campo, trovare spazi in cui usare il suo
contro uno.
Ma la verità è che Anthony è un talento straordinario a
prescindere. In 13 stagioni di NBA non ha mai segnato meno di venti punti di
media per gara. In 66 gare di playoffs giocate in 10 apparizioni ha 25.7 punti
di media. Sono numeri irreali che però lo proiettano nell’ombra di giocatori
incredibili come attaccanti ma mai pedine di progetti vincenti. George Gervin.
Alex English. Bernard King. Lo stesso Bob McAdoo fino a quando non ha accettato
un ruolo minore per vincere con i Lakers. Glenn Robinson. Reggie Miller che
almeno una Finale NBA l’ha giocata.
Anthony ha 32 anni. La sua scelta di carriera l’ha fatta
quando ha voluto andare a New York per essere il numero 1 dei Knicks senza
preoccuparsi di quanto stessero facendo LeBron e Wade a Miami. Ora deve
decidere se essere coerente con sé stesso e restare ai Knicks fino ad
esaurimento delle speranze oppure ad un certo punto cambiare la propria storia,
imitare chi ha finito la carriera andando a caccia di un titolo, sacrificando l’ego
per fare la spalla. Ma intanto può diventare l’uomo dei record della Nazionale.
1 commento:
Nel 2006 gli USA arrivarono terzi e non secondi!
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