mercoledì 28 dicembre 2016

Joel Embiid un rookie avvantaggiato ma unico per i Sixers

Joel Embiid vincerà il trofeo di rookie dell'anno. La corsa non è neppure cominciata. Il suo dominio è schiacciante. Ha un vantaggio netto sulla concorrenza, quello di essere stato scelto due anni fa. Pur non avendo giocato, ha due anni di più, ha potuto maturare fisicamente e tecnicamente, è stato esposto per due anni ai ritmi di lavoro, al contesto di un club NBA. Potrebbe essere discutibile la regola ma ne hanno beneficiato altri prima di lui. David Robinson ad esempio debuttò a San Antonio due anni dopo la scelta e a differenza di Embiid non era nemmeno infortunato. O Blake Griffin.
Tutto questo non cambia che Embiid sia un giocatore fenomenale, quasi unico, destinato a cose enormi. E che la sua presenza abbia salvato quest'annata di matricole. Non ci fosse stato lui il trofeo sarebbe andato ad un giocatore promettente ma nulla di più. La guardia Jamal Murray di Denver di recente ha messo assieme tre gare da almeno 20 punti consecutive ma non tocca i 10 di media. Domantas Sabonis di Oklahoma City è l'unico rookie che parta in quintetto ma più per assenza di alternative che per rendimento, 6.6 punti e 3.4 rimbalzi per gara in 20.9 minuti.
Embiid è un'altra cosa. I Sixers sono 4-3 quando segna almeno 20 punti il che già oggi significa che se non avesse restrizioni di minutaggio a scopo precauzionale porterebbe la sua squadra, debolissima nel back-court e imperfetta nella chimica su livelli di rendimento interessanti. Sta segnando oltre 18 punti con 8 rimbalzi giocando 24 minuti. Il ragazzo vale ampiamente il 20+10. Sta tirando con il 41% da tre, straordinario per un centro sia pure atletico e modernissimo.
La presenza di Embiid ha però smascherato i problemi dei Sixers con gli altri due lunghi. Il primo tentativo di far giocare Jahlil Okafor da 4 è stato una tragedia. Nerlens Noel conta i giorni che lo separano da una nuova squadra ma nel frattempo il loro valore di mercato è sceso (Noel ha anche avuto enormi problemi fisici da quando è stato scelto nel 2013) e questo non accelera le decisioni. Giustamente Bryan Colangelo ha bisogno di essere paziente e premere il grilletto al momento giusto. Ma questo affollamento di centri indebolisce i Sixers ogni giorno se non trovano il modo di farne giocare due assieme.

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