giovedì 23 marzo 2017

Perché Russell Westbrook sta riscrivendo la storia (All in One)

Russell Westbrook ha completato un'impresa che dal 1962 non era mai stata realizzata. Nella storia solo Oscar Robertson è riuscito a viaggiare in tripla doppia nell'arco di una stagione intera. I Cincinnati Royals quell'anno vinsero 43 partite. I Thunder ne hanno vinte di più. 
Eppure la stagione di Westbrook è oggetto di discussioni, è analizzata nei minimi dettagli, è fin troppo analizzata. Con il risultato che Russell potrebbe fare qualcosa che non è mai riuscita a nessuno dei grandi che avrebbero potuto provarci, Magic Johnson, Larry Bird, Michael Jordan, Tracy McGrady, Penny Hardaway o LeBron James, ma non vincere ugualmente il trofeo di MVP. 

Chi pensa di scegliere James Harden non ha grandi argomenti tecnici per farlo salvo sottolineare semplicemente che Houston vincerà più partite di OKC. Ma la vera, grande anomalia è che Westbrook e Harden hanno giocato a livelli così alti che è ingiusto che uno dei due non vinca il trofeo. Ma se toccasse a Westbrook sarebbe un po' più clamoroso.
Entrambi sono "one-man show" ma se Harden scaricando la palla trovasse a riceverla Domantas Sabonis e non Ryan Anderson; addirittura Andre Roberson e non Trevor Ariza o Lou Williams o Eric Gordon vincerebbe lo stesso la classifica degli assist a oltre 12 di media? Se penetrando trovasse l'area intasata come accade a Westbrook quanto scenderebbero le sue percentuali o aumenterebbero le palle perse? Niente contro Harden: il suo eventuale trofeo di MVP sarebbe meritato. Ma tra cinquanta anni una stagione fantastica come quella di Harden sarà simile ad altre cinquanta, magari un po' migliore di altre. Una stagione da tripla doppia media è unica. È un'altra cosa. Infatti è il motivo principale per cui del 1962 di Oscar Robertson si parla ancora oggi. I compagni di squadra di Oscar erano sostanzialmente sconosciuti. Quelli di Westbrook lo stesso non faranno epoca. Nessuno di loro. Quasi sicuramente.
Oscar non fu MVP in quella stagione. Lo fu nel 1963/64 ma si ricorda molto più frequentemente il 1962. Ho la sensazione che succederà anche a Westbrook. C'è scetticismo attorno ad un'impresa che viceversa esprime l'intera essenza del basket. Per fare una tripla doppia devi accumulare numeri eccezionali persino contraddittori. Se passi la palla non puoi segnare e viceversa. Se prendi un rimbalzo difensivo significa che l'avversario ha sbagliato un tiro quindi la tua squadra ha raggiunto il suo scopo difensivo. Westbrook ha già giocato con altre due star (Harden e Durant), ha giocato con una seconda star (Durant). Ora è solo nell'attesa/ speranza che Victor Oladipo diventi il suo Pippen o che collocare sul perimetro due o tre tiratori letali possa aprire il campo e valorizzare il giocatore più penalizzato dalla partenza di Durant che è Steven Adams cui si sono ristretti - o sono stati cancellati - gli spazi. Quindi non è neanche vero che non possa giocare con altre stelle, scalando il proprio gioco. Che poi con questo tipo di squadra tutta centrata su un singolo giocatore sia improbabile accedere al secondo round o impossibile arrivare alla finale di conference questo è tutto un altro discorso. Ma ha un'alternativa?
Westbrook è un giocatore unico per tanti motivi ma è probabile che la sua forza sia nelle origini. Westbrook era un giocatore di liceo marginale. Ebbe un primo anno a UCLA trascurabile e fu scelto al numero 4 del draft tra stupore e critiche. Questa sensazione di essere un eterno underdog gli ha trasferito un'incredibile voglia di emergere, di superare gli ostacoli, di non sentirsi mai appagato. Westbrook è il giocatore più veloce, atletico ed esplosivo della Lega e gioca con la stessa intensità ed energia e potenza ogni partita. Dicono si alleni anche così. Questo è il motivo per cui rappresenta una versione migliore di Allen Iverson. Nella storia moderna forse è l'unico paragone credibile ma Iverson era pigro in allenamento e non ha mai avuto la disciplina di migliorare il proprio corpo. Era più piccolo e molto meno forte di Westbrook.
È curioso che parlando di Westbrook raramente vengano menzionate qualità tecniche mentre  quasi sempre si parla di questioni fisiche e atletiche. Cosa fa davvero al top Westbrook?
Ha un gran tiro dalla media e la straordinaria abilità di arrivare al ferro e improvvisare ma riesce a farlo perché esplode e fa tutto alla velocità della luce. Come tiratore da fuori è rivedibile. Come passatore è sempre al limite dell'errore. Come difensore è una scommettitore. Fa tutto molto bene però la differenza è nell'energia, l'atletismo, la testa. Prende più rimbalzi di quanti dovrebbe prenderne perché ha più energia e voglia di prenderli di compagni e avversari. Ha una devastante forza mentale che la partenza di Kevin Durant ha fatto emergere. Negli ultimi tre minuti non deve più preoccuparsi di nulla. È la sua palla, la sua squadra, saranno sue le scelte e quasi tutti i tiri. Kobe Bryant e Michael Jordan sono gli unici paragoni possibili in termini di forza mentale, autostima, senso della sfida.


Allen Iverson non era altrettanto sostenuto dalla disciplina mentale necessaria per prepararsi adeguatamente ma il suo 2001 quando arrivò in Finale giocando accanto a Eric Snow, Aaron McKie, Raja Bell, Tyronn Hill, Jumaine Jones più Dikembe Mutombo resta un'impresa titanica. In una Lega meno competitiva avrebbe potuto farlo Westbrook quest'anno in un team concepito in modo simile. Stephen Curry è più artista, un giocoliere. LeBron James è il più grande giocatore di questa generazione ma non ha la fame realizzativa che ha Westbrook. James è un'altra cosa, è Magic Johnson con la forza/velocità di Charles Barkley ma appunto è Magic Johnson. Un'altra cosa. Westbrook sarà anche il primo giocatore dal 1989 a viaggiare oltre i 30 punti e 10 rimbalzi di media. L'ultimo fu Karl Malone che era 2.05. Neppure Shaquille O'Neal l'ha fatto.

Giocare con Westbrook non è facile. La tendenza sarà sempre quella di starlo a guardare. Piazzare blocchi. Poter ricevere e tirare ma quasi mai gestire la palla. Probabilmente è più facile per Doug McDermott che per un talento come Oladipo. I Bulls riuscirono a dominare quando Scottie Pippen tolse un po' di pressione da Jordan e i tiratori senza palleggio (John Paxson e BJ Armstrong; Steve Kerr e Toni Kukoc anche) eseguivano su quanto lasciavano le difese. Oklahoma City dovrà arrivare lì.
Westbrook in realtà lo abbiamo gia visto nel marzo-aprile del 1989. In quei due mesi Doug Collins usò Michael Jordan da point-man. In sette gare di fila andò in tripla doppia, diede via 16 assist in una gara. Ecco le sue 24 partite da point-man che giocò in quella stagione. Nelle 23 gare in cui Jordan è stato etichettato come il point-man di Chicago ha segnato 31.0 punti per gara con 9.3 assist e 10.5 rimbalzi per gara. Ha avuto una striscia di sette partite consecutive in tripla doppia, 13 su 23 e 12 prove consecutive in doppia doppia con almeno 10 assist. Sembra molto Westbrook giusto? Westbrook è molto meno tiratore di lui ma più passatore e rimbalzista. È probabile che se avesse giocato una stagione intera da point-man Jordan avrebbe fatto quello che oggi sta facendo Westbrook.
Jordan tuttavia imparò a fidarsi dei compagni, cosa che a Kobe non è mai del tutto riuscita. Westbrook è diverso. Come compagno è umanamente più apprezzato, come Iverson, per la generosità ma è certamente un "ball-hog", un divoratore di possessi E ancora: esiste un'alternativa in questo tipo di squadta? Per vincere il titolo dovrà probabilmente andare via da OKC e forse non lo vorrà mai fare. Ma questa stagione è unica. È lui l'MVP.

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