mercoledì 10 agosto 2016

NY Basketball Stories: la storia di Earl The Pearl Monroe



Earl Monroe veniva da Philadelphia, figlio di un cantante e lui stesso con il pallino della musica al punto che la sua professione, nel dopo basket, è stata quella di discografico. Il baseball era stato il suo primo amore e fino a 14 anni di età non ha praticamente mai preso in mano un pallone da basket. Ma era già alto 1.85 e quando alla John Bartram High School di Philadelphia se ne resero conto lo portarono di forza in campo. A Bartram High, Monroe giocò tutti i ruoli, guardia, ala ma soprattutto centro. Crebbe ancora un po’ ma solo fino a 191 centimetri e gradualmente spostò il suo gioco sempre più distante dal canestro.

Finita la scuola superiore ebbe un’offerta per giocare nella piccola ABL ma la lega fallì prima che lui potesse prendere una decisione. Siccome era considerato un centro, nessun college importante si fece mai vivo dalle sue parti. Per un anno non giocò a basket se non nella Baker League, la versione locale - molto più organizzata e tecnica per la verità – del Rucker di quei tempi. Poi si convinse ad andare nel sud del paese e di accettare l’offerta di Clarence Gaines detto “Big House”, allenatore afroamericano di Winston-Salem, college di seconda divisione frequentato solo da neri. Monroe portò il suo gioco da playground al college e gli inizi furono disastrosi. Piano piano si adattò, diventò una vera guardia, con movimenti inediti e nell’ultimo anno di Monroe al college, Winston-Salem chiuse con 32 vittorie, una sola sconfitta e il titolo nazionale di seconda divisione. Quell’anno, Monroe segnò 41.5 punti per gara. Il suo nome non era più un segreto. 

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