Da New York Basketball Stories 2.0
10: Bill Bradley. Il ruolo di Bradley nella storia dei Knicks (maglia ritirata ad esempio) è da sempre oggetto di discussione. I numeri dicono: 12.4 punti di media con 3.4 assist in 10 anni. Lui, Reed, Frazier, DeBusschere sono stati le pietre angolari dei due titoli, 1970 e 1973, in un periodo in cui i Knicks giocarono tre finali ed erano la squadra di riferimento della Lega. In più le cifre non rendono giustizia alla sua intelligenza tattica (era l’assistente di Red Holzman quando gli assistenti non esistevano) e alla sua efficacia difensiva. Probabilmente senza la sua capacità di passare, vedere il gioco e difendere non ci sarebbero stati i Knicks degli anni ’70 in termini di filosofia, coesione, stile.
9:
Allan Houston. Va davanti a Latrell Sprewell perché i
Knicks non avrebbero mai giocato la Finale del 1999 senza di lui. Segnò il
canestro della vittoria a Miami in gara 5 e giocò una partita irreale in gara 6
contro Indiana chiudendo la serie. Già privi di Ewing, i Knicks giocarono già
dal primo tempo senza Larry Johnson. Quella sera tirò fuori quello spirito
agonistico che si diceva gli facesse difetto. Ha giocato nove stagioni a New
York, con 18.5 punti di media e il 39.5% da tre. Nei playoffs aveva 19.0 punti
e il 43.1% dall’arco. Tutto sommato merita di stare davanti a Sprewell e
Starks. Discutibile che sia davanti a Bradley e Barnett ma aveva certamente più
talento di entrambi e compagni differenti (in quegli anni i point-men dei
Knicks erano Chris Childs e Charlie Ward, non proprio Walt Frazier o anche
Sugar Ray Richardson).
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