martedì 11 ottobre 2016

NBA Preview: l'ora della verità per Anthony Davis


Ho inserito Anthony Davis tra i giocatori attorno ai quali è possibile costruire una squadra da titolo NBA. Credo che il supporting cast dei Pelicans non sia ancora competitivo ma tutto comincia da Davis ed è innegabile che lui e la sua squadra vengano da una stagione molto negativa. Questa è la sua quinta nella NBA e anche se le aspettative devono essere realistiche, qualche progresso va mostrato.
Due anni  fa New Orleans conquistò un posto nei playoffs. Venne eliminata 3-0 da Golden State ma Davis si espresse al livello dei primi 3 o 4 giocatori del mondo ed era normale considerare lui e i Pelicans su una generica corsia di sorpasso. Tuttavia il coach Monty Williams venne avvicendato in favore di Alvin Gentry, un veterano reduce dal titolo con i Warriors da primo assistente di Steve Kerr. Gentry è rispettato negli ambienti NBA ma da capo allenatore non ha mai fatto molto. In ogni caso New Orleans ha compiuto diversi passi indietro, non è mai stata in corsa per i playoffs e soprattutto persino Davis è regredito.

Il primo problema di Davis è stare in campo. Ha 23 anni ma in quattro stagioni non ha mai toccato le 70 presenze. Salta tra le 14 e le 18 gare a stagione. Quasi un quarto della regular season. È un dato inquietante per un giocatore così giovane. Per i Pelicans il problema è ancora più profondo perché non ha le armi per ovviare all'assenza del suo uomo franchigia. In una conference in cui devi approcciare le 45 vittorie per fare i playoffs questo rappresenta un handicap vero. Senza di lui New Orleans non vale più di una vittoria su tre in media. Forse meno.
Davis era entrato nella NBA da Kentucky con la reputazione di un devastante centro difensivo. Ma come Patrick Ewing una trentina di anni prima, liberato dalle costrizioni del college basketball, ha mostrato un repertorio offensivo straordinario che ha estremizzato potenziale e aspettative. Lo scorso anno Davis ha segnato 24.3 punti di media con 10.3 rimbalzi. E per la prima volta ha fatto vedere un tiro da tre pungente (1.8 tentativi di media con il 32% e di solito in questo si migliora). Ma qui cominciano i problemi.
Per la prima volta in carriera Davis è sceso sotto il 50% dal campo. La percentuale effettiva, che avrebbe dovuto beneficiare della sua relativa efficacia dall'arco, è stata anche quella la peggiore della carriera. Diventare pericoloso da fuori avrebbe dovuto aiutarlo ad essere ancora più letale nei paraggi del canestro. Invece le sue medie nel tiro da due sono state le peggiori della sua carriera. È passato dal 54 al 51% in un anno.
È presto per parlare di trend. Il sistema imposto da Gentry potrebbe essere stato difficile da digerire. I compagni possono non averlo aiutato - Tyreke Evans è fermo, Jrue Holiday ha problemi personali enormi con la moglie malata - e i Pelicans sono andati male fin dall'inizio. Ma proprio per questo la stagione che sta per cominciare dovrà dare risposte importanti di tenuta ed evoluzione sul conto di Davis. E sarà decisiva per Gentry anche se le premesse non sono buone e molto dipendera fa Buddy Hield sul perimetro per sostenere il gioco interno di Davis.

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