1 Russell
Westbrook- I Thunder sono al top contro logica e pronostici, lui ha 33.2 puntidi media con 9.7 assist e 9.0 rimbalzi. Non serve altro.
2 Kevin Durant – Sembra essere l’unico dei Warriors ad aver interpretato questo avvio di stagione in modo serio. Segna 30.0 a partita, sempre oltre i 20, 8.0 rimbalzi e il suo 65.0% nel tiro da due spiega esattamente perché i Warriors sono offensivamente illegali. Il suo career-high nel tiro da due era del 56.9% (un anno fa). Il 42.9% da tre è record carriera. Questo è il beneficio di giocare accanto ad altri bomber.
2 Kevin Durant – Sembra essere l’unico dei Warriors ad aver interpretato questo avvio di stagione in modo serio. Segna 30.0 a partita, sempre oltre i 20, 8.0 rimbalzi e il suo 65.0% nel tiro da due spiega esattamente perché i Warriors sono offensivamente illegali. Il suo career-high nel tiro da due era del 56.9% (un anno fa). Il 42.9% da tre è record carriera. Questo è il beneficio di giocare accanto ad altri bomber.
3 James
Harden – 31.5 punti e 12.3 assist di media, alle volte ha numeri ridicoli. Lui
e Westbrook potrebbero inscenare un duello lungo un anno che li porterà ad
essere vicini alla tripla doppia media e tutti e due possono eguagliare NateArchibald come leader contemporanei di punti e assist.
4 LeBron James – Un altro che può facilmente chiudere l’anno in tripla doppia mentre la sua squadra non perde un colpo e ha già ottenuto vittorie di qualità almeno ad est.
4 LeBron James – Un altro che può facilmente chiudere l’anno in tripla doppia mentre la sua squadra non perde un colpo e ha già ottenuto vittorie di qualità almeno ad est.
5 DeMar
DeRozan – Le prime cinque gare tutte oltre i 30 eguagliano Michael Jordan. Alla
sesta si è riposato segnandone 23. Tutto senza mai tirare da fuori ovvero
attaccando il ferro in campo aperto e con una lunga messe di tiri dalla media
per i quali può scrivere un manuale.
Next: Kawhi Leonard, Anthony Davis, Kyrie Irving, Damian Lillard, Blake Griffin.
Next: Kawhi Leonard, Anthony Davis, Kyrie Irving, Damian Lillard, Blake Griffin.
LA
STATISTICA 1
StephenCurry contro i Lakers ha visto interrotta la striscia di 157 gare consecutive
con almeno una tripla a segno in regular season. Contando la post-season erano
196. Osservando le prime sei partite, è tornato indietro di due anni rispetto
allo stratosfera della stagione scorsa come produttività (23.3 punti) o
minutaggio (32.2). Il suo 35.2% da tre era nettamente il minimo in carriera. Ma ha risposto con le 13 triple in una sera contro i Pelicans.
LA
STATISTICA 2
KlayThompson ha il 19.6% da tre su 7.7 tentativi per gara. Lo scorso anno aveva il
42.5% su 8.1. E’ presto per suonare l’allarme ai Warriors che dichiaratamente
vogliono vincere il titolo senza preoccuparsi troppo della regular season ma ad
ogni errore al tiro fanno un po’ meno paura.
LA
STATISTICA 3
Era dal 2009
che Dwyane Wade non eseguiva 3.5 tiri da tre per partita. C’era motivo: allora
aveva il 31.7% dall’arco, il meglio in carriera fino a… ora. A Chicago ha il
47.6% dall’arco. Come opportunamente ha detto qualcuno è come se lui e Klay
Thompson si fossero scambiati le parti.
FROM “GOLDEN TIMES”
Nel capitolo dedicato ai più
grandi tiratori da tre punti, al numero 2 c’è Ray Allen. Allora, ci sono otto stagioni in carriera oltre il 40%, meno
di Reggie Miller, il 40.0% esatto per la carriera su 5.7 tentativi per gara. Si
potrebbe aggiungere il canestro da tre più difficile e famoso della storia,
quello che salvò il secondo titolo di Miami in gara 6 contro San Antonio nel
2013, dall’angolo, senza tempo, marcato, senza vedere il canestro. L’anno
prima, l’ultimo a Boston, ebbe la sua miglior stagione con il 45.3% su 5.1
tentativi. Comunque fa già parte di una generazione successiva a quella di
Miller, che è dieci anni più anziano: a Seattle ha fatto in tempo a giocare due
anni con oltre otto triple tentate a partita nella prima metà degli anni ’10.
Credibile come miglior tiratore di sempre, possibile si debba considerare
Thompson davanti a lui, difficile però non considerare Curry, per raggio di
tiro e volume di conclusioni, davanti a lui.
Chi è? - Cresciuto
a Somerdale nel New Jersey, perse il padre quando aveva tre anni, un episodio
traumatico che probabilmente ha a che fare con i suoi cronici e non del tutto risolti
problemi di balbuzie. Carriera liceale strepitosa a St.Patrick High School, a
Elizabeth, che include l’oro mondiale Under 17 di Amburgo. Reclutato da tutti i
grandi college, scelse Kentucky e John Calipari. Rimase un anno solo nel quale
vinse il titolo NCAA giocando accanto a Anthony Davis. Nei draft del 2012 fu
scelto al numero 2 da Charlotte, dopo Davis. Secondo quintetto di rookie nel
2013. Ma ha avuto diversi problemi fisici, inclusa una frattura da stress nel
suo terzo anno nella Lega. Nel 2015/16 si è dovuto operare alla spalla destra
in prestagione. E’ rientrato a fine gennaio inaspettatamente ma è stato un
errore perché dopo sette gare è tornato sotto i ferri. Charlotte l’ha firmato
con un quadriennale da 52 milioni di dollari, 13 a stagione fino al 2019.
Come gioca – Kidd-Gilchrist è un giocatore molto particolare,
grande difensore che ha imparato anche a tenere i piedi per terra senza fidarsi
dell’atletismo risultando ancora più efficace. Inoltre è un rimbalzista
superiore alla media per il ruolo. I problemi sono offensivi: Kidd-Gilchrist è
un tiratore da fuori inesistente. Nel 2014/15 è riuscito a non tirare mai da
tre. E’ fortissimo nell’uno contro uno, sa chiudere nel traffico, attaccare in
campo aperto e procurarsi tiri liberi. Ma ovviamente è facilmente
interpretabile. Se la salute lo assiste può essere un grande acquisto per
Charlotte che con lui è ancora più solida in difesa e ha un attaccante dal
palleggio di qualità per quanto condizionante (per creargli spazio è necessario
circondarlo di tiratori). Ha lavorato sulla meccanica di tiro con Mark Price ma
continua a non tirare. Gli Hornets gli hanno restituito il posto in quintetto
accanto a Nicolas Batum e in cambio hanno un esterno da 9.8 punti di media
attaccando solo il ferro e da 9.0 rimbalzi a partita, un’enormità considerando la taglia fisica e il ruolo.
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