martedì 21 febbraio 2017

Lo scambio di DMC dal punto di vista dei Kings

Il nuovo contratto collettivo con il rafforzamento della figura del "Designated Player" e la possibilità di pagarlo molto di più e per più tempo ha come obiettivo permettere ai club di piccoli mercati come Sacramento di trattenere le loro star. Ironicamente nella prima potenziale applicazione della modifica il risultato è stato opposto.
Chiaramente Sacramento non si sentiva a proprio agio nel vincolarsi a DeMarcus Cousins a lungo termine investendo oltre 200 milioni nel suo talento - enorme - ma anche nel suo temperamento evidenziato dalla costante leadership nella classifica dei falli tecnici tralasciando quanto accaduto fuori del campo in diverse circostanze. Alla fine, i Kings hanno fatto quello che George Karl aveva suggerito due anni fa circa. Scambiare il loro miglior giocatore per ripartire.
Dal punto di vista di Sacramento ci sono diverse cose da tenere in mente per valutare l'operazione. La prima è che proprio a causa dei dubbi caratteriali sul giocatore, il mercato era negativo nei suoi confronti. Uno come DMC in circostanze normali scatenerebbe un'asta. Qui nessuno si è dimostrato eccessivamente ansioso di prenderlo. I Lakers si sono tirati indietro perché Sacramento voleva Brandon Ingram nel pacchetto. Alla fine hanno ottenuto Hield che sperano diventi qualcosa di simile a Steph Curry ma non ci sono indicazioni incoraggianti in proposito. L'ha detto il proprietario dei Kings, Vivek Ranadive. Curry da rookie segnava il doppio rispetto a quanto stia segnando Hield che è un eccellente tiratore ma un difensore mediocre e ha 23 anni (sotto).


La chiave come sempre quando riparti è avere scelte. Forse il general manager Divac poteva fare meglio e riceverne due piuttosto che una. A suo credito: il draft del 2017 è considerato profondo. I Kings possono scegliere bene anche se i Pelicans dovessero finire la stagione forte. Che la scelta sia protetta per le prime tre posizioni è probabilmente ininfluente.
C'è anche un'altra questione da valutare. La scelta del 2017 dei Kings è virtualmente stata ipotecata. Se non è tra le prime 10 andrà a Chicago. Dal momento che ora i Kings sono più deboli e l'idea generale è che finiranno abbastanza indietro, la scelta sembra salva. Al tempo stesso Philadelphia ha il diritto di invertire la propria scelta con quella dei Kings. È la seconda ipoteca. Ma una volta sottratta al rischio Chicago, sarà comunque una buona scelta. I Kings dovrebbero chiamare due volte a giugno in un draft imponente.

Con le due prime scelte del 2017, Buddy Hield, il lancio di Willie Cauley-Stein che era chiuso da DMC, Sacramento ha preso se non altro una direzione (il ritorno di Tyreke Evans e una guardia come Langston Galloway dovrebbero nel breve termine dare una mano al coach Dave Joerger). È vero che Divac finora è stato discutibile al draft. Skal Labissiere e Papagiannis per ora hanno mostrato pochissimo. L'idea è trovare un altro DMC con un carattere differente. Di certo è stato ceduto per una contropartita debole, svalutato. E i Kings dovranno tornare buoni in fretta per evitare l'imbarazzo di dover giustificare che la loro prima scelta del 2019 appartenga ai Sixers.
(2-fine)

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