mercoledì 22 febbraio 2017

Lou Williams ai Rockets: perché è uno scambio buono anche per i Lakers


Lo scambio Lou Williams in cambio di Corey Brewer e la prima scelta del 2017 è perfetto sia per i Rockets che per i Lakers. La prima mossa di Magic Johnson al vertice dei Lakers è stata dolorosa ma ineccepibile. Parlare di colpo quando il miglior realizzatore della squadra, a bilancio per appena 7 milioni, è davvero difficile da accettare ma nella NBA odierna è cosi e basta.

I Rockets si sono assicurati il capocannoniere della Lega tra chi parte dalla panchina. Solo un sesto uomo segna più del loro Eric Gordon ed è Lou Williams. Ora li hanno tutti e due. I Rockets avevano problemi di profondità. Hanno sofferto solo quando Patrick Beverley ha saltato 11 partite. Ora hanno una polizza assicurativa in più e possono schierare due guardie offensivamente devastanti anche quando James Harden va in panchina. Per esasperare il loro potenziale offensivo hanno dovuto sacrificare una scelta di basso livello (teoricamente le numero 26 o 27) e un giocatore di buona attitudine difensiva ma quasi intollerabile nel sistema di D'Antoni come Corey Brewer. Williams non segnerà forse 18 punti a partita nei Rockets (che però giocano a 106 possessi per gara contro i 114 dei Lakers) ma D'Antoni è abbastanza creativo, folle e anticonvenzionale da finire le partite con Ryan Anderson da cinque più altri quattro tiratori. Non so cosa potrebbe succedere difensivamente o a rimbalzo ma non credo che si possa difendere contro quattro dei migliori dieci tiratori della Lega più Harden con la palla in mano.
I Lakers avevano bisogno di indebolire nella squadra per aumentare le possibilità di scegliere nelle prime tre posizioni del draft. Non per prendere necessariamente una superstar anche se Lonzo Ball, prodotto locale di UCLA farebbe gola, quanto perché altrimenti perderebbero la scelta a favore di Philadelphia e automaticamente anche quella del 2019 (a Orlando senza protezione). Lou Williams stava segnando oltre 18 punti per gara, record carriera, ma soprattutto la differenza quando lui è in campo e quando non lo è di 12.3 punti ogni 100 possessi. Un dato sconvolgente. In pratica i Lakers non possono vincere senza di lui. Corey Brewer sotto contratto fino al 2018 per 7.6 milioni è ininfluente in questo scambio. La prima scelta dei Rockets un piccolo corollario che metterà subito alla prova le capacità dello staff di Magic. Alla fine del primo giro non puoi prendere Babe Ruth come disse una volta Jerry Krause, il general manager dei Bulls degli anni '90, ma puoi fare bene comunque specialmente quando la base di partenza sono i Lakers di oggi.

È curiosa la scelta di Rob Pelinka come general manager. Magic aveva anticipato una consultazione con Kobe Bryant e dopo pochi giorni il suo ex agente viene assunto dai Lakers. Di recente gli agenti sono diventati ricercati dai club ma Bob Myers di Golden State cominciò come assistente di Larry Riley. Arn Tellem (Detroit) non si occupa di questioni tecniche.
Pelinka era un agente di successo (lascia ad esempio James Harden) anche se diventò davvero noto non tanto come panchinaro dei Fab Five di Michigan (anche in questo somiglia a Myers che lo era a UCLA) quanto perché al centro dello scandalo Boozer a Cleveland nel 2004.
La storia merita di di essere raccontata: Boozer era stato una sorpresa ai Cavs nei suoi primi due anni di NBA. Cleveland aveva un'opzione per estendere il suo contratto di un anno a meno di 700.000 dollari. Boozer, rappresentato da Pelinka, chiese ai Cavs di non esercitare quel diritto garantendo che avrebbe firmato comunque con loro per sei anni e 41 milioni, il massimo che potessero dargli. Boozer un anno dopo avrebbe preso molti più soldi ma spiegò che non voleva attendere o rischiare un infortunio. Il proprietario dei Cavs di allora, Gordon Gund, si fece convincere. Ma una volta scaduta l'opzione Boozer si mangiò la parola firmando per Utah un contratto che Cleveland non poteva materialmente pareggiare (come invece avrebbe potuto fare un anno dopo) da 69 milioni di dollari. Pelinka fu coinvolto nello scandalo ma subito dopo ruppe il rapporto con Boozer rinunciando anche alla commissione. 

Nessun commento: