mercoledì 15 marzo 2017

La storica unicità di Russell Westbrook

Russell Westbrook sta per completare un'impresa che dal 1962 non era mai stata realizzata. Nella storia solo Oscar Robertson è riuscito a viaggiare in tripla doppia nell'arco di una stagione intera. I Cincinnati Royals quell'anno vinsero 43 partite. I Thunder ne vinceranno di più.
Eppure la stagione di Westbrook è oggetto di discussioni, è analizzata nei minimi dettagli, è fin troppo analizzata. Con il risultato che Russell potrebbe fare qualcosa che non è mai riuscita a nessuno dei grandi che avrebbero potuto provarci, Magic Johnson, Larry Bird, Michael Jordan, Tracy McGrady, Penny Hardaway o LeBron James, ma non vincere ugualmente il trofeo di MVP.
Chi pensa di scegliere James Harden non ha grandi argomenti tecnici per farlo salvo sottolineare semplicemente che Houston vincerà più partite di OKC. Ma la vera, grande anomalia è che Westbrook e Harden hanno giocato a livelli così che è ingiusto che uno dei due non vinca il trofeo. Ma se toccasse a Westbrook sarebbe un po' più clamoroso.
Entrambi sono "one-man show" ma se Harden scaricando la palla trovasse a riceverla Domantas Sabonis e non Ryan Anderson; addirittura Andre Roberson e non Trevor Ariza o Lou Williams o Eric Gordon vincerebbe lo stesso la classifica degli assist a oltre 12 di media? Se penetrando trovasse l'area intasata come accade a Westbrook quanto scenderebbero le sue percentuali o aumenterebbero le palle perse? Niente contro Harden: il suo eventuale trofeo di MVP sarebbe meritato. Ma tra cinquanta anni una stagione fantastica come quella di Harden sarà simile ad altre cinquanta, magari un po' migliore di altre. Una stagione da tripla doppia media è unica. È un'altra cosa. Infatti è il motivo principale per cui del 1962 di Oscar Robertson si parla ancora oggi. I compagni di squadra di Oscar erano sostanzialmente sconosciuti. Quelli di Westbrook lo stesso non faranno epoca. Nessuno di loro. Quasi sicuramente.
Oscar non fu MVP in quella stagione. Lo fu nel 1963/64 ma si ricorda molto più frequentemente il 1962. Ho la sensazione che succederà anche a Westbrook. C'è scetticismo attorno ad un'impresa che viceversa esprime l'intera essenza del basket. Per fare una tripla doppia devi accumulare numeri eccezionali persino contraddittori. Se passi la palla non puoi segnare e viceversa. Se prendi un rimbalzo difensivo significa che l'avversario ha sbagliato un tiro quindi la tua squadra ha raggiunto il suo scopo difensivo. Westbrook ha già giocato con altre due star (Harden e Durant), ha giocato con una seconda star (Durant). Ora è solo nell'attesa/ speranza che Victor Oladipo diventi il suo Pippen o che collocare sul perimetro due o tre tiratori letali possa aprire il campo e valorizzare il giocatore più penalizzato dalla partenza di Durant che è Steven Adams cui si sono ristretti - o sono stati cancellati - gli spazi. Quindi non è neanche vero che non possa giocare con altre stelle, scalando il proprio gioco. Che poi con questo tipo di squadra tutta centrata su un singolo giocatore sia improbabile accedere al secondo round o impossibile arrivare alla finale di conference questo è tutto un altro discorso. Ma ha un'alternativa?
Westbrook è un giocatore unico per tanti motivi ma è probabile che la sua forza sia nelle origini. Westbrook era un giocatore di liceo marginale. Ebbe un primo anno a UCLA trascurabile e fu scelto al numero 4 del draft tra stupore e critiche. Questa sensazione di essere un eterno underdog gli ha trasferito un'incredibile voglia di emergere, di superare gli ostacoli, di non sentirsi mai appagato. Westbrook è il giocatore più veloce, atletico ed esplosivo della Lega e gioca con la stessa intensità ed energia e potenza ogni partita. Dicono si alleni anche così. Questo è il motivo per cui rappresenta una versione migliore di Allen Iverson. Nella storia moderna forse è l'unico paragone credibile ma Iverson era pigro in allenamento e non ha mai avuto la disciplina di migliorare il proprio corpo. Era più piccolo e molto meno forte di Westbrook.
(1-continua)

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