lunedì 13 marzo 2017

Paul George quale futuro tra Indiana, Boston e Lakers?


Paul George è stato uno dei grandi protagonisti mancati dell'ultima trade deadline. Ma il suo futuro resta di grande attualità. George può diventare free-agent nel 2018. In pratica entra nell'ultimo anno di contratto, il periodo in cui si svelano le carte. Essendo stato sull'orlo dello scambio già a febbraio lo sarà ancora di più a giugno in prossimità del draft o subito dopo. Qualora non succeda nulla diventerà un caso ossessionante entro la prossima deadline.

COSA È ACCADUTO - George è stato trattato in modo significativo da tre squadre. Denver, Boston e dai Lakers. I Nuggets hanno fatto una proposta che i media hanno definito mostruosa ma della quale non si conoscono i dettagli. Probabile ci fosse dentro anche Danilo Gallinari. A quanto trapelato l'unico intoccabile era Nikola Jokic. Sull'asse George-Jokic, Denver si era convinta di poter accelerare il processo di risalita. Indiana era disposta a cedere George ai Nuggets ma questi pretendevano qualche garanzia sul futuro. Non volevano noleggiare un anno e mezzo di PG13 impegnando il futuro. Ma George ai Nugs non ha dato assicurazioni. E l'affare è morto. Il sogno di George è giocare per i Lakers. Non l'ha mai nascosto. Con i Lakers si sarebbe impegnato. Ma Indiana voleva Brandon Ingram come elemento chiave della contropartita. I Lakers non sanno ancora cos'hanno in mano con Ingram e sono convinti di poter arrivare a George nel 2018 i di poterlo ottenere a condizioni migliori in seguito quando il tempo lavorerà contro i Pacers. Boston aveva la possibilità di chiudere la trattativa facilmente perché ha in mano due bombe ovvero la prima scelta dei Nets in ambedue i prossimi draft. Come utilizzare queste due scelte è dibattuto da mesi. Danny Ainge ha deciso di non separarsene ancora oppure non ha trovato un motivo valido per farlo. Ad un certo punto gli asset teorici come questo devono tramutarsi in giocatori di rendimento ma quando premere il grilletto è la chiave. Philadelphia ad esempio ha indugiato troppo con Nerlens Noel finendo per accettare una trade svantaggiosa.


LA POSIZIONE DI INDIANA - I Pacers cercano di "vendere" a George un futuro importante ovvero una squadra che possa subentrare ai Cavs ad Est con lui e Myles Turner come pietre angolari e una terza star da trovare sul mercato. Mentre trattavano la cessione di George si muovevano per acquistare loro un giocatore di alto livello. Ma questo sembra ancora più difficile da fare. Quindi l'alternativa è scambiare George per una giovane star da crescere con Turner più scelte future. Quello che non possono permettersi è perderlo nell'estate del 2018 da free-agent.
PERCHÉ PUÒ RIMANERE - Se George fosse incluso in uno dei tre quintetti All-NBA potrebbe estendere già la prossima estate come Designated Player. In questo caso avrebbe diritto ad un quinquennale da circa 210 milioni di dollari ovvero circa 80 in più di quanto potrebbe trovare nel 2018 da free-agent per quattro anni  (quindi a questi 80 ne vanno sottratti quelli che potrebbe ottenere nel quinto anno). Una differenza enorme che gioca a favore di Indiana. Ma entrare nei primi tre quintetti da ala è arduo per George. LeBron James, Kawhi Leonard e nonostante l'infortunio Kevin Durant vengono prima di lui. Così probabilmente Giannis Antetokounmpo  (se non viene selezionato come guardia) e Anthony Davis  (se non viene selezionato da centro). Jimmy Butler, Draymond Green e Gordon Hayward sono candidabili quanto lui. Per avere una speranza deve sperare che Giannis e Davis vengano spostati in altri ruoli e che lui venga preferito a uno tra Butler e Hayward perché Green considerato l'impatto difensivo e le vittorie di Golden State entrerà certamente. Se andrà male, George non avrà diritto a questo tipo di estensione. Potrebbe averla l'anno dopo quando la concorrenza sarà la stessa ma soprattutto è improbabile che Indiana aspetti la fine della stagione 2017/18 nelle condizioni attuali. Se George non firma e Larry Bird non riesce a proporgli una squadra competitiva per il titolo che gli permetta di rischiare, PG13 non arriverà a fine contratto con la maglia dei Pacers addosso.
MA QUANTO VALE PG13? È un'altra domanda chiave che spiega meglio la riluttanza dei Celtics a sacrificare una scelta altissima (con dei rischi ovviamente) per un giocatore fantastico che alla fine dei conti non è tuttavia un candidato MVP, non è tra le migliori tre ali piccole della Lega (anche se questo è un ruolo ricco di talento) e forse neppure tra le prime cinque o sei. Anche escludendo Antetokounmpo, le cifre dicono questo.

Giocatore
Ppg
Rpg
Apg
%t2
%t3
%tl
TL
Off
Def
Paul George
22.1
6.3
3.3
.480
.383
.921
4.8
106
108
LeBron James
26.1
8.3
8.8
.589
.389
.682
7.1
118
108
Kevin Durant
25.3
8.2
4.8
.606
.378
.876
6.3
125
102
Kawhi Leonard
26.2
5.9
3.4
.528
.384
.897
7.6
122
101
Jimmy Butler
23.7
6.2
5.2
.473
.337
.872
9.1
121
108
Gordon Hayward
22.1
5.5
3.4
.507
.387
.858
6.3
119
105
Draymond Green
10.2
8.0
7.1
.498
.319
.693
2.7
112
99
Giannis Antetokounmpo
23.3
8.7
5.5
.576
.278
.789
7.4
118
104

George ha 27 anni. In questa stagione giocando mezzo minuto in più rispetto ad un anno fa ha perso 0.7 rimbalzi e 0.8 assist a partita. Sta tirando meglio di quanto abbia mai fatto da tre (38.3%) e la sua percentuale effettiva è in crescita. Inoltre è primo assoluto nei tiri liberi con il 92.1%. Eppure segna di meno perché si procura meno tiri liberi (tra le ali indicate sopra solo Green ne esegue di meno) e il suo defensive rating di 108 per 100 possessi è il peggiore della sua carriera (forse incide il passaggio da Frank Vogel, coach difensivista, a Nate McMillan: l'efficacia difensiva non è mai un fattore solo individuale). Il rting offensivo è il peggiore tra quelli delle ali top. Il rendimento è comunque altissimo ma segnala piccole crepe che alimentano qualche dubbio considerato che George ha alle spalle un infortunio catastrofico. Oppure risente semplicemente di tutto quello che sta accadendo attorno a lui. In ogni caso è comprensibile che Boston lo ritenga il miglior giocatore che fosse disponibile sul mercato e non necessariamente la tessera mancante per arrivare al titolo soprattutto se Ainge fosse convinto che Boston le carte migliori possa giocarsele nel dopo LeBron o quando i Warriors faranno un po' meno paura e lui invece avrà magari due fenomeni dai prossimi due draft.


LA POSIZIONE DEI LAKERS - È attendista perché i Lakers sono la destinazione preferita di PG13. Solo se sarà scambiato ad un'altra squadra - e allora al prezzo giusto i Celtics resterebbero i favoriti perché gli proporrebbero una squadra da titolo con la quale impegnarsi a lunga scadenza - i Lakers smetterebbero di essere i favoriti per assicurarselo da free-agent. Ma questo presuppone che Indiana "muoia" con il cerino in mano senza la concreta possibilità di trattenerlo. Per questo più si andrà avanti con il tempo e più i due club potrebbero trovare di reciproco interesse fare l'affare. Da un lato Indiana non lo perderebbe e dall'altro i Lakers non lo vedrebbero volare via verso Boston come un altro prodotto locale, Paul Pierce. Alla fine Brandon Ingram, protetto nelle settimane scorse, potrebbe essere ancora la pedina centrale migliore soprattutto se i Lakers sceglieranno regolarmente nel 2017 (il pick è protetto per le prime tre posizioni) e sostituirlo cosi. Ad esempio spostando D'Angelo Russell da 2 accanto a Lonzo Ball e inserendo George da 3 dove ora hanno Ingram. Ma di tutto questo si parlerà ancora molto a lungo.

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