lunedì 12 giugno 2017

La grande notte del "Flu Game" di Michael Jordan

Il "Flu Game" di Michael Jordan, che ha compiuto 20 anni, lo ricordo bene. Io ero lì. Al Delta Center di Salt Lake City. Era la prima delle due finali consecutive tra Chicago e Utah. Entrambe finirono 4-2 ma in modo differente, perché i Bulls avevano il vantaggio del campo nel 1997 ma non lo avevano nel 1998, nel 1997 fu una serie equilibrata fin dal principio e in sostanza in tutte le partite mentre quella del 1998 fu rocamboleca: i Jazz vinsero gara 1 ma persero gara 2, vennero devastati in gara 3 e 4, salvo rovinare la festa a Chicago in gara 5 e farsi rovinare il grande sogno nella sesta partita a Salt Lake City, quella della "posa" di Michael Jordan.

Ma il "Flu Game" fu un'altra cosa: Utah aveva vinto le due gare precedenti e tentava di completare lo slam casalingo in gara 5 per rovesciare tutta la pressione sui Bulls. Pioveva di brutto quel giorno. Era stato montato un maxischermo all'esterno dell'arena. Quando i Jazz nel secondo quarto sembravano padroni della partita come succedeva quando la loro esecuzione offensiva supportava una difesa basata su principi antichi ma efficaci (a Jerry Sloan non piaceva raddoppiare, piaceva passare davanti ai blocchi, forzarli, non concedere nulla a nessuno, responsabilizzando al massimo i singoli), la gente fuori dell'arena continuò a prendere l'acqua come se nulla fosse. Io ero nel loggione del Delta Center. Più in alto di così non si poteva essere. La visuale era buona però, si respirava l'atmosfera della Finale e nei time-out con pochi metri si poteva vedere cosa stesse accadendo fuori.
Il "Flu Game" cominciò molto prima della palla a due. Si sparse la voce che Michael Jordan non aveva partecipato alla seduta di tiro. Brutto segno. Poi lo videro arrivare con la squadra ma sembrava smunto, senza energie, aveva un brutto colore. Si rifiugiò in una stanza dello spogliatoio inaccessibile ai media. Ma essendo Michael Jordan, con un gusto tutto suo per le sfide impossibili, probabilmente interpretò quella sorta di virus che si era impossessato di lui nella notte (una pizza avariata, dissero), lasciandogli febbre alta, vomito, spossatezza, mal di testa, tutto, come una sfida. Tutto quel che venne concordato con Phil Jackson venne cancellato durante la partita. Doveva giocare e vedere come si metteva. I Bulls erano sotto di 16 ma lui restò in campo. I Bulls rimontarono. Nell'intervallo concordarono che avrebbe giocato qualche minuto, poi si sarebbe riposato, poi sarebbe magari tornato. Giocò 24 minuti filati. La tripla che di fatto sancì la vittoria, frontale, dopo un tiro libero sbagliato e un rimbalzo lungo, venne seguita dal time-out Utah mentre lui, in una foto rimasta storica, si accasciò tra le braccia di Scottie Pippen che lo trascinò in panchina.
I Jazz non sapevano che stesse male! John Stockton lo scoprì nel post-partita. Minutaggio, cifre, rendimento, non sembrarono davvero quelle di un uomo sull'orlo dello svenimento. Ma questo fa parte della narrativa, della mitologia. Due giorni dopo a Chicago, Jordan servì a Steve Kerr il pallone del titolo e l'attuale coach dei Warriors, dalla media, eseguì. Ci sono pareri discordanti su quanto valessero quei Jazz. Personalmente li ho considerati per anni la miglior squadra che non abbia mai vinto un titolo - intendo il nucleo Malone-Stockton più Hornacek -, superiori ai Knicks di Pat Riley (Ewing, Starks, Oakley, Harper, prima di Allan Houston e Latrell Sprewell) e anche ai Trail Blazers di Clyde Drexler e Terry Porter. Ma molti ritengono che avessero raggiunto la Finale in un periodo buio della Western Conference, con un nucleo di ultratrentenni che avevano avuto come merito solo quello di non cedere alle leggi del tempo mantenendosi competitivi con un gruppo che per anni non era mai arrivato a giocare per il titolo. Tuttavia quei Jazz andarono seriamente vicini a battere i Bulls del secondo triplete e quella era una squadra forse meno forte di quella del precedente three-peat ma più solida mentalmente, durissima. Per me meritano rispetto anche se Michael Jordan ha portato via tutto, "Flu Game", "The Shot" eccetera.

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