mercoledì 5 luglio 2017

Griffin più Gallinari, l'asse dei nuovi Clippers del dopo Paul

Tanti in Italia avrebbero voluto vedere Danilo Gallinari giocare in una squadra da titolo ma i Clippers non sono la barzelletta che erano sotto la gestione di Donald Sterling. Nelle ultime cinque stagioni hanno vinto regolarmente più di 50 partite, soglia dell'eccellenza, il proprietario Steve Ballmer è il più facoltoso dell'intera NBA e a bordo è appena arrivato da Golden State un personaggio fantastico come Jerry West. Gallinari è in una grande organizzazione che tra l'altro aveva in altri momenti cercato di prenderlo.
I Clippers hanno stupito tutti perché dopo la defezione di Chris Paul ci si attendeva un'implosione verso il futuro. Invece tutte le mosse successive sono state dettate dal desiderio di rimanere competitivi anche se questo al momento significa giocare per un posto nei playoffs e poco più. Gallinari è un upgrade incredibile rispetto a Luc-Richard Mbah a Moute e necessario per compensare la partenza di JJ Redick in attacco visto che la guardia titolare sarà Austin Rivers, più creativo e atletico, molto meno tiratore. Ma sostituire Chris Paul è di fatto impossibile con i giocatori rimasti sul mercato.
La trade per Gallinari ha chiuso anche la storia di Jamal Crawford con i Clippers. Lou Williams, ottenuto da Houston, compensa in termini offensivi e garantisce maggiore freschezza fisica. I Clippers con lui, Sam Dekker e Montrezl Harrell oltre a Patrick Beverley hanno molta più profondità di quanta ne abbiano mai avuta nell'era CP3 ma la squadra non è la stessa.
Nel momento in cui hanno deciso di dare più di 170 milioni a Blake Griffin hanno fatto una scelta precisa: tentare di restare al vertice in una conference molto competitiva.
Forse ci si aspettava che Gallinari si dirigesse verso un utilizzo da ala forte che mascherasse qualche limite difensivo sugli esterni per esaltare invece una pericolosità perimetrale superiore alla maggior parte degli stretch 4 della Lega avendo molto più talento e varietà di armi di un Ryan Anderson. Ma quella sarebbe la posizione di Griffin. Personalmente mi aspetto che Doc Rivers utilizzi Gallinari da 4 quando Griffin andrà in panchina mentre sarà molto interessante e in linea con le tendenze attuali vedere Griffin alla Draymond Green e Gallinari da 4 in un quintetto smallball che eliminerebbe DeAndre Jordan ma sarà una necessità nei finali di gara. Potrebbe anche rivelarsi letale perché il playmaking di Griffin è sottovalutato e non era visibile nell'era Paul. Gallinari formava con Nikola Jokic - ormai uomo franchigia a Denver, Paul Millsap è stato preso per correggere i suoi enormi limiti difensivi - una coppia offensivamente spettacolare. Griffin è del livello di Jokic come passatore. Anche in questo la presenza di Jordan può congestionare l'area più di quanto possa ferire la difesa convertendo i lob di... Griffin (vedremo il pick and roll giocato dai due lunghi?).

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