mercoledì 4 ottobre 2017

Tante star e un solo LeBron James

Sulla carta LeBron James dovrebbe imboccare il viale del tramonto e dovrebbe farlo presto. Nel 2018 avrà 34 anni ma gioca nella NBA da 15, ha disputato otto finali, le ultime sette consecutive, e la stagione scorsa è stato il giocatore più impiegato della Lega. Ma se c'erano dubbi sulla legittimità della sua permanenza sul trono di miglior giocatore contemporaneo sono stati fugati paradossalmente dal momento più brutto ovvero la sconfitta 4-1 contro Golden State. In finale LeBron ha viaggiato in tripla doppia media e segnato 33 punti per partita. Nessuno aveva mai fatto così bene in una finale e soprattutto contro un avversario del livello dei Warriors.
Nel 1969 Jerry West vinse il trofeo di MVP di una finale persa. Da allora in 48 anni non è più successo. È virtualmente una regola non scritta, rispettata sempre anche quando si sarebbe potuto discutere se fosse anche equa. Isiah Thomas nel 1988 e forse Allen Iverson nel 2001 sarebbero stati legittimi MVP di finali perse. E vale ovviamente per il LeBron del 2017.
È vero che non vince il titolo di MVP dal 2013 ma quello è un trofeo assegnato sulla base di un arco temporale limitato e al tempo stesso diluito su sei mesi di competizione. Il trono di miglior giocatore del mondo è più arbitrario come concetto ma più significativo.
Dovendo costruire una squadra da zero per vincere un titolo chi scegliereste per primo nella NBA odierna? Se la vostra vita dipendesse da una partita chi scegliereste per primo per vincerla? Se LeBron e Kevin Durant si fossero scambiati squadra prima della finale del 2017 come sarebbe finita? Sono tutte risposte scontate.

Ma la nuova stagione proporrà a LeBron un livello di difficoltà senza precedenti. La sua spalla non è più Kyrie Irving ma Isaiah Thomas con un'anca sospetta e probabilmente fuori fino a gennaio. L'età comincia ad essere un fattore rilevante. E il suo contratto in scadenza, accompagnato a tutte le voci di un inevitabile trasferimento ai Lakers, aumenta la pressione. La striscia di finali giocate da un lato ne ingigantisce la statura e dall'altro - avendone perse cinque su otto - consegna munizioni supplementari ai critici.

Ma quando si riduce il basket ai minimi termini la questione diventa più facile da dirimere. Ci sono sei o sette megastar nella NBA attuale  (KD, Steph, Westbrook, Harden, Anthony Davis e Giannis) ma solo un LeBron. E lo sanno tutti. (1-continua)

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