giovedì 9 novembre 2017

Porzingis ed Embiid: la coppia che Philadelphia non ha composto

Ci sono momenti in cui Sam Hinkie, il costruttore dell'ardito progetto di Philadelphia, il famoso Processo sbandierato di continuo da Joel Embiid, appare un genio assoluto. È ce ne sono altri in cui è normale chiedersi che cosa avesse in testa o in cui comunque ha commesso errori madornali. La questione viene alla luce oggi ovvero quando il suo successore Bryan Colangelo si trova alle prese con la necessità di cedere Jahil Okafor prima che il suo contratto scada a giugno e diventi free-agent senza restrizione, un giocatore che andrà via gratis dopo che su di lui Hinkie aveva speso la chiamata numero 3 del draft del 2015.

La storia di Okafor è nota: una prima stagione da giocatore immaturo ma di talento offensivo enorme almeno dentro l'area, da giocatore vecchia scuola con difetti difensivi, zero tiro da fuori ma intrigante. Solo che Okafor è stato scelto dopo Nerlens Noel e Joel Embiid. Quando ambedue hanno cominciato a giocare è diventato di fatto il terzo centro dei Sixers. Ovvero: un giocatore da cedere.
Solo che una trattativa con Portland è sfumata all'ultimo momento quando i Trail Blazers hanno preferito Jusuf Nurkic da Denver. Philadelphia, in pieno panico, ha affrettato la cessione di Noel a Dallas ma senza dare speranze a Okafor. I Sixers lo considerano ingombrante e comunque sta emergendo la sensazione che abbia caratteristiche deleterie nel basket odierno non solo per evidenti limiti difensivi. Ma ormai la forza contrattuale dei Sixers per un giocatore che sarà libero a giugno è pari a zero. Ci si aspetta che possa addirittura essere rilasciato. È una brutta storia per tutti.
Una brutta storia che poteva essere evitata.
Visti i problemi fisici di Noel ed Embiid, la scelta di Okafor nel 2015 non sembrava così fuori luogo. Soprattutto perché le quotazioni del ragazzo, erano al top in quel momento è poi vennero supportate da quello che deve da rookie. Ma la realtà è che Hinkie lo scelse pensando fosse il miglior giocatore disponibile è quando ricostruisci è buona norma prendere comunque l'elemento migliore e preoccuparsi degli equilibri in un secondo momento.
L'aspetto più intrigante di quel draft però è un altro: Hinkie non voleva Okafor. Hinkie voleva Kristaps Porzingis. Immaginate una squadra con Embiid è Porzingis assieme. Magari difficili da far coesistere e dalle qualità ridondanti ma sono problemi che a Philadelphia vorrebbero avere.
Perché non presero Porzingis?
Al numero 1 del draft Minnesota scelse come previsto è ovviamente senza sbagliare Karl-Anthony Towns. Al 2 sceglievano i Lakers: ancora sotto la gestione Kupchak-Buss non avevano l'immaginazione di capire cosa fosse un 2.20 lettone che stava giocando in Spagna. Così presero D'Angelo Russell. Questi era per la verità anche il giocatore preferito da Phil Jackson per i Knicks che chiamavano al 4. Se fosse stato disponibile quasi certamente New York avrebbe selezionato lui. Ma Russell andò a Los Angeles e i Knicks si convinsero a prendere Porzingis che ebbe un memorabile workout con Jackson. Tra il lettone è New York c'era però Philadelphia.
Hinkie voleva Porzingis ma non riuscì a convincere i suoi rappresentanti a incontrarlo o convincerlo ad un allenamento privato. Sono mosse classiche che gli agenti eseguono per pilotare i loro giocatori verso un club piuttosto che un altro. I Sixers non erano attraenti in quel momento. New York normalmente lo è. Senza abbastanza informazioni Hinkie si tirò indietro prendendo Okafor.
A suo tempo Golden State sperimentò la stessa situazione quando Stephen Curry venne pilotato verso New York. I Warriors decisero di correre il rischio e lo chiamarono quasi al buio. Philadelphia non ebbe lo stesso coraggio o forse era più facile rischiare su un ragazzo della Carolina piuttosto che su un misterioso gigante lettone. Ma la storia dei Sixers e dei Knicks su questa valutazione è cambiata.

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