Più che disquisire sui tanti, troppi, tiri da tre che
Houston ha preso e sbagliato in gara 7, bisognerebbe capire quanto i Rockets abbiano
pagato le ridotte dimensioni della loro rotazione e coinvolgere la cronica
tendenza di Mike D’Antoni di utilizzare pochi giocatori spremendo i migliori o
i più fidati. Nelle partite importanti, D’Antoni ha usato una rotazione di
sette giocatori. Se questo abbia causato il calo vistoso della squadra nel
secondo tempo di gara 6 e 7, se questo sia uno dei motivi dell’infortunio di
Chris Paul – che di infortuni al momento sbagliato purtroppo ne ha avuto tanti
in carriera – non è dimostrabile né in un senso né in un altro. Ma di sicuro
questa stagione ha rinforzato alcuni concetti, tipo la necessità di proteggere
Paul durante la regular season (fatto già quest’anno ma forse bisognerà farlo
ancora di più) e trovare il sistema di aumentare il numero di giocatori fidati
su un mercato che per i Rockets comincia in salita.
Cosa possono fare per superare i Warriors? Dei sette seguaci
di D’Antoni, Gerald Green e Trevor Ariza sono free-agent, Clint Capela è un
free-agent con restrizione e Chris Paul è eleggibile per un contratto da 207
milioni che però scadrà quando avrà 37 anni. E’ ovvio che quando sei così vicino
ad un titolo non pensi a cosa succederà quando Paul graverà sul payroll per 43
milioni di dollari, ma il problema resta. Confermare Paul e firmare Capela per
evitare che vada via (Dallas potrebbe fargli firmare un contrattone da
restricted obbligando Houston a pareggiarlo o facendo nascere qualche dubbio)
sono mosse obbligate. Poi toccherà ad Ariza, che ha 33 anni, mentre il
journeyman Green, che è di Houston e prima che lo chiamassero era virtualmente
fuori dalla NBA, non dovrebbe essere un problema.
Ma queste mosse dicono che Houston nella migliore delle
ipotesi avrebbe la stessa squadra di quest’anno solo (molto) più costosa, consegnandosi
allo stesso destino probabilmente. Il general manager Daryl Morey però è molto
creativo. I due anni e 41.7 milioni di contratto di Ryan Anderson sono il suo
vero problema per andare poi sul mercato e portare a Houston una nuova stella. Durante
l’anno persino LeBron James è stato rumoreggiato di approdo a Houston per
giocare con l’amico Paul e avere una squadra pronta per vincere subito ma che
non ha vinto (qui la differenza con la scelta di Kevin Durant: i Warriors
avevano già vinto l’anno prima ed erano reduci dal record di vittorie in una
stagione). Ma creare spazio per firmarlo senza smantellare la squadra è
virtualmente impossibile dovendo estendere Chris Paul senza il quale nulla
avrebbe senso. Quindi l’unico modo è ripetere l’operazione Paul coinvolgendo
Cleveland come un anno fa vennero coinvolti i Clippers. Ma è davvero dura.
Nessun commento:
Posta un commento