“Perché piangeva Lute
Olson?” Il coach tutto d’un pezzo dell’università dell’Arizona, un duro, li
aveva svegliati tutti di soprassalto nel cuore della notte. Olson era al primo
anno da head coach e nessuno sapeva se avesse qualche trucco, qualche missione
speciale nascosta nella manica. Era entrato nel dormitorio e aveva intimato a tutti
i giocatori di vestirsi e andare nella stanza di Steve Kerr. Subito!
Aveva 18 anni, Steve, e
molti dei suoi compagni lo conoscevano ancora poco. Non era molto quotato, come
giocatore, ma era brillante, arguto, bravo anche a scuola. “La gente tende a gravitare
attorno a Steve”, avrebbe detto Gregg Popovich. Quella notte lo avrebbero
conosciuto tutti meglio. Steve era stato svegliato anche lui nel cuore della
notte. E adesso era lì, catatonico, sotto shock. E Lute Olson, il duro,
piangeva. Cos’era successo
quella notte?
“Dr. Kerr’s untimely and tragic death at the
hands of these despicable assassins must strengthen our resolve not to give in
to the acts of terrorists. Terrorism must not be allowed to take control of the
lives, actions, or future of ourselves and our friends.” La notizia battuta dalle agenzie di stampa conteneva questa frase del
Presidente degli Stati Uniti, Ronald Reagan. Malcolm Kerr era il Presidente
dell’università americana di Beirut. Aveva trascorso gli anni migliori della
sua vita a studiare e mediare tra cristiani, musulmani ed ebrei. Ma il 18
gennaio 1984 venne colpito due volte alla testa mentre usciva da un ascensore
nel palazzo in cui lavorava. Morì sul colpo, vittima di due hezbollah che
eseguirono ordini iraniani. Steve apprese la notizia da un amico di famiglia,
ma non aveva neppure una famiglia con cui condividere il dolore. Aveva un
fratello in Libano anche lui, uno a Il Cairo, una sorella a Taiwan. I Kerr
erano dappertutto e in nessun posto. Lui era a Tucson a inseguire il sogno di
diventare un giocatore. Ma quella notte sembrava tutto davvero lontano. Kerr
non partì per Beirut. Rimase a Tucson e giocò la partita successiva come se
nulla fosse successo...
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