Dell Curry aveva quattro
sorelle. Tutte più grandi di lui. Trovava una via di fuga quando rimaneva fuori
di casa e il suo allenatore al liceo lo ospitava nella propria… stalla. E’ una
storia nota. Curry veniva da Harrisonburg in Virginia e aveva il canestro nel
sangue. La tecnica giusta, il gomito posizionato perfettamente a formare una
elle con l’avambraccio. Il rilascio perfetto. Dell Curry era un tiratore nato
ma non si accontentava di esserlo. No. Dell Curry percorreva i 15 minuti che lo
separavano dalla casa in cui viveva il suo coach a Fort Defiance High School.
C’era un canestro appeso nella stalla. Dell aveva il permesso di rimanere lì e
tirare all’infinito. L’obiettivo di ogni giorno era segnare 500 canestri. “Ma
il bello è che potevo andarci con qualunque tempo e a qualunque ora. La stalla
era sempre aperta”, racconta. Talento, istinto, tecnica e lavoro. Dell Curry
sarebbe diventato uno dei più grandi tiratori di tutti i tempi.
Curry fu convocato per il
McDonald’s All-America Game ma era considerato troppo debole fisicamente,
esile, piccolo (1.92) per avere un futuro ad alto livello. Non venne granché
considerato dai college di primo piano. Fu reclutato da Virginia Tech. Per tre
anni venne incluso nel primo quintetto della Metro Conference, fu giocatore
dell’anno nel 1986 quando segnò 24.1 punti di media in un’epoca in cui ancora
nella NCAA non esisteva il tiro da tre punti con il quale sarebbe stato un’arma
letale. Prima dell’ultima gara casalinga, la sua maglia numero 30 di Virginia
Tech venne ritirata. Fu qui, al college, che nacque la storia d’amore con
Sonya.
Una storia perfetta: Dell
era la stella degli Hokies nel basket ma d’estate giocava anche a baseball,
Sonya giocava sia a basket che a pallavolo, la sua prima scelta. Erano
ovviamente la coppia delle coppie nel campus di Virginia Tech.
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