lunedì 21 novembre 2016

NBA WEEK 4/c: il dramma confessato di Greg Oden

Greg Oden si è definito il più grande bidone nella storia dei draft NBA e ha aggiunto che la sua posizione peggiorerà ogni volta che Kevin Durant continuerà a giocare come sta facendo.
La dichiarazione struggente denuncia un malessere lancinante, il dolore che Oden prova nel dover accettare il proprio destino. Lo stesso Durant si è sentito in dovere di difenderlo.
Oden doveva essere il nuovo Shaquille O'Neal oppure Anthony Davis prima di Anthony Davis. Dipende dai punti di vista. Un centro fisicamente dominante, grande protettore del ferro. Un intimidatore. Oden e Durant si dichiararono entrambi per i draft del 2007 dopo una sola stagione al college. A Ohio State, Oden raggiunse perdendola la Finale NCAA. 
Portland sceglieva al numero 1 e scelse Oden. Nella storia tutti i più grandi errori di valutazione sono stati commessi da chi ha sopravvalutato taglia fisica e prestanza rispetto a talento, tecnica e velocità. Ma Oden era un fuoriclasse vero e nel 2007 almeno tre quarti di NBA avrebbero scelto Oden prima di Durant. Lo fece anche Portland.
Oden non era un bidone ma un giocatore fragile cui gli infortuni hanno impedito di avere una carriera stellare. Il poco tempo in cui ha giocato in decenti condizioni di salute, Oden è stato eccellente.
Il problema è che Portland è stata probabilmente vittima di sé stessa due volte nella propria storia. Prima nel 1984 quando al numero 2 scelse Sam Bowie invece che Michael Jordan. E poi nel decidere tra Oden e Durant. Ma i casi sono differenti.
Bowie era un buon giocatore ma aveva già manifestato problemi fisici a Kentucky. Nessuno nel 1984 pensava che Michael Jordan diventasse Michael Jordan ma non c'è dubbio che preferirei Bowie per una questione di esigenze di squadra fosse un errore colossale. Portland aveva motivi per commettere quell'errore avendo in roster un giocatore giovane e dirompente come Clyde Drexler. Sottovalutando Jordan, il general manager di allora Stu Inman pensò che sceglierlo avrebbe solo reso la sua squadra ridondante sul perimetro. Ovviamente sbagliando in modo clamoroso. Aldilà della coesistenza Drexler-Jordan nel basket di allora - comunque avrebbe funzionato e portato i Blazers a diversi titoli NBA- si trattò di un errore abbastanza ricorrente. Quello di scegliere in base alle necessità ignorando quanto possedere assett del miglior livello possibile aiuti strada facendo. Detroit nel 2003 scelse Darko Milicic anziché Carmelo Anthony o Chris Bosh o Dwyane Wade perdendo un'occasione unica di costruire una squadra devastante nel futuro. Fu un errore doppio: non scelse una giovane star da inserire in un gruppo fortissimo ed equilibrato e poi prese anche il giocatore sbagliato. Fu l'errore di Portland con Bowie che al massimo avrebbe potuto essere un Brook Lopez più affidabile in difesa e meno come tiratore.
Ma il caso Oden è differente perché Oden era davvero buono. È stata la sfortuna a tradire sia lui che Portland. Paradossalmente Seattle/OKC ha avuto la fortuna di non dover scegliere. Al numero 2 poteva solo chiamare ciò che sarebbe rimasto sul tavolo. Avesse scelto Seattle all'1 non è da escludere che avrebbe preso anch'essa Oden. 
Di sicuro con gli infortuni catastrofici di Bill Walton e Sam Bowie, di Greg Oden e Brandon Ray nessuna franchigia nella storia della Lega può considerarsi più sfortunata dei Blazers. E solo Bowie è stato un errore cercato.


FROM “NEW YORK BASKETBALL STORIES 2.0"

Le origini di Kyrie Irving
Drederick Irving un giorno disse ai due figli, Asia e Kyrie, che avrebbero dovuto ricevere dalla vita più di quanto aveva avuto lui. Non era una grande dichiarazione. Drederick Irving veniva da un ghetto del Bronx, viveva nei Mitchel Projects, la madre gestiva due lavori per mantenere da sola sei figli perché il padre se ne andò senza avvertire nessuno quando Drederick aveva sei anni. Peggio di così, sarebbe stato difficile. Drederick e i suoi vivevano con il welfare, non avevano nulla. Tranne il basket.

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