giovedì 8 dicembre 2016

NBA WEEK 6/all in one


I Milwaukee Bucks sono decisamente in area playoffs in una Eastern Conference in cui solo le due squadre migliori sembrano definite, Cleveland e Toronto. I Bucks stanno lievitando ma soprattutto lo stanno facendo senza aver preso alcuna scorciatoia. Michael Beasley è stato firmato solo per sopperire ai sei mesi di assenza di Khris Middleton ma ha più spazio di lui il giovane Tony Snell, acquistato da Chicago anche se per ora il suo teorico tiro da fuori non si è visto (29%). Jason Terry è l'unico veterano ma la squadra è soprattutto nelle mani di Giannis Antetokounmpo, 22 anni. La seconda star della squadra è Jabari Parker che è del '94. I due migliori giocatori hanno 43 anni in due. Chi vive una situazione simile? In quintetto ci sarebbe Middleton che ha 25 anni (quanto è grave la sua assenza? Lo scorso anno aveva 18.2 punti e 4.2 assist per gara). Ha 25 anni anche Snell, ne ha 26 John Henson che ormai gioca anche centro.
Non è tutto oro quel che luccica ovviamente. Greg Monroe, firmato due estati fa per 50 milioni in tre anni, è ai minimi in carriera. Gioca 17 minuti e segna 8.8 punti. Il suo ruolo ormai è secondario. I Bucks sarebbero pronti a cederlo ma non trovano estimatori. Il giocatore può uscire dal contratto con un anno di anticipo ma ha 17 milioni da incassare tra un anno e quindi nessun motivo per farlo al suo valore attuale di mercato che è bassissimo. Thon Maker che dovrebbe essere il centro del futuro per ora è inutilizzato.
Jason Kidd ha scelto di puntare su Antetokounmpo e ne sta ottenendo in cambio una stagione da giocatore dominante. È primo realizzatore e rimbalzista di squadra. È il quinto stoppatore e il quinto nelle palle rubate nell’intera Lega. È diventato una presenza distruttiva in difesa. Cifre alla mano sarebbe il quinto difensore della Lega. Con lui in campo i Bucks concedono 97.5 punti ogni 100 possessi. Solo Russell Westbrook e Chris Paul hanno un dato migliore nel plus/minus adattato (quello che misura il valore di in giocatore non in assoluto ma in rapporto a quello che fa la squadra senza di lui). Definirlo un point-man sarebbe tuttavia eccessivo. Point-forward è la definizione migliore: in difesa va su guardia o ala piccola mentre Matt Della Vedova si occupa del point-man. In attacco Kidd usa due guardie. Può essere lui a iniziare il gioco o Della Vedova. Ma non cambia il suo status di giocatore totale che a dispetto dei difetti nel tiro da tre è destinato a lasciare il segno nella NBA per molti anni.
Lo stesso vale per Milwaukee con il ritorno di Middleton e soprattutto se Maker diventerà un giocatore vero riportando Henson ad un ruolo più adatto dalla panchina. Parker è un attaccante e ha taglia fisica. È un secondo violino eccezionale. I Bucks sono in termini di roster vicini, molto vicini al salto di qualità definitivo. Hanno bisogno più di tempo e salute che di giocatori.

FROM “GOLDEN TIMES”

Bob Myers, la storia dell’architetto dei Warriors.
Fu al campus di UCLA che conobbe Steve Lavin, ai tempi assistente di Jim Harrick: gli propose un provino. Non avrebbe mai guadagnato una borsa di studio ma avrebbe potuto trovare posto in squadra, come “walk-on”, in sostanza come volontario. Andò così bene che nel 1995 vinse il titolo NCAA. Quando Tyus Edney, il playmaker di allora, segnò il canestro della vittoria correndo da canestro a canestro alla velocità della luce contro Missouri nei quarti del Torneo NCAA, Myers fu il più rapido ad abbracciarlo finendo immortalato in ogni foto o immagine di quella prodezza. Fu il momento più entusiasmante della sua carriera di giocatore. L’anno successivo però trovò anche il modo di segnare 20 punti in una partita contro Oregon State e quando si laureò per qualche tempo si illuse di poter prolungare la propria carriera giocando all’estero. Non successe”.


LA STATISTICA 1
Oklahoma City è 40-6 nelle partite in cui Russell Westbrook realizza una tripla doppia.
LA STATISTICA 2
Quando viaggiò in tripla doppia media Oscar Robertson aveva anche una media di 44.3 minuti per sera. Westbrook ne gioca nove di meno.
LA STATISTICA 3
Quando viaggiò in tripla doppia media Oscar Robertson, le squadre eseguivano oltre 107 tiri di media a partita circa venti in più di adesso
LA STATISTICA 4
La recente striscia perdente di 8 gare è stata la più lunga per i Dallas Mavericks da quando Mark Cuban ne diventò proprietario nel gennaio del 2000.
LA STATISTICA 5
Golden State ha segnato almeno 100 punti in 19 gare su 20. E distribuito 30 assist 14 volte.



QUALE FUTURO PER DEMARCUS COUSINS?
DeMarcus Cousins diventerà free-agent nel 2018 +ma ci sono molti motivi per pensare che non arriverà a quel giorno con la maglia dei Sacramento Kings addosso. Cousins è il miglior giocatore nella NBA attuale che non abbia mai neppure sfiorato i playoffs. E a dispetto delle cifre - spesso esibite per ricordare quanto sia fortr Anthony Davis - che nel suo caso sembrano secondarie rispetto al temperamento o la reputazione, i falli tecnici o le dichiarazioni fuori luogo. Come quando ha ammesso che il suo sogno sarebbe giocare di muovo assieme a John Wall. E magari anche a Eric Bledsoe. Tutti e tre erano insieme a Kentucky. Tutti e tre andarono via dopo un anno. Tutti e tre furono prime scelte. Tutti e tre si sentono incompresi e giocano per squadre che probabilmente non giocheranno i playoffs e vanno costantemente monitorate sul mercato. Cercando i nomi di giocatori che potrebbero cambiare squadra a breve loro tre figurano ai primi posti. Cousins al primo.
Da quando è a Sacramento è stato allenato da sei coach. Con tutti o quasi ha avuto scontri. George Karl aveva chiesto di cederlo. Shaquille O'Neal che  ha una piccola quota dei Kings l'ha criticato pubblicamente. L'organizzazione è ambiziosa. Vivek Ranadive il proprietario non ha limiti. Il Golden 1 Center appena inaugurato è un impianto strepitoso. Ma non c'è ancora un indirizzo filosofico preciso. Dave Joerger il nuovo coach è rispettato e ha alle spalle un'esperienza eccellente a Memphis. Cousins alle volte è indisponente o pigro, polemico ma di estremo talento. È il poster-boy dell'ultimo libro di John Calipari: allenare talento estremo. Segna 28.7 punti per gara con 10.4 rimbalzi. L'ultima cifra indica un calo. Ma al tempo stesso Cousins è un centro fisico che gioca sia dentro che fuori. Tira da tre con il 39%. Quale centro ha cifre migliori? Eppure Vlade Divac, bandiera del club, general manager, ha scelto un centro dopo l'altro nel draft (Willie Cauley-Stein e Skal Labissiere che è un mezzo 5 tra l'altro vengono da Kentucky anche loro) e la cosa non ha aiutato. Quando lo scorso giugno la prima scelta venne spesa per il greco Papagiannis, Cousins ricorse a Twitter e a due mani giunte in preghiera per chiedere a se stesso pazienza. Ma non può durare ancora molto. Ecco altre quattro situazioni da tenere d'occhio.BROOK LOPEZ - È nella fase migliore della sua carriera. Ha aggiunto il tiro da tre al proprio arsenale e per quanto sia un normale rimbalzista (quest'anno solo 5.3 a partita) e un modesto difensore ha decisamente qualità di spessore. Segna 19.9 punti ma è sotto i 27 minuti, minimo in carriera. Il contratto scade nel 2018. Significa che può essere scambiato in tempi brevi con i Nets che cercheranno di recuperare le due prime scelte girate incautamente ai Celtics.
EVAN TURNER - Per ora a Portland non ha funzionato e i 70 milioni sono pesanti. In una squadra già dotata di Damien Lillard e CJ McCollum la sua presenza è sempre stata ridondante. Molti sospettano che il piano fin dall'inizio fosse quello di cederlo per un giocatore interno più funzionale alle esigenze dei Blazers che sul perimetro hanno anche Allan Crabbe. Tuttavia il suo deludente rendimento non aiuta il reperimento di estimatori.
NERLENS NOEL/JALHIL OKAFOR - Sono tutti e due sul mercato perché non ha senso che Philadelphia vada avanti con tre centri. Intoccabile Joel Embiid uno dei due farà da polizza assicurativa e l'altro sarà scambiato. Ma Noel è fuori per infortunio e comunque Bryan Colangelo non vuole svendere. Quindi non è detto che la vicenda si sblocchi rapidamente.
ENES KANTER - Il turco è uno dei migliori attaccanti di post basso della Lega (60.2% nel tiro da due) e un superbo rimbalzista offensivo. Ma la partenza di Kevin Durant e la carenza di spazio nell'attacco dei Thunder ha reso ancora più problematica la sua coesistenza con Steven Adams. Di fatto è un cambio da 19 minuti per gara. Il migliore della Lega. Ma i Thunder lo sacrificherebbero subito per un'ala piccola con punti nelle mani e tiro. Si tratta di aspettare l'occasione. Diventa free-agent nel 2018 se non esercita l'opzione per il 2019.

FROM "NEW YORK BASKETBALL STORIES 2.0"
Lance Stephenson e Coney Island.


"La storia di Stephenson non è tanto diversa dalla tipica storia di Coney Island. Aveva 16 anni quando cominciò a sentirsi dire di essere il più forte di tutti, un predestinato. In realtà Lance era soprattutto l’ultimo giocatore cresciuto sui campi d’asfalto di New York ad avere le qualità e forse anche il carattere per non fermarsi prima di arrivare al traguardo. Andò a Lincoln e nel 2009 la scuola diventò la prima di sempre a vincere per quattro anni di fila il titolo delle scuole pubbliche. Stephenson ha vinto tutti quei quattro titoli e ha superato Telfair come primo realizzatore di sempre nei licei di New York. Ma nel frattempo aveva già avuto la sua razione di problemi fuori del campo: fu accusato anche di molestie nei confronti di una ragazza di 17 anni e dovette dichiararsi colpevole anche se di un reato minore. Andò a giocare a Cincinnati ma rimase solo un anno, poi si dichiarò per i draft NBA senza essere – ironicamente - pronto. Era già abbastanza fisico da avere un impatto difensivo ma non in attacco. Sperava di andare ai Knicks, probabilmente è meglio che non sia finito a New York".
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LOOKING LIKE TINY ARCHIBALD
Nate “Tiny” Archibald è stato l’unico giocatore della storia a vincere nello stesso anno la classifica dei marcatori e degli assist. Westbrook e Harden hanno la possibilità di imitarlo.


Giocatore Ppg Apg
Russell Westbrook 2° (-0.4) 2° (-0.6)
James Harden 4° (-3.2) 1° (+0.6)


AI MAVERICKS CONVIENE FARE TANKING?
Mark Cuban ha negato che i Dallas Mavericks possano essere interessati a estrarre dal cilindro di questa stagione una sorta di "tanking job" per scegliere molto in alto nel prossimo draft e ricostruire. Cuban è abbastanza pratico e moderno da considerare l'opzione. Ed è abbastanza furbo da negare di averlo fatto. Ma i motivi addotti meritano un'analisi. Banale e scontato ricordare che perdere non assicura la prima o seconda chiamata. Lo è anche notare che per quanto quotato il prossimo draft non offra LeBron James o Shaquille O'Neal o Tim Duncan ovvero giocatori per i quali varrebbe la pena compiere qualsiasi sacrificio. Ma è molto interessante Cuban quando dice che giocare per non vincere sviluppa cattivi abiti nei giocatori. Fallo diventare uno status mentale e finisci per allevare giocatori perdenti che non saranno mai capaci di vincere.
Il sospetto è che stia succedendo a Minnesota dove da troppi anni i Wolves hanno accettato volenti o nolenti di vivere in un'atmosfera perdente. Adesso vorrebbero vincere ma non sembrano in grado di farlo. Hanno talento e un allenatore con pieni poteri, rispettato ed esperto, il miglior allenatore difensivo della Lega. E la scorsa settimana Tom Thibodeau ha ammesso di non vedere progressi. Il talento è tanto da Towns a Wiggins da LaVine a Muhammad. I risultati no.Tuttavia i Dallas Mavericks non avevano mai conosciuto una striscia di otto sconfitte nell'era Cuban che ha fruttato viceversa un titolo e due finali NBA. Cuban rilevò il club nel gennaio del 2000. Firmò Dennis Rodman e lo mise a dormire nella propria villa fino a quando la NBA non gli fece notare che non era possibile. Cuban cambiò però la cultura dei Mavericks. Fu il primo a prevedere spogliatoi spettacolari in cui i giocatori fossero coccolati. Volle una pletora di allenatori per investire sui progressi dei giocatori. Ha battagliato con la NBA, ha fatto la guerra agli arbitri.  Ha investito sulle nuove tecnologie, video, statistiche, scouting. È stato il primo proprietario hip-hop della storia quando Jerry Buss fu il primo anni prima a interpretare il ruolo da rock-star.
Non è detto sia l'interpretazione corretta del ruolo ma è sicuro che con Cuban i Mavs sono diventati una delle franchigie più moderne e ben dirette della Lega. Accessibili ai tifosi, localizzati in una delle arene più moderne, con programmi che sono stati copiati o imitati. Cuban che si dice possa correre per la Casa Bianca tra quattro anni non merita la frustrazione del tanking. Ma se servirà non si tirerà indietro.

THE OSCAR ROBERTSON FEAT
Oscar Robertson è l’unico giocatore che sia mai andato in tripla doppia media in una stagione. Tre  giocatori hanno la possibilità di riuscirci quest’anno anche se di gara in gara Westbrook sembra sempre più solo. Ecco le loro medie attuali.


GiocatorePpgRpgApg
Russell Westbrook31.110.511.1
James Harden28.37.611.8
LeBron James23.37.79.3

THE RACE FOR THE MVP
Questa settimana scorriamo brevemente i primi 10 e andiamo sui "NEXT" perché si possono scorgere molte cose interessanti.
1 RUSSELL WESTBROOK - E' il mondo di Westbrook. Primo nei tiri liberi segnati, tentati e nei tiri sbagliati...
2 JAMES HARDEN - Ha vinto contro i Warriors ed è primo nelle palle perse. Non è un pregio ma dimostra quante iniziative stia prendendo.
3 ANTHONY DAVIS
4 KEVIN DURANT
5 LEBRON JAMES - Notato che i suoi assist sono record carriera?

6 KAWHI LEONARD
7 DEMAR DEROZAN
8 STEPHEN CURRY
9 DEMARCUS COUSINS - La new entry della settimana, merita due parole, perché alla fine è il terzo realizzatore della Lega, davanti ad Harden, e cattura 10.4 rimbalzi a partita, 0.6 in meno di Davis.
10 KEVIN LOVE
11 CHRIS PAUL - E' pur sempre primo nelle palle rubate e dopo Westbrook ha il più pesante impatto sul rendimento di una squadra dell'intera Lega. Che succeda ai Clippers dove le star non mancano è tanta roba.
12 KYRIE IRVING - E' sempre stato nei Top 10, ne esce perché Cleveland viene da una brutta settimana. Gli preferisco Love per una volta che oltre ad essere ancora in stato di grazia al tiro prende anche 10.4 rimbalzi a partita.
13 GIANNIS ANTETOKOUNMPO - E' possibile che ad un certo punto vada considerato come Westbrook, Harden e LeBron un candidato alla tripla doppia media. Al momento: 22.4 punti, 8.6 rimbalzi, 6.1 assist.
14 JIMMY BUTLER - La discontinuità dei Bulls, che un giorno sembrano da Finale NBA e un altro da Lotteria, non è colpa sua. 25.6 punti e 6.7 rimbalzi per gara.
15 DAMIAN LILLARD - Portland si riaffaccia in zona playoffs nonostante i limiti difensivi e gli errori commessi sul mercato. Lillard viaggia a 27.8 di media anche se resta al di sotto della media carriera negli assist che non è mai un buon segno.
16 ISIAIAH THOMAS - Brad Stevens ha suggerito di acquistare "League Pass" per vedere più spesso questo point-man di 1.75 che segna 26.3 punti a partita ed è la prima opzione dei Celtics. 
17 BLAKE GRIFFIN - Da cinque anni le sue percentuali di tiro scendono perché si allontana sempre di più dal canestro.
18 HASSAN WHITESIDE - E' corretto avere un occhio di riguardo per il miglior rimbalzista della Lega, il primo sia nei rimbalzi d'attacco che difensivi.  
19 KEMBA WALKER - Con la palla in mano e 33.4 minuti di impiego dovrebbe avere più di 5.1 assist a partita ma finché usa la palla per tirare con il 42% da tre nessuno può dire nulla. 
20 RUDY GOBERT - In fondo è terzo nelle stoppate, settimo nei rimbalzi, primo nella percentuale di tiro dal campo il suo "defensive rating" dice che "fa reparto". 


IL RANKING
1 GOLDEN STATE –Ha fatto rumore la sconfitta con Houston, arrivata dopo due tempi supplementari con la complicità - non decisiva - di un discutibile fallo in flagrante fischiato a Draymond Green. Ha un differenziale di +12.7 che fa impallidire le altre squadre. Segna 119 punti a partita.
2 SAN ANTONIO – Nelle ultime 10 è 9-1. Subisce 98.2 punti di media, meno di quanto succeda ai Clippers. Kawhi Leonard ha segnato tre volte negli ultimi 10 secondi il canestro del sorpasso.
3 LA CLIPPERSHa battuto Cleveland ed è stata la vittoria più rumorosa ma ha anche mostrato i soliti segnali di discontinuità perdendo due volte con Indiana e addirittura a Brooklyn.4 CLEVELAND –Nessuno si deve allarmare ma una striscia perdente è sempre una striscia perdente, non un bel modo di andare a giocare contro Toronto con un vantaggio che si è ridotto.
5 HOUSTON – Ha vinto sette delle ultime 10, ha battuto Golden State meritatamente aldilà delle polemiche sul fallo fischiato a Green. James Harden è irreale ma la squadra costruita bene attorno a lui mentre Clint Capela è terzo nella classifica della peercentuale di tiro dietro Rudy Gobert e DeAndre Jordan.
6 TORONTO –All'assalto della leadership di Cleveland nella supersfida di lunedì notte cui i Raptors arrivavano con sei vittorie di fila.
7 MEMPHIS - Terribile la perdita di Mike Conley (schiena, out a tempo indeterminato) nel momento in cui stava giocando senza Zach Randolph per la morte della madre e senza Chandler Parsons che è sempre rotto. David Fizdale sta lavorando molto bene.
8 BOSTON - Finalmente sta salendo di tono dopo un periodo di difesa inguardabile e confusione. Al Horford è in crescita.

9 OKLAHOMA CITY - Russell Westbrook e la tripla doppia ormai sono una costante, nessuno era mai arrivato in tripla doppia di media dai tempi di Oscar Robertson. I Thunder hanno chiuso la settimana scorsa con una striscia di cinque vittorie e nessuno fa notare che qualche volta le triple doppie  di Westbrook sono quadruple ma il quarto valore sono le palle perse.

10 CHARLOTTE - La preferisco ancora a Chicago perché è meno lunatica e non ha una superstar sempre sull'orlo di una crisi di nervi come Rajon Rondo, ma giocava meglio qualche settimana fa.


OUT
ATLANTA - Lunedì notte ha ospitato i Thunder dopo sei sconfitte consecutive, alcune imbarazzanti, altre giocando in modo indegno. Difficile capire cosa stia succedendo ad una squadra ben allenata che di solito ha sempre contato sulla difesa per non affondare nei momenti difficili.

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