I Warriors hanno vinto per la settima volta consecutiva
contro i Clippers che per molti - incluso me - sarebbero l'unica squadra con il
potenziale teorico per metterli in difficoltà nella Western Conference. Che si
sia giocato a Los Angeles e che la partita non abbia avuto storia è allarmante
per l'equilibrio o presunto equilibrio dei playoffs.
I Golden State Warriors sono una squadra difensivamente sottovalutata persino
ora che non hanno Andrew Bogut. Possono non esprimere questo potenziale tutte
le sere ma quando conta lo fanno. Concedono 101.6 punti ogni 100 possessi,
settimi assoluti. I Clippers sono stati devastati. Area chiusa, linee di
passaggio occupate e tanti tiri obbligati allo scadere dei 24 secondi. Così i
Warriors hanno alimentato contropiede primario e transizione. Per quanto possa
essere difficile difendere contro quattro o cinque tiratori di talento su metà
campo, questo è nulla se vanno in transizione. Di fatto non li prendi mai e
segnano a volontà: non a caso i Warriors hanno una media di 21.1 punti segnati
in contropiede a partita, primi nella Lega. I Clippers non sono riusciti a
tirare bene e a limitare le palle perse. Quindi la loro difesa (la seconda
nella Lega) è stata inadeguata ma tutto è cominciato con il loro attacco
confuso. O con la difesa dei Warriors.
Golden State ha battezzato e concesso a Richard Luc
Mbah-a-Moutè due lunghi tiri da due nei primi possessi. I due errori hanno
confermato che l'attacco dei Clippers non è competitivo con due non-attaccanti
in campo. Quindi non può permettersi di affrontare i Warriors senza Jamal
Crawford e JJ Redick accanto a Chris Paul. E l'alternativa più percorribile si
chiama Austin Rivers. Il secondo non attaccante è DeAndre Jordan ma lui deve
reggere la difesa e far pagare ai Warriors la loro vulnerabilità a rimbalzo.
Aggredendo il tabellone con Kanter e Adams, Oklahoma City lo scorso anno ha
spinto i Warriors sotto 1-3. Ovviamente era anche in grado di attaccare bene.
Ora i Warriors sono meno vulnerabili con Durant ma l'unico modo per batterli
resta quello di fermarne la transizione attaccandoli con ordine, dominandoli a
rimbalzo e rientrando in difesa. I Clippers hanno solo in qualche momento
controllato i rimbalzi (tre schiacciate in tap-in di Jordan e Griffin) e
attaccato decentemente grazie ai missili di Crawford. Non sono mai rientrati
adeguatamente. E se Blake Griffin non può segnare contro Draymond Green negli
isolamenti che piacciono a Doc Rivers non hanno una speranza. Ma questa non è
solo una critica a questi Clippers. Piuttosto è la scomoda denuncia di una
superiorità che sul campo è proprio come era sulla carta.
FROM "GOLDEN TIMES"
Come Joe Lacob diventò proprietario dei Warriors
"Nel 2004, Robert Sarver
comprò i Phoenix Suns dalla famiglia Colangelo e i loro partner per 401 milioni
di dollari. Nessuna franchigia NBA era mai stata venduta per una cifra così
alta. Ma per battere Larry Ellison, il miliardario di Oracle, Joe Lacob e Peter
Guber, il suo socio principale, versarono a Chris Cohan 450 milioni di dollari.
L’aveva comparata per 119. Da allora il mercato è ulteriormente esploso. I Los
Angeles Clippers sono stati acquistati da Steve Ballmer per 2 miliardi di
dollari, più di quattro volte quanto sono stati pagati i Warriors, nell’estate
del 2014. Quando Lacob e Gruber acquistarono i Warriors, la franchigia era
stata valutata nel suo ranking annuale dalla rivista economica Forbes 319
milioni. E’ abbastanza normale che il prezzo pagato risulti superiore al valore
stimato. Ma eravamo nel 2010. E nel gennaio del 2016, i Warriors sono stati
valutati dalla stessa rivista 1.9 miliardi di dollari. Se Lacob non fosse nel
basket a lungo termine, al punto da aver coinvolto i figli nella gestione del
club, potrebbe rivenderli quintuplicando il proprio investimento. In appena sei
anni".
LA STATISTICA 1
Russell Westbrook tanto per cambiare ha la possibilità di diventare il primo giocatore dopo Michael Jordan a chiudere una stagione oltre i 25 punti, 8 rimbalzi, 8 assist e 2 palle rubate di media.
LA STATISTICA 2
Russell Westbrook cattura il 18.1% dei rimbalzi difensivi disponibili quando è in campo. La media per le ali forti è del 19.2%.
LA STATISTICA 3
Nella loro storia i Warriors hanno 30 gare in cui un loro giocatore ha segnato almeno 60 punti. 27 di queste sono state firmate da Wilt Chamberlain
LA STATISTICA 4
Quando Wilt Chamberlain segnò 100 punti, ebbe 2.08 punti al minuto. Klay Thompson ha segnato 2.07 punti al minuto nei 29 minuti giocati contro Indiana.
LA STATISTICA 5
I 52 di John Wall nella sconfitta dei Wizards contro i Magic sono il massimo nella storia della franchigia da quando Earl Monroe ne fece 56 in una sconfitta contro i Lakers nel 1968.
LA STATISTICA 6
I Sixers hanno chiuso a New Orleans una striscia di 23 sconfitte esterne consecutive che è comunque record NBA.
Russell Westbrook tanto per cambiare ha la possibilità di diventare il primo giocatore dopo Michael Jordan a chiudere una stagione oltre i 25 punti, 8 rimbalzi, 8 assist e 2 palle rubate di media.
LA STATISTICA 2
Russell Westbrook cattura il 18.1% dei rimbalzi difensivi disponibili quando è in campo. La media per le ali forti è del 19.2%.
LA STATISTICA 3
Nella loro storia i Warriors hanno 30 gare in cui un loro giocatore ha segnato almeno 60 punti. 27 di queste sono state firmate da Wilt Chamberlain
LA STATISTICA 4
Quando Wilt Chamberlain segnò 100 punti, ebbe 2.08 punti al minuto. Klay Thompson ha segnato 2.07 punti al minuto nei 29 minuti giocati contro Indiana.
LA STATISTICA 5
I 52 di John Wall nella sconfitta dei Wizards contro i Magic sono il massimo nella storia della franchigia da quando Earl Monroe ne fece 56 in una sconfitta contro i Lakers nel 1968.
LA STATISTICA 6
I Sixers hanno chiuso a New Orleans una striscia di 23 sconfitte esterne consecutive che è comunque record NBA.
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