Il suo tiro è letale ma anche velocissimo e sparato da altezza elevata. Una
volta ha vinto la classifica dei tiri liberi e tre volte quella del tiro da
tre. Bastano questi numeri per capire come gioca Kyle Korver. Detiene il record
NBA di partite consecutive con almeno una tripla (127) e vanta la miglior
stagione di sempre nel tiro da tre con il 53.6%. L’ultimo anno però ha
denunciato una china pericolosa che probabilmente ha condizionato la stagione
degli Hawks.
Il 39.8% da tre della stagione scorsa – ottimo – è il valore più basso degli ultimi
cinque anni (finora ha 40.9%) e a parità di numero di minuti spesi in campo il numero di tiri
liberi era passato da 118 a 54 (ne ha tirati 27 prima di andare ai Cavs). Piccola indicazione di un’attenzione difensiva
diminuita tant’è che il suo indice offensivo è crollato da 122 punti segnati
ogni 100 possessi con lui in campo a 104. In pratica la differenza tra
l’All-Star che era nel 2015 allo specialista marginale del 2016. In questa
prima metà di stagione, era a 110.
Ma il suo arrivo a Cleveland è un fatto eclatante: i Cavs praticamente
hanno rifirmato JR Smith senza averlo e in un sistema basato sull’apertura del
campo, possibile solo attraverso i grandi tiratori, non importa in quale ruolo,
l’aggiunta di Korver può avere effetti offensivamente dirompenti. Anche se
declinante, rappresenta un affare dal punto di vista economico (va a scadenza con 5.2 milioni di salario) e un giocatore
che tecnicamente può diventare esiziale. Tiratore lo è sempre stato ma ai Cavs
giocherà sugli scarichi e le attenzioni difensive riservate a LeBron James e
Kyrie Irving, sulla perfezione ad esempio del loro pick and roll.
L’aspetto curioso è un altro: per completare lo scambio con Atlanta,
Cleveland ha dovuto farsi restituire da Portland la prima scelta del 2018
cedendole quella del 2017 in modo da poter cedere agli Hawks quella del 2019.
Esiste infatti una regola nella NBA che proibisce la cessione di prime scelte
in due anni successivi. La regola è stata istituita proprio a causa dei
Cleveland Cavaliers. Ovviamente non quelli di ora ma quelli degli anni ’70-’80
quando il proprietario era il famigerato Ted Stepien. Questi aveva l’abitudine
di cedere le proprie scelte future in cambio di giocatori di medio calibro.
Così mettendo a repentaglio il futuro del club. Ad esempio cedette la prima
scelta del 1982 ai Lakers in cambio di Don Ford. Quella scelta diventò… James
Worthy, chiamato al numero 1. La NBA varò la regola per proteggere le
franchigie da proprietari come Stepien tanto che quando riuscì a pilotare la
cessione dei Cavs a Gordon Gund, il penultimo “owner” dovette aiutarlo
istituendo due prime scelte supplementari. Un fatto unico, senza precedenti.
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