Frazier era il più anziano di nove figli di una
famiglia poverissima di Atlanta in Georgia in un’epoca in cui per gli
afroamericani il sud del paese non era proprio il luogo più piacevole in cui
vivere. Giocava alla Howard High School e diventò una stella, il miglior
giocatore della Georgia ma con pochissima visibilità perché confinato nelle
competizioni per soli ragazzi di colore nelle palestre ghettizzate di scuole
nere. Non venne neanche considerato dai college della zona, tipo Georgia Tech,
che anni dopo avrebbe attinto ripetutamente dalle strade di New York (Kenny
Anderson, Stephon Marbury), o Georgia.
Andò a Southern Illinois perché pur
giocando in Division II aveva grandi ambizioni e in calendario partite contro
college di prima divisione. Frazier voleva mettersi in mostra per andare nella
NBA. Non voleva altro.
All’epoca però era un timidissimo ragazzo del sud, che
parlava con un filo di voce e una cantilena che al nord risultava quasi
incomprensibile. Non fu strano che a scuola rendesse poco fino a perdere
l’eleggibilità. Ma Coach Hartman gli consentì di allenarsi per un anno con la
squadra “ufficiale” suggerendogli di sfruttare quella stagione per completare
il proprio bagaglio tecnico. Frazier si concentrò sulla difesa e in particolare
sull’arte di rubare palla, meglio se al momento giusto. Questa capacità in
seguito gli avrebbe assicurato il soprannome di “Clyde” in contemporanea con
l’uscita (1967) del film “Bonnie and Clyde”, una coppia di ladri in cui il
personaggio maschile si vestiva in modo estroso, con pellicce, grandi
cappelloni, occhiali a tinte forti, stivaloni. A New York, Frazier avrebbe
presto adottato quel modo di vestire che ad Harlem era già diventato popolare
grazie a “Pee Wee” Kirkland, una delle leggende del basket da strada,
Recuperata l’eleggibilità, Frazier portò Southern Illinois al successo nel
Torneo NIT le cui finali si disputavano proprio a New York, nel vecchio Garden.
E Holzman fu conquistato dalla finale di Frazier. “Nel primo tempo aveva
distribuito la palla, coinvolgendo i propri compagni ma nel secondo tempo, per
rimontare, cominciò a usare il suo tiro. E Southern Illinois vinse”, spiegò il
coach, all’epoca responsabile dello scouting...
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