Fu Veronica Reed, la figlia di Willis, in Louisiana,
la prima a sapere. Rientrato da Los Angeles, Reed si era fatto massaggiare da
Whelan, si era sottoposto a mille trattamenti, ultrasuoni, impacchi,
idromassaggi, poi era tornato a casa, a Rego Park, nel Queens, in attesa del
grande giorno. Quando arrivò al Garden si cambiò e andò ad eseguire qualche
tiro in campo ma zoppicando vistosamente. Chiamò Veronica mentre i compagni
erano già in campo per il riscaldamento. Le disse che avrebbe provato. Nel suo
cuore orgoglioso di ragazzo del sud, della Louisiana, non c’era spazio per i
tentennamenti. Nessuno avrebbe mai detto che i Knicks avevano perso il titolo
perché Reed non aveva giocato. Il dottor James Parkes si presentò in
spogliatoio con una siringa enorme, adatta alle vene di Willis, e gli iniettò
300 cc di carbocaina, l’antidolorifico più potente in circolazione. Reed si
avviò verso il tunnel che conduce al campo. Fu accolto da un boato. Era come un
urlo di liberazione per i tifosi dei Knicks. I suoi due tiri di riscaldamento
furono i più inutili e seguiti della storia. Addirittura ci fu chi esultò
quando andarono dentro…
La presenza di Reed ebbe un effetto psicologico
dirompente: caricò i compagni e in qualche modo spense le velleità dei Lakers.
Nei tanti racconti di quella giornata storica c’è anche quello di un
Chamberlain smanioso prima della gara di sapere se il rivale avrebbe giocato e
c’è chi giura di averlo visto interrompere il riscaldamento per seguire Reed.
Di sicuro fu come spegnere un interruttore. Sulla palla a due Reed non saltò
neanche, ma furono suoi i primi quattro punti dei Knicks, un tiro dalla lunetta
da rimorchio e un altro da sei metri. Decise però di concentrarsi sulla difesa
e chiese ai compagni di utilizzarlo come bloccante in attacco. I Lakers
chiamarono il primo time-out che erano già sotto 9-2, poi il punteggio diventò
17-8. I Knicks non guardarono più indietro. All’intervallo erano avanti 69-42.
Il secondo tempo non ebbe storia. New York vinse 113-99. I due canestri
iniziali di Reed furono anche gli unici della sua serata ma ancora oggi sono
ricordati come decisivi per l’impatto mentale che ebbero sulla partita.
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