mercoledì 31 maggio 2017

Finale 2017: la sfida più scontata ma ora c'è Durant

La terza finale consecutiva tra Golden State e Cleveland dimostra che nella NBA il concetto di equilibrio non è stato raggiunto. Semmai è il contrario. Il fatto che nella storia non ci fosse mai stata la stessa finale per tre anni consecutivi è significativo. In passato giocare tre anni consecutivi la finale si è rivelato difficile, ma giocarla tutte e tre le volte contro lo stesso avversario è sempre stato impossibile. Ma questa è l'era dei super team. Golden State e Cleveland godono di una superiorità nei confronti della concorrenza schiacciante. Senza l'anomala sconfitta dei Cavaliers in gara 3 contro Boston entrambe le squadre sarebbero arrivate all'atto conclusivo della stagione imbattute. Un altro fatto senza precedenti. Golden State ha imitato i Los Angeles Lakers del 2001 arrivando alla Finale senza sconfitte. Quei Lakers poi vinsero la finale facilmente 4 a 1 contro Philadelphia. I Sixers riuscirono nell'impresa titanica di vincere gara 1 a Los Angeles ma fu una sconfitta occasionale generata da una prova iperbolica di Allen Iverson. Dopo i Lakers dominarono facilmente la serie.
Almeno questa volta sulla carta la Finale potrebbe riservare delle incertezze. Tra queste due squadre finora è stato così. Due anni fa la Finale fu parzialmente rovinata dall'assenza di Kevin Love (devastante in questi plyoffs come, offensivamente parlando, tutti i Cavs) e dopo gara1 anche di Kyrie Irving. Lo scorso anno la serie fu condizionata non tanto dalle imperfette condizioni fisiche di Steph Curry quanto dalla sospensione che Draymond Green si autoinflisse calpestando LeBron James in gara 4. Successivamente si infortunò anche Andrew Bogut. Golden State perse l'attimo e perse anche la serie. Quest'anno la speranza è che le due squadre possano giocare tutta la serie senza problemi di infortuni consistenti a differenza di quanto accaduto dappertutto in questi playoffs incluse le due avversarie delle finali di conference vedi tragica scavigliata di Kawhi Leonard e l'infortunio di Isaiah Thomas. Sono coinvolti in questa Finale sette All-Star, quattro dei Warriors, ma è più importante notare che sono tutti al top delle rispettive carriere incluso il 33enne LeBron.
Tuttavia c'è una grande differenza rispetto ai due anni precedenti. Il super team di Golden State può contare adesso anche su Kevin Durant. Onestamente è un'addizione clamorosa cbe sbilancia tutto. Cleveland ha speso tutta la stagione a ritoccare la squadra: per arrivare al top ha inserito Deron Williams, ha provato a inserire Andrew Bogut, ha inserito Derrick Williams, di sicuro ha tratto grande beneficio dall'addizione di Kyle Korver. Ma qui stiamo parlando di Kevin Durant, quindi di un livello ben differente. Nei playoffs ha il 61.6% di percentuale di tiro effettiva e il 67.3% è la percentuale di tiro reale (mixando quindi tiri da due, da tre e tiri liberi).
Di fatto Golden State è diventata la squadra con il potenziale offensivo più alto nella storia della Lega. Ma quello che ha fatto in regular season è significativo: i Warriors hanno avuto il miglior attacco della stagione ma anche la seconda miglior difesa. A differenza dei grandi team offensivi del passato questi Warriors possono vincere le partite anche nella propria metà campo perché Durant e la sua capacità di cambiare e difendere su tanti giocatori diversi è una delle sue più sottovalutate qualità. Non dico siano una squadra perfetta ma compatibilmente con il contesto nel quale si esibiscono attualmente non vanno tanto lontani dall'esserlo.
Se non ci fosse LeBron James nei Cleveland Cavaliers, ovvero un giocatore come LeBron James, alla settima finale consecutiva della sua incredibile carriera, l'ottava in assoluto, più un closer come Kyrie Irving, forse il migliore della Lega nei momenti decisivi di una partita importante, il pronostico non avrebbe storia. Probabilmente è così lo stesso, probabilmente Golden State merita di essere considerata non solo favorita ma in grado di chiudere tutto in cinque, massimo sei, partite. Ma di recente abbiamo imparato tutti che scommettere contro LeBron James è  estremamente pericoloso. Per quanto Curry, Kevin Durant, Klay Thompson, lo stesso Green, siano giocatori decisivi a qualsiasi livello, per quanto Golden State abbia in Andre Iguodala uno dei primi 3/4 sesti uomini della Lega, non c'è dubbio che LeBron James sia il miglior giocatore di questa serie, di questa Finale. Può non esserlo nell'arco di una stagione, può non esserlo nell'arco di un mese ma non c'è dubbio che il giocatore più decisivo della Lega, oggi come negli ultimi anni, forse come nei prossimi, a dispetto dell'età sia lui. LeBron può esercitare un impatto psicologico, mentale su questa Finale - soprattutto nei confronti di KD, eterno secondo nei suoi riguardi - tale da far saltare qualsiasi valutazione di tipo tecnico e tattico. Questa è la grande speranza di Cleveland perché sulla carta non c'è storia, non può esserci contro questi Warriors. Che Steve Kerr vada in panchina o meno è irrilevante. Senza di lui sia Luke Walton un anno fa che Mike Brown adesso hanno vinto in egual misura. Questo semmai è solo un altro aspetto del lato umano di questa Finale.

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