Opinioni, analisi e i miei libri: il mondo del basket americano visto da me di Claudio Limardi
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martedì 11 aprile 2017
mercoledì 5 aprile 2017
Golden Times: la più grande regular season di sempre
Draymond Green, diventato ricco con il suo nuovo contratto, è diventato una storia intrigante, l’anima della squadra, un giocatore rivoluzionario, di quelli che dividono perché parlano tanto, picchiano, lottano, disturbano. A fine stagione, il suo spirito agonistico si sarebbe riversato contro di lui e contro i Warriors, ma durante la stagione Green è stato l’anima della squadra.
martedì 14 marzo 2017
Barnes e Green in quintetto: la "Mossa" di Kerr
Fu chiaro fin dall’inizio. Non ci furono dubbi. I Warriors erano pronti. La mossa di Kerr, Barnes in quintetto al posto di Iguodala, venne accolta nel modo corretto da ambedue i giocatori, mentre l’infortunio di David Lee passò semplicemente inosservato. Con Draymond Green in quintetto, recuperato Marreese Speights, i Warriors cominciarono la stagione 2014/15 con 10 vinte nelle prime 12 gare. Tra metà novembre e metà dicembre vinsero 16 partite di fila. Mai successo nella storia della franchigia. Sul 21-2, era già chiaro quale sarebbe stata la squadra da battere. Vinsero 19 gare di fila in casa e quando toccarono la vittoria stagionale numero 60 quella rappresentò anche il nuovo record di franchigia. Il massimo fino ad allora era stato di 59 successi. I Warriors sarebbero arrivati a 67.
lunedì 23 gennaio 2017
NBA WEEK 13/b: le ali della Western poche e "piccole"
La
situazione ali nella Western Conference è molto particolare. La profondità del
ruolo è relativa, nelle ali grandi addirittura inesistente. Scegliendo il mio
All-Star Team personale metterei quattro ali anziché le canoniche cinque per
tenere tre slot per la posizione di centro che viceversa a Ovest presenta
tantissime diverse opzioni. Basti pensare a DeAndre Jordan, Anthony Davis (che
può essere collocato anche come ala), LaMarcus Aldridge (lo considero un 4-5), Rudy Gobert, Karl-Anthony Towns, Marc
Gasol e Nikola Jokic. Restiamo però tra le ali.
martedì 17 gennaio 2017
NBA WEEK 12/e: se Draymond Green andasse in tripla doppia media?
venerdì 2 dicembre 2016
Prima Adams ora Harden: la pericolosa china di Green
(Aggiornamento) Quando parla Draymond Green è una persona articolata, che elabora e non ha problemi ad assumersi le proprie responsabilità. Ma ci sono dei limiti al perdono e verrà presto il giorno in cui persino i Golden State Warriors dovranno porsi delle domande se ogni notizia riguardante Green continuerà ad essere una brutta notizia.
lunedì 21 novembre 2016
NBA WEEK 4/a: la giusta direzione dei Lakers di Walton
Negli ultimi tre anni i Los Angeles Lakers hanno vinto 65 partite, otto in meno di quelle vinte dai Golden State Warriors nella sola stagione scorsa. Ecco perché la discesa di Luke Walton da Oakland giù verso Los Angeles è stata mossa più sentimentale che cerebrale. A meno che Walton non sappia qualcosa delle sue qualità di allenatore che noi non sappiamo ancora.
mercoledì 19 ottobre 2016
Golden Times: il record inutile
I Chicago Bulls fecero il
record nel 1996. Era l’anno del ritorno in campo, fin dalla preseason, di
Michael Jordan dopo la parentesi discussa nel baseball. Vinsero 72 partite, ne
persero 10. Poi nei playoffs ne persero tre, una contro i Knicks nella
semifinale di conference e due in finale contro i Seattle Supersonics ma sul
3-0. Non ci fu mai un momento in tutta la stagione in cui il titolo dei Bulls
apparve in dubbio.
sabato 8 ottobre 2016
NBA Preview: il superteam dei Los Angeles Clippers
Il secondo concetto (puoi leggere qui la prima parte della preview) ci conduce direttamente ai giorni nostri e all-epoca dei superteams. Non basta avere un giocatore che possa essere il migliore in una formazione da titolo. Serve almeno una seconda superstar e forse una terza. Il primo obiettivo di una franchigia è trovare "That Guy", il giocatore attorno a cui costruire un titolo o più di uno. Di solito lo trovi attraverso il draft (Dwyane Wade Stephen Curry, il primo LeBron, Durant, Westbrook, Irving parlando dei contemporanei) oppure attraverso il mercato dei free-agent (LeBron a Miami e poi di nuovo a Cleveland, KD a Golden State) e più raramente attraverso uno scambio (James Harden o Chris Paul). Ma da solo non basta questo giocatore.
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